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《Mi dispiace comunicarle che suo padre è deceduto questa mattina》 disse una voce atona dall'altra parte del telefono.
L'apparecchio le scivolò di mano, provocando un tonfo sordo quando batté sul pavimento.
Si sedette sul letto e rimase qualche minuto a fissare il vuoto.
Quello era un incubo, doveva per forza essere un incubo. Aveva dato la buonanotte a suo padre la sera prima, come qualsiasi altra sera e come altre mille sere a precedere e invece, realizzò che non avrebbe più potuto salutarlo, né abbracciarlo, né raccontargli cose stupide... Lui semplicemente non c'era più.

《Signorina? Signorina mi sente?》 Continuò la voce al telefono.
Cassie lo raccolse da terra e se lo portò all'orecchio.
《Sono qui》 sussurrò senza lasciar trasparire alcuna emozione.
《So che è un momento terribile ma ci sarebbero da sbrigare alcune procedure...》. L'uomo iniziò a spicciolare una vagonata di parole che per lei non avevano alcun senso. Chiusa la conversazione prese un profondo respiro.
Non mi posso lasciare andare adesso. Devo pensare a cosa fare, Cassie tu sei forte, ce la puoi fare. Adesso respira e chiama quella donna...

Cassie inspirò nuovamente ed espirò, ripeté l'azione per varie volte fino a che non si sentì pronta e cercò il numero nella rubrica.
Uno squillo... Due squilli... Al terzo sentì una voce familiare e allo stesso tempo quasi estranea rispondere.
《Si?》.
《Mamma...》 Disse Cassie con voce rotta.
《Cassie? Cassie sei tu? Va tutto bene?》 Chiese la donna preoccupata.
《Mamma... Papà ha avuto un incidente mentre andava a lavoro e ora... Ora non c'è più... Ci sono tantissime pratiche da sbrigare e io non so cosa fare...》 Rispose iniziando a singhiozzare.
Anche se non sentiva quella donna da settimane, era pur sempre sua madre, l'unico genitore rimastole.

Dall'altro lato del telefono ci fu silenzio seguito da strani rumori di sottofondo.
《Non preoccuparti, in tre ore sono lì. Penso a tutto io, fatti una tisana e cerca di stare tranquilla. Arrivo il prima possibile》 disse Cora gentilmente.
《Va bene ti aspetto》 rispose riagganciando.
Si alzò dal letto e si recò in bagno.
Pessima scelta, c'erano tutte le cose di John, sparse ovunque.
Cassie non riuscì a trattenere un singhiozzo.
《Perché mi hai lasciata?》 Chiese ingenuamente guardando la schiuma da barba che suo padre usava per radersi ogni mattina.

Si spogliò e buttò tutto per terra, infilandosi sotto il getto di acqua calda della doccia e iniziando a piangere.
Le lacrime si mescolarono con l'acqua, scivolando giù nello scarico.
Tutti quei momenti che fossero stati tristi o felici, non sarebbero più tornati. Adesso cos'avrebbe fatto?
Doveva trovarsi un lavoro? Doveva lasciare gli studi?
Cassie si sentì improvvisamente sola e abbandonata, non aveva più un posto sicuro dove stare, il suo futuro era diventato tutto incerto in meno di un minuto.

Chiuse l'acqua e prese l'asciugamano appeso ad un gancio sul muro, si asciugò i capelli e si mise una morbida tuta da ginnastica e, stravolta, si coricò sul divano, addormentandosi immediatamente.
Non seppe di preciso quanto tempo passò, se dei minuti o delle ore, quando venne svegliata dal suono del campanello.
Quando aprí, si ritrovò davanti una donna alta e snella, con i capelli biondi e gli occhi color nocciola che, non appena la vide, l'avvolse subito in un abbraccio caloroso.
《Oh tesoro mio...》 Disse Cora stringendola forte.

Cassie ricambiò l'abbraccio, in quel momento aveva davvero bisogno di un po' di calore umano.
《Hai mangiato qualcosa?》 Chiese la donna, guardandola preoccupata.
Cassie scosse la testa, troppo stanca per rispondere.
《Ti preparo qualcosa e poi faccio un giro di chiamate》.
Cora si diresse in cucina e iniziò a tirare fuori pentole e padelle, per finire poi a preparare una semplice minestrina calda.
Dopo averla versata in una ciotola, diede un piccolo buffetto sulla testa alla figlia e iniziò a chiamare l'ospedale, le pompe funebri e i parenti occupandosi di tutto.

Il funerale sarebbe stato due giorni dopo, in seguito Cassie si sarebbe dovuta trasferire da Cora dall'altra parte dello stato, lasciando tutto e tutti.
Ma forse era meglio così, ripartire da zero e iniziare una nuova fase della sua vita.
Devo andare avanti, devo farlo per papà.
Seguì sua madre in giro per la città, per ordinare i fiori, la bara, prenotare la chiesa per la funzione e tutta una serie di trafile burocratiche.

***
Il funerale si svolse molto rapidamente, il prete disse le solite frasi di circostanza, totalmente impersonali, le persone che piangevano, le continue condoglianze e abbracci da perfetti sconosciuti avevano stancato immensamente Cassie.
Fortunatamente, sarebbero partite quella sera stessa. Lasciando quel posto orribile che ormai associava solo alla grande perdita che le aveva causato.
Suo padre sarebbe stato seppellito nella tomba di famiglia così che chi avesse voluto, sarebbe potuto andare a trovarlo.

Dopo aver salutato l'ultimo conoscente, tornarono a casa e caricarono più scatoloni possibili in macchina.
Il restante delle sue cose, le avrebbero prese i traslocatori il giorno seguente.
Si guardò intorno un'ultima volta e sentì una fitta di dolore al centro del petto.
Non poteva più vivere in quel posto, non con tutti i ricordi e le emozioni che le trasmetteva.
Chiuse la porta e girò la chiave nella toppa.
Quando salì in macchina si guardò allo specchietto e vide solo il riflesso di quella che era una volta.
Una Cassie molto pallida, con guance scavate e delle occhiaie così marcate da far invidia persino a Dracula stesso.
Gli occhi verde acqua avevano perso la loro solita lucentezza e, persino i capelli, che di solito erano di un bel rosso acceso adesso sembravano quasi sbiaditi.

《Sei pronta tesoro?》 Chiese sua madre guardandola con dolcezza.
Cassie annuì e si appoggiò sullo schienale.
Sua madre le prese la mano e gliela strinse forte.
《Da ora in poi andrà meglio》 le disse mettendo in moto e partendo nell'oscurità della notte.

Un Amore SbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora