Capitolo 1

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Non fraintendiamoci. Quello sveglio dall'ironia pungente della famiglia era sempre stato lui. Il padre era anziano, di vecchio stampo, e si vedeva di rado, sempre nel suo studio o in sala preso nei suoi affari. La madre, una bravissima donna, solare e simpatica, non spiccava però di quella intelligenza sopraffina che ti fa esclamare: "Ma quanto sei brillante!". Il fratello maggiore, Saverio, dolce e mite, tra poco papà, aveva sempre una parola buona per tutti e possedeva un'empatia a dir poco invidiabile. Il suo peggior nemico e insieme migliore amico invece, il classico rapporto fraterno "odi et amo" ce l'aveva con il fratello mezzano, Mattia, "sceso dal olimpo", come diceva la loro vecchia e bisbetica zia, il ragazzo perfetto, non fumava, non beveva, ottimi voti, una carriera assicurata come ballerino latino di alto livello, l'orgoglio di mamma per la danza e di papà per la scuola. Da sempre era un ragazzo che seppur cercasse di farsi vedere forte e in qualche modo spavaldo, nascondeva in sé una forte insicurezza legata a qualcosa che Daniele proprio non si spiegava. Sapeva quanto il fratello fosse fragile, sensibile, complesso da comprendere e con un'emotività fuori dal comune, con la lacrima facile e gli occhioni da cucciolo bastonato. Daniele aveva 15 anni, la scuola gli stava stretta e stava cercando di smettere di fumare del tutto da qualche tempo. Paradossale come proprio quando questo grande traguardo era quasi raggiunto il fratello cominciò a fare il matto.

"Che cazzo stai facendo Daniele?"

"Cosa non ti è chiaro del mio avere un mandarino in mano?" Chiese il ragazzo seduto al tavolo della cucina con uno sguardo allibito e uno spicchio quasi in bocca.

Il fratello minore non si spiegò la ragione per cui il suo povero mandarino venne buttato rovinosamente nel cestino dell'umido e il fratello, con gli occhi lucidi, ringhiò alla madre di non voler mai più vedere in giro quei frutti.

Durante le prime ore di scuola così il povero Daniele, annoiato a morte, decise di fare un breve recap di quello che era e stava succedendo nella sua, seppur a suo discapito, caotica vita.

"Allora quel cretino entra ad Amici, si ammazza una caviglia, gli assicurano un banco per l'anno prossimo, lacrime sangue e pathos con Christian, il migliore amico che abbia mai avuto, esce e sta mezzo depresso per mesi, esce Christian, va con lui a Bergamo, tutto procede da dio, tempo due giorni che è a casa e fa il matto. Ma non ha senso!"

C'è da specificare che la tragedia del mandarino era solo una dei tanti gesti privi di senso o contesto che Mattia aveva messo in moto in quei giorni. Il fratello era tornato a casa da una settimana e tra silenzi stranissimi, occhi lucidi, cambi repentini di canale alla TV e odio e diniego verso quello che pareva tutto l'anno appena passato, a Daniele sembrava di essere in un manicomio. Il primo giorno che era tornato a Bari, dopo la magnifica settimana passata a casa Stefanelli, seppur amareggiato perché di nuovo diviso da Christian, aveva raccontato ai genitori entusiasta tutto ciò che era successo, aveva fatto vedere il tatuaggio con quel "frate" inciso sulla pelle e aveva mantenuto il solito sorriso e parlantina che rendevano Mattia... Mattia. È stato dal giorno dopo che la tempesta è scoppiata e Daniele per la prima volta nella sua vita dovette mettere in dubbio il suo considerarsi lo sveglio della famiglia, quello che sempre aveva capito il fratello maggiore e sempre era riuscito ad aiutarlo. Il non riuscire a mettere insieme una teoria che avesse senso sul dolore che provava il fratello lo innervosiva tantissimo. Si ritrovò a chiedere alla prof di poter andare in bagno per poi appostarsi fuori dalle scale antincendio per fumare la prima sigaretta della giornata.

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"Ma non è che gli manca il suo ragazzo?".

Chiese Iris, la grande amica del ragazzo, intercettando Daniele all'intervallo intento a raccontargli del giallo che non gli dava tregua.

"Magari fosse così, avrebbe tutto più senso e io mi darei pace. Invece no, Christian è il suo più grande amico e lo associa a un fratello, forse quello che non sono mai stato in grado di essere io".

"Tu non hai colpe in questa situazione, quando capirai qualcosa potrai aiutarlo. Non conosco Mattia ma da quel poco che ho capito l'unica certezza è che questo assurdo comportamento è per forza dovuto a un qualcosa che è successo con l'altro ragazzo di Amici no?"

Gli piaceva parlare con Iris, quegli occhi castani svegli e i capelli a caschetto nero le davano un non so che di intellettuale e il fatto che non si interessasse di niente che riguardasse la televisione lo aiutava a avere un punto di vista obbiettivo.

"Tu non credi che lo veda come un fratello vero?" Chiese Daniele capendo finalmente dove l'amica volesse andare a parare.

"Purtroppo la mia etica morale mi impedisce di pensare che siano possibili gli incesti" disse Iris beffarda, alzandosi dal gradino da dove era seduta e, dopo un cenno di saluto, sparendo oltre la porta della sua classe.

Ciò che più allibì Daniele è che la ragazza era giunta a quella improbabile conclusione solo vedendo un video dove suo fratello guardava il ricciolino. E se non fosse così improbabile dopotutto? Daniele aveva una sola certezza. Era lui quello sveglio della famiglia e mai si sarebbe fatto togliere tale titolo.

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