capitolo 28: vento maestrale

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Le navi di Jack nel frattempo stavano attraversando la tempesta.
«Capitano!» urlava Gibbs sotto il diluvio per attirare l'attenzione di Jack:
«è una pazzia spingersi ancora più in mare aperto! Fermiamoci!»
«NO GIBBS! Non servirà a nulla! È la tempesta che mi sta guidando!» disse Jack fiero al timone.
«mi sembra un folle! E noi più folli che stiamo a seguirlo!» si lamentò come suo solito Scrum.
«Jack il cielo è scuro! Quasi non si vede niente!» cercò di farlo ragionare Gibbs.
«riportate dentro i remi» ordinò Jack.
«Oh grazie a Dio!» urlò Gibbs
«No Gibbs, non per fermarci. Guarda avanti....»
Gibbs si girò e rimase sbalordito.
La nave si stava dirigendo dritto lungo uno stretto separato da alte scogliere rocciose.
«maledizione Jack! Sei un folle!» disse Gibbs iniziando ad innervosirsi girando il timone della nave.
«COSA FAI GIBBS! il folle sarai tu! Ci farai schiantare!» lo gridò Jack seriamente.
«Jack ci farai morire tutti! Non possiamo passare da qui, specie con questa tempesta!» continuava ad urlare Gibbs quando si udirono delle urla e un forte rumore dietro di loro.
Una nave della fratellanza infatti si era schiantata contro una scogliera poco prima.
«uomini in mare!» urlò un pirata di Will dall'olandese volante.
«è impossibile aiutarli qui! Manovrate il timone! O ci schianteremo a loro!» disse Will preparando la sua nave ad entrare nello stretto.
«gettate delle funi! In caso qualcuno rimasto vivo riesca ad appendersi!» disse Will.
«Hai visto Jack! Una nave è andata! Aspetta che passino le altre!» disse Gibbs.
«si, alla fine ne usciranno solo i veri capitani, quelli capaci di manovrare decentemente una nave!
Torna a lavoro Gibbs! Fà tirare fuori i remi! Proseguiamo!
Ora lo spazio si fa più ampio!» ordinò deciso Jack.
E Gibbs anche se frustato dovette obbedire: «tirate fuori i remi uomini! Proseguiamo controcorrente!» urlò agli uomini sotto coperta.
Quasi tutte le navi riuscirono a passare nello stretto sotto la tempesta. Se non due o tre che si schiantarono prima.

Intanto sulla Lil's demon death Angelica era sfinita per via delle torture

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Intanto sulla Lil's demon death Angelica era sfinita per via delle torture.
«Jack in cerca della spada magica di Cortés... Maddai non farmi ridere» disse Lilith sedendosi al suo maestoso trono mentre guardava la figlia sanguinante.
«e perché la spada dovrebbe risponderli?» domandò.
Angelica alzò gli occhi senza parlare.
«non hai ancora imparato la lezione» disse Lilith facendo mordere le gambe di Angelica da dei serpenti non troppo velenosi.
Ad Angelica iniziava ad annebbiarsi la vista e per la debolezza la testa le stava pendendo appoggiata sul braccio destro ancora legato alla trave.
«Muoviti a parlare!» disse Lilith tirandola dai capelli per addrizzarli la testa.
«lui è il padrone!» urlò Angelica sfinita.
Lilith la lasciò finalmente stare.
Si appoggiò al tavolo e si mise a riflettere.
«dobbiamo iniziare ad agire» pensò.
Uscì dalla sala di fretta, lasciando sola Angelica, che sfinita svenne.

Si recò sul ponte della nave e tirò fuori l'occhio di Stone-eyed Sam.
«è il momento di chiamare i rinforzi» disse Lilith guardando l'occhio.
Praticò un breve rituale con l'occhio magico che, dopo qualche ora, avrebbe dovuto chiamare a sé tutti gli spiriti aztechi.
Nel tempo di attesa prese la rosa dei venti in mano e si materializzò con quella. Chissà che altro aveva in mente.

Angelica si svegliò poco dopo e iniziò a guardarsi intorno.
Vide i lividi sul suo corpo e le gocce di sangue che ancora cadevano poco alla volta formando una macchia per terra.
Continuò a guardarsi intorno con gli occhi socchiusi.
Doveva trovare un modo per liberarsi a tutti i costi.
Guardò in alto, dove aveva le braccia legate ad una trave orizzontale. E vide appesi proprio su queste una serie di ciondoli e amuleti, uno di questo con un grande dente di basilisco.
Allungò la mano per tirarlo e ci riuscì, poi sentì dei passi dirigersi verso di lei.
Staccò con le mani il dente dall'amuleto e lo nascose nella manica della camicia.

Rientrò Lilith spalancando la porta.
«oh Angie ben ritrovata. Fuori abbiamo visite. Pronta per la grande guerra?
Chi vuoi veder morir prima?» disse Lilith ridendo.
Angelica aggrottò il labbro.
«Stanno giungendo potenti flotte di spiriti aztechi. Sono imbattibili.
E guarda un po' cosa sono andata a ripescare dalla tomba di Poseidone!» continuò Lilith mostrando ad Angelica la spada di suo padre.
Angelica la guardò sconvolta. La spada era andata persa insieme alla Queen's Anne Revenge.... Come l'aveva ritrovata? Come ha potuto rispondere a lei se non è l'erede della spada?

«Fra pochissimo salpiamo e andiamo dal tuo Jack. Che ne pensi Angie? Felice di rivederlo l'ultima volta?» continuava a prenderla in giro Lilith, indossando ora la sua divisa ufficiale.

«bene io sono pronta... ora mi serve il tuo aiutino Angie...» si avvicinò a lei con la spada di Tritone tra le mani.
Angelica cercava di spostarsi ma era inutile.
«oh tranquilla non devo farti male» disse premendo con la lama il collo di Angelica e prendendo una goccia di sangue che stava scivolando.
«questa mi basterà... visto che ho lasciato il tuo campione di sangue a casa... non va sprecato Angie!» disse facendo colare la goccia di sangue sulla rosa dei venti.

Dopo la goccia iniziò a colare verso il centro della freccia, che diventò rossa per il colore del sangue, dopodiché iniziò a girare velocemente fermandosi sul maestrale. La flotta di Jack doveva trovarsi a nord-ovest.
«bene bene bene...
Prepararsi a salpare!» disse Lilith mentre Angelica la guardava allarmata:
«spero di averti dato più tempo Jack» si disse.

Pirati dei Caraibi - La maledizione dell'erede parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora