"Non me ne frega un cazzo se ti manca l'amichetto". Mattia chiuso nella sua camera dopo quel pranzo infernale aveva in mente solo questa frase. Sdraiato a pancia in su sul letto con un braccio piegato sulla testa fissava il soffitto bianco. La musica a palla come speranza di via d'uscita dai suoi pensieri. Inutile.
"Parla in fretta e non pensare
Se quel che quel che dici può far male
Perché mai io dovrei fingere
Di essere fragile
Come tu mi vuoi"
"Ho sempre parlato troppo, fatto sapere troppo, fatto capire troppo" pensava Mattia. Non sapeva dosare le parole e a volte non capiva davvero fin dove si sarebbe potuto spingere, fino a quando la corda che amava tanto tirare avrebbe resistito e quando poi si sarebbe irrimediabilmente spezzata . L'emotività era una caratteristica che lo faceva apparire a Christian come davvero un fratellino da proteggere, da spronare. Ma a Mattia non serviva essere protetto, non aveva bisogno di essere difeso. Non era più un bambino, non si sentiva invincibile ma sapeva cavarsela da solo. Paradossale fra l'altro come chi lo volesse difendere, da un nemico invisibile pare, si fosse rivelato lui stesso il nemico. Sarebbe una bugia non dire però che le sue braccia attorno al suo corpo nei momenti di sconforto fossero la cosa che più lo facessero riprendere. Gli sguardi omicidi verso chiunque gli avesse rivolto una frase o un gesto cattivo, anche i più banali come un "E esce e non chiude la porta" di Alex, detto con tono sprezzante, venivano letti da lui come se Christian volesse far sapere a tutti che "se fai del male a lui, fai del male a me", e questo si, lo facevano sentire amato.
"Nasconderti in silenzi
Mille volte già concessi
Tanto poi, tu lo sai
Riuscirei sempre a convincermi
Che tutto scorre"
Il fatto che non parlasse tanto lo aveva affascinato sin da subito. A volte le parole non servono. Mai avrebbe pensato di affermare una cosa simile ma Christian aveva stravolto tutto il suo mondo. Lui che colmava la sua incapacità di esprimere i propri sentimenti e le sue idee per la schiacciante paura di essere frainteso con fiumi e fiumi di parole, aveva conosciuto il suo perfetto opposto. Avevano lo stesso problema loro due, ma lo esprimevano nelle due maniere più differenti esistenti. Ma ormai anche stare vicini in silenzio, capirsi con uno sguardo, perdersi negli occhi nocciola con striature di verde di Christian, a Mattia stava benissimo. A volte le parole non servivano. Ma a volte si e Christian spesso si nascondeva dietro il suo essere taciturno per scappare da situazioni a lui scomode. E purtroppo Mattia, visto ormai il legame simbiotico al quale non era in grado di fare a meno, per un periodo troppo lungo lo aveva accettato, con l'idea che prima o poi tutto si sarebbe sistemato. Ma così non era stato.
"Usami, straziami, strappami l'anima
Fai di me quel che vuoi tanto non cambia
L'idea che ormai ho di te, verde coniglio
Dalle mille facce buffe."
I suoi capelli ricci, acconciati così per lui, perché gli piacevano di più, sempre profumati di cocco. Il viso pieno di lentiggini che si era perso a accarezzare e fissare per ore. Le lunghe ciglia nere, che facevano da protezione a quegli occhi profondi che lo avevano guardato in tutti i modi più disparati. Le sue mani sempre fredde che sfioravano e stringevano il suo corpo. Il collo che aveva accarezzato milione di volte e morso altrettante, baci veloci, lenti, casti, bagnati, sospiri a bocca aperta, parole sussurrate. Su quel collo avrebbe voluto fare di tutto. Aveva permesso a Christian di fondersi così tanto con il suo essere che ora non era in grado di ritrovarsi senza di lui. Il suo sorriso sghembo, con quei canini in bella vista che adesso non morderanno più la sua spalla per soffocare ciò che gli altri non dovevano sentire. La sua risata cristallina, o da foca, contagiosa e magnifica, ora non riempirà più le sue giornate. Nessuno lo aveva mai fatto ridere come faceva lui, con nessuno avrebbe mai più riso così.
"E dimmi ancora quanto pesa
La tua maschera di cera
Tanto poi tu lo sai si scioglierà
Come fosse neve al sole
Mentre tutto scorre"
Tutto va avanti. Non aveva mai nascosto il suo modo di essere agli altri Christian, era sempre stato limpido e sincero. Non aveva mai rinnegato nulla del suo carattere. O forse non aveva mai nascosto nulla agli altri perché nascondeva tutto a se stesso. O forse era tutta un'illusione di Mattia, non era mai esistito nulla in realtà. Ma preferì evitare di pensarci. Sarebbe stato solo peggio.
"Sparami addosso, bersaglio mancato
Provaci ancora, è un campo minato
Quello che resta del nostro passato
Non rinnegarlo è tempo sprecato
Macchie indelebili, coprirle è reato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagliala tu perché tutto ho sbagliato"
Se avesse potuto avrebbe cancellato tutto? Mai. Mattia si rese conto di essere da così tanto tempo all'interno di quel campo minato che era il loro rapporto da non riuscire nemmeno a ricordare come fosse la sua vita 8 mesi prima, quando quel ricciolino, nella sua vita, non esisteva. "Macchie indelebili". Mattia si accarezzava il polso, dove per sempre su di lui la scritta "frate" ci sarebbe stata, esattamente come per sempre in lui ci sarebbe stato Christian. Del resto non poteva incolpare Christian, anzi al massimo se la colpa doveva ricadere su qualcuno era proprio su Mattia. Era lui che aveva deciso di troncare tutto. Non immaginava che la sua intenzione di riprendersi in mano la sua vita, così facendo, la stava solo mandando ancora più in frantumi. Ma indietro non si torna. Tanto tutto scorre.
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Per sentito dire
Teen FictionChe diamine succede Daniele? Dall'altro capo del telefono silenzio. Tanto che Alexia si chiese se fosse tutto uno scherzo organizzato dalla famiglia Zenzola, quando finalmente Daniele rispose. C'è qualcosa che non mi quadra Alexia E, nonostante fos...