Capitolo 1: Addio Sola Fide Beach

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1750, Sola Fide Beach

Passò una settimana da quando Jack abbandonò Angelica su quell'isolotto, forse anche qualche giorno di più.
Un'isola dimenticata da tutti, persa nei Caraibi, a malapena la donna riuscì a tenersi in vita grazie a delle piccole noci di cocco trovate sotto degli alberi di palma o qualche pesce pescato di fortuna.
Dopo giorni che aveva patito la fame, la sete e il caldo, Angelica non stava che per rassegnarsi, quando all'improvviso, una mattina, alle prime luci dell'alba, scorse una piccola nave in lontananza.
«sarà un'altra allucinazione...» disse tra sé e sé recandosi verso la sua palma, che le fece da "casa" per il tempo trascorso sull'isola.

«capitano! Sosti un momento! Vedo un'isola non lontano da qui... potremmo fermarci e vedere di fare provviste per il viaggio di ritorno, sempre che c'è ne siano...»
Dalla nave scesero 5 uomini con due piccole scialuppe.
Angelica era intenta a stendere i suoi vestiti per asciugarli al sole, quando vide le due barche avvicinarsi all'isola:
quasi non credeva ai suoi occhi.
«Aiuto! Aiutatemi!» iniziò ad urlare e saltare per farsi notare.

Gli uomini sulle barche si accorsero della presenza della donna: «capo c'è qualcuno sull'isola!» gridò un uomo di loro.
«possiamo fidarci? Non sarà mica una trappola?»
Antonio si alzò in piedi sulla barca per guardare meglio la donna:
«Sembra aver bisogno d'aiuto, procedete verso l'isola!» ordinò ai suoi uomini.

Le barche si fermarono sull'isola e gli uomini scesero, Angelica non poté fare a meno di correre verso di loro in lacrime e abbracciare Antonio, mentre lui, scettico, indietreggiò.
«grazie! Grazie veramente! Pensavo di morire qui!»
«chi siete?» chiese incuriosito Antonio.
«Mh... mi chiamo Angelica.... s..sono rimasta vittima di un naufragio e ho trovato salvezza su quest'isola. Ma non sarei rimasta viva per molto. Non vi è tanto cibo, ne acqua!»

«tranquilla signora, la porteremo via di qui...»
«Antonio!» urlò uno degli uomini «la donna ha ragione, non c'è nulla qui, meglio andar via per rientrare il prima possibile. Ci arrangeremo con quel che c'è rimasto».
Gli uomini si diressero verso le barche, Antonio allungò il braccio indicando la barca ad Angelica per farla salire. Lei iniziò camminando verso questa, quando si fermò e tornò indietro:
«scusatemi, prendo una cosa e vi raggiungo!» corse sotto una palma e prese la bambolina vodoo di Jack, la stessa che arrivò giorni orsono sull'isolotto trasportata dalla corrente.
Così la prese, la nascose nei pantaloni e tornò alle barche da Antonio.

Giunsero alla nave; «possiamo ripartire! Prepararsi a salpare!» ordinò il capitano.
«ti chiami Angelica vero?» chiese Antonio.
«si è il mio nome...»
«Angelica siamo diretti a Marbella, in Spagna... noi trasportiamo merci e tessuti di porto in porto. Possiamo sbarcarti dove più ti aggrada»
«o mi va benissimo, qualunque posto è meglio di qui!»
Antonio gli sorrise: «avrete sete, fame? purtroppo non abbiamo molto, portate qualcosa ad Angelica!»
«mi basta un bicchiere d'acqua e un pezzo di pane, starò apposto, grazie...» ribatté Angelica ricambiando il sorriso.

La sera, la nave fece porto a Marbella, Angelica salutò Antonio e lo ringraziò per averla salvata.
«e ora che farai qui?» disse lui.
«bhe in realtà non lo so, ho perso tutto e.... tutti... Mi tocca ricominciare immagino».
«se ti serve un lavoro e te la cavi a cucire, posso consigliarti la grande sartoria di Marbella, cercano sempre donne competenti e possono anche offrirti alloggio in cambio di servigi»
«veramente?» disse Angelica stupita:«ci andrò subito! Forse è il posto adatto a me... Almeno credo...».
Angelica ringraziò ancora Antonio e i due si salutarono.

Dopo la donna si recò al centro del paese, era sera tardi le strade cominciavano a svuotarsi. Chiese informazioni ad alcuni passanti, sul luogo preciso della sartoria e, dopo qualche ricerca, si trovò davanti alla porta.

Fece un respiro e bussò la prima volta. Ma nessuno aprì.
Bussò di nuovo insistendo e sentì delle voci provenire da dietro la porta.
Ad aprirle, arrivò una bellissima bambina, intorno i 10 anni.
Guardò Angelica e disse quasi spaventata: «chi...chi è lei?»
«ciao... sono Angelica sto cercando lavoro, mi è possibile parlare con qualcuno?»
«non...non penso che a quest'ora sia disponibile...io...» cercò di parlare la bambina quando...
«Su, spostati! Fammi vedere chi è a quest'ora!» disse quasi urlando una donna.
Scostò la bambina con forza dalla porta e la spalancò del tutto.
«Tu chi sei? Che vuoi a quest'ora!? Ma sai che ore sono!? » disse la donna agitata.
«salve sono Angelica, scusi per l'orario... Sto cercando un alloggio per la notte o magari per più tempo... Mi hanno consigliato questo posto visto che...»
«ma ti sembra un albergo!??» continuò ad urlare la donna.

Angelica cercò di spiegare la situazione anche se sembrava che poco importava alla donna.

«Caterina che sta succedendo qui?» chiese un uomo sulla sessantina che si avvicinò a loro per capire la situazione.
«Questa donna si è presentata alla nostra porta in cerca di alloggio»
«suvvia Caterina, sembra aver bisogno di aiuto» disse l'uomo.
«si signore, sono stata protagonista di spiacevoli eventi che mi hanno condotto qui. So che è un azienda tessile e avete bisogno di personale. Io sono brava a cucire. In cambio di alloggio potrò lavorare per voi...»

Caterina e l'uomo si guardarono.
«Va bene cara, ti indicheremo una stanza dove passerai la notte, cambiati e sistemati... Ci sono dei vestiti nell'armadio. Domani verificheremo le tue competenze e se va tutto bene resterai qui come pattuito»
Angelica prese fiato e sorrise come per ringraziare:
«grazie veramente! Mi siete molto d'aiuto! Mi sdebiterò con voi promesso!»
I due fecero entrare Angelica.
«mi chiamo Alfonso» disse l'uomo. Nel mentre camminò lungo un corridoio seguito da Angelica ed aprì una stanza entrandoci.
«questa è la tua stanza. Domani presentati in orario in sartoria, sarà Helèna ad accompagnarti» continuò indicando la bambina che si nascondeva dietro la porta.
«va bene grazie ancora!» disse Angelica sorridendo.
Alfonso uscì dalla stanza mettendo una mano sulla spalla della piccola Helèna, che era ferma sul ciglio della porta a guardare Angelica e dopo chiuse la porta.
Angelica fece un bagno veloce e si cambiò con una camicia da notte trovata nell'armadio e nel mentre si spogliava, cadde per terra la bambolina voodoo di Jack Sparrow.
La prese in mano e la guardò con gli occhi lucidi. «me la pagherai esparrow» disse silenziosamente col suo tipico accento spagnolo.
Nascose la bambolina in un cassetto e non fece in tempo a mettersi sul letto che si addormentò.

Pirati dei Caraibi - La maledizione dell'erede parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora