21

76 5 0
                                    

Dylan non sapeva come dover prendere quell'affermazione.
Ovviamente, da una parte, si sentiva molto contento. Mentre, dall'altra, lo sentiva come un secondo rifiuto da parte di Cassie.
Si girò verso di lei e, con tutta la volontà che riuscì a trovare le sorrise pacatamente.
《Andiamo a vedere questi film o no? Sennò facciamo nottata!》scherzò.
Cassie rimase in silenzio qualche secondo e poi annuì, sorridendogli in risposta.
Qualche minuto dopo, la voce di Galadriel stava narrando la creazione degli anelli del potere e Cassie ripeteva parola per parola a memoria.
《Quante volte lo hai visto?》chiese Dylan ridendo e prendendo una manciata di popcorn caldi che avevano preparato prima di mettersi comodamente sul divano.

《Con mio... nostro padre... quando ero piccola lo guardavamo in continuazione. Alla fine abbiamo iniziato a metterlo senza volume e recitavano io e lui le parti. Era una cosa nostra...》rispose Cassie adombrandosi un pochino.
《Vuoi che metta altro?》propose il fratello.
Cassie scosse la testa velocemente e accennò un sorriso.
《Assolutamente no. L'ho proposto io, e poi mi sembra un bel modo di ricordarlo insieme》.
Il ragazzo allora si sistemò meglio sul divano e si immerse nella visione del film.
Ogni tanto lanciava delle occhiate fugaci alla sorella, troppo presa dalle scene per accorgersene. Quando gli squillò il cellulare, riportandolo alla realtà.

Guardò il display e vide il nome di Jen. Dylan espirò piano.
《Scusami un attimo, devo rispondere. Tu continua pure》disse alzandosi dal divano e dirigendosi in cucina.
《Che vuoi Jen?》chiese brusco, rispondendo al telefono.
《Mi avevi detto che saresti stato fuori tutto il giorno! E invece guarda un po'? Vedo la tua macchina sul vialetto di casa. Mi stai prendendo per il culo? Non è che per caso vedi un'altra? 》rispose adirata la ragazza.
《Io non sono te》rispose Dylan d'istinto. E subito dopo se ne pentì. Non avevano più parlato della cosa da quando si erano lasciati e, sicuramente, non aveva voglia di farlo in quel momento.

《Ti ho chiesto perdono mille volte! Lo sai cosa sono arrivata a fare pur di farmi perdonare! Perché tiri fuori questa cosa adesso? Pensavo volessi ricominciare...》disse iniziando a singhiozzare.
《Jen mi dispiace... io non credo di essere pronto》concluse Dylan stancamente, massaggiandosi la tempia con un dito.
《E me lo dici così? Abbia almeno il coraggio di dirmelo in faccia, stronzo! 》urlò riagganciando il telefono e iniziando a suonare il campanello come una furia.

《Ma che succede?》domandò Cassie dal salotto, andando ad aprire la porta.
《Cassie non-》iniziò a dire il fratello. Ma ormai era troppo tardi, aveva aperto la porta, trovandosi di fronte ad una Jennifer incazzata nera.
La mora entrò a passo di carica, scostando Cassie bruscamente.
《Ehi ma che modi!》si lamentò la ragazza nella sua direzione.
Allora Jennifer la squadrò dall'alto in basso e ed esplose.
《Non hai voluto uscire con me per stare tutto il giorno con tua sorella?》sputò fuori quell'ultima parola come se fosse stata una cosa totalmente aberrante.
《Jennifer adesso devi smetterla. Come voglio passare il mio tempo libero non è affare tuo》le rispose Dylan digrignando i denti.

Cassie si accorse che il fratello aveva stretto i pugni, segno che stava iniziando davvero a perdere la pazienza. Avrebbe dovuto fare qualcosa prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
《Jennifer mi dispiace, non sapevo aveste un appuntamento. Oggi mi sentivo giù di morale e gli ho chiesto se avesse voluto guardare dei film con me》si scusò Cassie col tono più mortificato che riuscì a tirare fuori.
Dylan la guardò confuso, perché ovviamente non avrebbe mai dato la colpa a lei per una cosa del genere.

《Stai zitta tu! Nessuno ti ha interpellata》la zittì Jennifer in malo modo.
《Jen adesso basta. Volevi che ti dicessi faccia a faccia che voglio rompere, giusto? Bene, non voglio più stare con te. Adesso esci da casa nostra.》sottolineò l'ultima parola con troppa enfasi e Jennifer fece un'espressione confusa.
《Mi stai lasciando... per lei?》chiese con le lacrime agli occhi.
Cassie si rese conto che quella ragazza non dovesse avere tutte le rotelle a posto. Era bellissima, certo, però era sempre meno lucida e, più passavano i minuti e più le sembrava che avesse degli sbalzi d'umore davvero enormi.

《Ti sto lasciando, perché queste scenate di gelosia totalmente casuali non le ho mai sopportate e, come ti ho detto prima, mi sono reso conto che non sono ancora pronto a riprovarci. Non dopo tutto quello che è successo》concluse trascinandola fuori per un braccio.
La ragazza si divincoló con forza e, quando lui la lasciò si girò guardandolo con odio.
《Non la passerai liscia. Non di nuovo. E nemmeno tu》asserì in direzione di Cassie, che osservava la scena, da dietro la porta di casa, totalmente esterrefatta.
《Vattene e non farti più rivedere》disse Dylan sempre più adirato.
Le mani gli iniziarono a tremare e, non appena vide Jennifer allontanarsi, tornò in casa e chiuse la porta, accasciandosi subito dopo sul freddo pavimento di legno.

《Stai bene?》gli chiese Cassie, avvicinandosi cautamente. Non aveva mai visto il fratello in quelle condizioni.
Okay, quella pazza aveva dato letteralmente di matto ma niente che le facesse pensare che lui avrebbe potuto prenderla così male.
《È stato quasi come l'altra volta...》sussurrò piano.
《L'altra volta?》lo incoraggiò Cassie, sperando che gli raccontasse come erano andate le cose.
《Lei è sempre stata una tipa gelosa, quando stavamo insieme ho dovuto chiudere con molte amiche perché lei aveva paura che potessi farci qualcosa》iniziò, appoggiando la testa al muro.

Cassie allora si sedette accanto a lui e gli prese una mano fra le sue, stringendolo piano.
Confortato da quel gesto, Dylan proseguì.
《Uscivamo sempre insieme, ovunque andavo lei voleva venire con me per controllarmi e assicurarsi che non vedessi nessun'altra. Poi una sera, dovevo andare da lei ma all'ultimo mi disse che aveva litigato con i suoi e che non poteva uscire. Pensando di farle una sorpresa, la sera tardi, mi arrampicai sulla sua finestra ed entrai in camera sua. La beccai mentre faceva sesso con un tizio poco più grande che le aveva fatto gli occhi dolci qualche sera prima in un pub. Ovviamente tornai subito a casa senza neanche guardarla. I giorni seguenti, mi chiamò svariate volte, si presentò qui a casa, cercando di giustificarsi mille volte per quello che aveva fatto, ma io non ne volevo sapere. Mi faceva ribollire il sangue nelle vene. E le dissi che non ne volevo più sapere niente di lei e che per me era morta. Dopo quella volta non ne seppi più niente fino a che, qualche settimana dopo, Zac non mi disse che aveva tentato di suicidarsi e i suoi l'avevano mandata in una clinica privata》.

Dopo quell'ultima frase si ammutolí e guardò Cassie in attesa che lei dicesse qualcosa.

Un Amore SbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora