Capitolo 7 (1/2)

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Era finalmente a Napoli per la gita scolastica, con Iris sottobraccio, fremeva dalla voglia di incontrare Guido.

"Ma lo senti Gastaldi!? Zenzola, scusa l'eufemismo, non me ne frega proprio niente di chi devi incontrare, se ti perdo mi licenziano e io devo pur campare. Tu stai qua nella pausa pranzo insieme a tutti gli altri".

La professoressa di italiano pareva aver deciso di rendere il suo imminente incontro con il ballerino però alquanto complesso. Grazie a qualche santo che Daniele non conosceva, quel grandissimo uomo del Gastaldi, prof di scienze, aveva esordito, sussurrando con un: " Mettiti dietro quella statua, se non ti trovo tra mezz'ora giuro che ti spezzo le ossa una a una" 

Per poi placare l'entusiasmo di Daniele, dato dall'imminente libertà, con "non che tu abbia mai studiato abbastanza la mia materia da sapere quante siano comunque."

Così Iris si ritrovò a seguire il suo amico che borbottava parole non tanto carine contro Gastaldi, con un panino in mano e una sigaretta nell'altra. Scorse davanti a lei una grossa statua dietro la quale erano situate delle panchine che permettevano di avere abbastanza privacy. Cosi si appostarono dietro la statua dai dubbi rifinimenti, fissando il vialone davanti a loro per vedere se riuscivano a scorgere Guido.

Un bel "WE UAGLIÙ" urlato da dietro fece saltare sul posto i due ragazzi palesando la presenza del ragazzo tanto atteso.

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"E quindi vorremmo sapere da te se hai idea di cosa sia successo o di cosa possa aver scatenato tutto ciò". Daniele raccontò tutta la faccenda a Guido riassumendo il più possibile, con tanto di accompagnamento di risatine a sbuffi da parte della sua migliore amica.

"Mah, non ho idea di cosa sia successo ora... Ma na cosa che mi viene in mente che potrebbe aver scatenato una lite furiosa a lungo andare effettivamente c'è"

"Omiodio cosa diccelo" esclamò Daniele che dovette ringraziare mentalmente Iris che ancora lo teneva a braccetto, se no si sarebbe fiondato a scoccare un bacione sulla guancia del primo ragazzo che forse si sarebbe davvero dimostrato utile per la sua ricerca.

"Il fatto è, caro il mio Danieluccio, che tuo fratello è possessivo da far schifo"

E Daniele già lo sapeva questo, ma la storia che di li a poco avrebbe sentito aveva davvero superato le sue aspettative.

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La vita è fatta di routine. Sveglia alle 7, scuola, pranzo, compiti, cena, netflix, nanna.

In casetta invece la routine è un pasticcio di abitudini buttate in aria che ti danno solo la parvenza di normalità ma che sono in realtà solo l'ultimo appiglio per non naufragare nell'ansia della consapevolezza che da qui al giorno dopo potresti ritrovarti a casa tua pieno di rimpianti. Ognuno comunque aveva la sua di routine. Luigi e Luca se non fumavano la loro sigaretta appena svegli cadeva il mondo, se Alex non ripeteva a ogni povera anima che usciva di chiudere la porta gli prudevano le mani, se Serena e Albe non si sparavano almeno 4 limoni al giorno non erano contenti, se Rea non mangiava o a pranzo o a cena tortellini, era una tragedia. La mia routine invece non è fatta di cibi o azioni, è tutta concentrata su una sola persona: Christian. Sono ormai abituato la mattina, appena sveglio, a vedere il suo corpo sempre scoperto sul letto accanto al mio, anche se fa un freddo polare, e urlare un susseguirsi di suppliche tipo:

"Chri ti prego alzati siamo in ritardo",

"Chri va che bevo il succo all'ace senza di te eh"

"Fratè ti mollo qua da solo se non muovi quelle gambine che ti ritrovi"

Per sentire mugolii di dissenso quali:

"Gambine a chi, fottiti"

Per poi avere finalmente il mio buongiorno con lui che mi sorride felice,  ancora tutto storto dal sonno appena perduto. Tutta la mia giornata, da un mese a questa parte, è imperniata sulla danza e su di lui. Ci svegliamo insieme, andiamo a lezione insieme o, se abbiamo orari diversi, ci aspettiamo in casetta come cagnolini con il padrone che torna a casa da lavoro, mangiamo insieme, abbiamo i nostri riti, dove va uno va l'altro, parliamo per ore, mi addormento con la sua voce e lui si sveglia con la mia. Niente ha mai messo una pausa alla mia unica certezza li dentro. Christian è il mio porto sicuro, mi capisce davvero e ho il bisogno ossessivo di starci sempre accanto per sentirmi tranquillo. Quindi mai mi sarei aspettato di dover fronteggiare una simile sciagura.

Per sentito direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora