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Il Mattino seguente Cassie si svegliò di buon umore. L'idea di poter frequentare nuovamente delle lezioni le procurò un brivido di eccitazione lungo la spina dorsale.
Calmati e fai un bel respiro. Oggi vai solo a vedere com'è il posto, niente di più.
Si fece una doccia veloce, si vestì con un paio di jeans e una felpa scura, dato che negli ultimi giorni aveva iniziato a far più freddo e scese al piano inferiore per fare colazione.
Sua madre la stava aspettando con già la colazione in tavola: due uova strapazzate e qualche fetta di bacon croccante, il tutto accompagnato da un paio di fette di pane tostate. Proprio come piaceva a lei.

《Sembra tutto delizioso!》esclamò contenta.
《Speriamo che lo sia davvero, non mi cimento molto spesso ai fornelli》rispose Cora con un velo di preoccupazione nella voce.
Cassie iniziò a fagocitare ogni cosa le si parlasse davanti e, dopo aver bevuto un bicchiere di succo d'arancia si appoggiò allo schienale della sedia.
《Aaaah! Davvero squisito, grazie mamma!》asserì soddisfatta.
《Avevi fame eh!?》disse una voce familiare dietro di lei.
A quel suono ogni suo muscolo si immobilizzó. Non si era di certo dimenticata di suo fratello, però il fatto che non lo aveva più visto nei paraggi nell'ultima settimana le aveva quasi fatto pensare che si fosse trasferito da qualche altra parte.

Ma che sciocchezze! La criticò la vocina.
《Dylan, non iniziare. Oggi è un gran giorno per Cassie》lo zittì Cora.
Dylan alzò un sopracciglio, leggermente stupito.
《Ah si!? Ovvero?》la incalzò.
《Andiamo a visitare l'Hope C-》.
《MAMMA!》la interruppe Cassie.
《Scusami tesoro, pensavo che almeno tuo fratello potesse saperlo》si scusò.
《Sapere cosa!?》chiese esasperato Dylan.
《Niente di niente. Adesso vai a lavoro o a fare quello che fai di solito! 》disse Cassie alzando il tono di un ottava.

***

《Sii gentile con tuo fratello》le disse sua madre una decina di minuti dopo, mentre erano in macchina per raggiungere Holland.
Cassie imbarazzata si girò verso il finestrino a guardare il paesaggio che scorreva veloce davanti ai suoi occhi.
《Mi dispiace, ammetto di aver esagerato. Ma per adesso non voglio che lo sappia nessuno. Non fino a che non ho davvero deciso》disse sospirando.
《Lo capisco, davvero. Però lui è tuo fratello e ti vuole bene. Non sai quanto ha sofferto quando tuo padre ti portò via da noi...》rispose Cora lasciando la frase in sospeso.

Cassie non si lasciò sfuggire questa grande occasione.
《Perché tu e papà vi siete lasciati? 》chiese con finto tono ingenuo.
《È una lunga storia...》provò a sviare la madre.
《Abbiamo tutto il tempo》asserì Cassie senza demordere.
《Immagino che prima o poi tanto te lo avrei dovuto raccontare - sospirò pesantemente prima di continuare - io e tuo padre ci siamo conosciuti tanti anni fa ed è stato amore a prima vista... inizialmente eravamo molto felici e spensierati, tuo padre era uno degli uomini più dolci del mondo e non avrei potuto desiderare niente di più. Un giorno però, mi venne offerto un lavoro molto ben retribuito, il problema fu che avrebbe implicato il dover viaggiare in continuazione. In quel periodo non navigavamo nell'oro quindi un'opportunità del genere non te la saresti mai fatta scappare. E infatti accettai》.

Cassie ascoltava in silenzio e ogni tanto annuiva, quella parte della storia già la sapeva, voleva sapere perché sua madre aveva fatto una cosa tanto orribile a suo padre. Però non disse niente e aspettò che Cora riprendesse il racconto.
《I primi tempi di affiancata da un ragazzo giovane di circa la mia età che si dimostrò essere estremamente gentile e affettuoso nei miei confronti. Di qualsiasi cosa avessi bisogno lui era sempre pronto ad aiutarmi. Mentre quando tornavo a casa il weekend da tuo padre... beh... litigavamo in continuazione, questa faccenda della distanza ci stava distruggendo. In quel periodo mi sentii davvero sola. Non sai quanto l'ho rimpianto, non sai quante volte ho provato a scusarmi. Ma per tuo padre fu un errore imperdonabile e non è mai riuscito a perdonarmi davvero, anche se ci ha provato. Ci ha provato con tutte le forze》.

Cassie rimase senza parole. Nonostante sapesse già tutta la storia, sentire che sua madre aveva tradito suo padre le spezzò il cuore.
《L'ultima goccia è stata sapere che Dylan non fosse suo figlio...》mormorò Cora tristemente.
《Mamma... perché...?》riuscì a domandare Cassie alla fine.
《Non lo so tesoro. Te l'ho detto, in quel periodo mi sentivo sola e Mike - il mio collega - era sempre presente, mentre tuo padre no. Ho fatto uno sbaglio, ne sono cosciente. E ci dovrò convivere per tutta la mia vita》.
Fortunatamente poco dopo arrivarono davanti all'Hope College che, come per magia, cancellò gli ultimi quaranta minuti di tragitto.
《Non posso giudicare una cosa che non ho vissuto. Sicuramente non hai agito bene, sei già stata "punita" per questo, quindi non aggiungerò altro. Adesso siamo qui, a decidere del mio futuro ed è una cosa che a papà farebbe molto piacere. Quindi cerchiamo di passare una bella giornata e in un altro momento finiremo questo discorso 》concluse Cassie decisa scendendo dalla macchina.

I suoi occhi furono abbagliati per un breve istante dalla forte luce solare che li colpì. Appena riuscì a mettere a fuoco, si guardò intorno e rimase estasiata.
L'entrata era composta da due colonne di mattoni rossi con sopra un arco in ferro contenente la scritta "Hope College" in finto oro.
Da quel punto, si estendeva un vialetto centrale circondato dall'erba che portava fino all'entrata dell'immenso edificio tutto in pietra.
Sebbene facesse freddo, alcuni fiori decoravano le aiuole, dando un tocco di pace e tranquillità.
《È bellissimo!》esclamò Cassie estasiata.
《Vogliamo andare a dare un'occhiata all'interno? 》suggerì la madre sfoderando un bellissimo sorriso.

La tristezza di poco prima sembrava averla completamente abbandonata, oppure sapeva nasconderla egregiamente.
Cassie annuì e corse all'entrata, felice come una bambina il giorno di Natale.
Quando aprì il portone fu accolta da una miriade di emozioni che la sommersero.
Questo è il posto per me.
Il pavimento piastrellato bianco e nero ricordava una scacchiera, sulla sinistra una porta in legno in cui spiccava la scritta "Segreteria" attirò la sua attenzione, ma si diede un'altra occhiata intorno prima di procedere. I corridoi erano pieni di studenti intenti a ripassare o a fare semplice conversazione davanti alle macchinette del caffè.

Una scalinata in marmo bianco portava al piano superiore, numerosi quadri di uomini importanti erano appesi alle pareti in legno perfettamente lavorato e ovunque potevi notare poltroncine e tavolini in cui la gente poteva stazionare tra una lezione e l'altra.
Nel frattempo sua madre l'aveva raggiunta e, insieme, decisero di entrare in segreteria a chiedere qualche informazione riguardo ai corsi, gli orari delle lezioni e qualsiasi altra cosa fosse venuta in mente a Cassie.
Bussò educatamente alla porta e una voce femminile rispose dall'altro lato.
《Avanti!》.

Un Amore SbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora