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Era passata una settimana da quando era andata a pranzo con Zac.
A fine appuntamento improvvisato le aveva chiesto il numero di telefono ma non le aveva mai scritto. A lavoro si comportava come se niente fosse, una normale relazione capo-dipendente e questo la rendeva confusa.
Nel frattempo sua madre era tornata dal viaggio di lavoro e, notando lo strano comportamento fra lei e Dylan, aveva chiesto se fosse andato tutto bene mentre lei non era presente. Il fratello aveva a malapena scrollato le spalle e se n'era andato in officina, dove peraltro era stato per tutta la settimana. Tornava a casa solamente per dormire ormai e Cassie si sentiva responsabile.

Ovviamente pensava ogni cosa che gli avesse detto, però le dispiaceva se in qualche modo avesse ferito i suoi sentimenti. Anche lei aveva sviato le domande della madre e aveva cambiato argomento chiedendole del suo viaggio e lasciando cadere così il discorso.
Avrebbe voluto chiederle anche della storia con suo padre e il padre di Dylan ma non le sembrava mai il momento opportuno. Per cui i giorni passarono senza particolari cambiamenti e Cassie iniziò ad abituarsi a quella piacevole routine casa-lavoro-libreria.
Stando molto tempo sui libri iniziò a mancarle l'università e pensò di iscriversi nuovamente per il semestre seguente.

《Mamma c'è un Università con dei corsi di Storia nelle vicinanze?》chiese Cassie mandando giù un boccone di carne.
A sua madre si illuminarono gli occhi per la felicità.
《Non vedevo l'ora che me lo chiedessi! Non pensavo ci mettessi così poco! Mi rendi davvero felice figlia mia》.
Cassie abbassò lo sguardo imbarazzata. Sapeva che a sua madre era dispiaciuto quando le aveva comunicato che avrebbe preso un anno di pausa dallo studio, però non aveva capito che ci tenesse così tanto.

《Quindi? Esiste?》la incalzò.
《Certo che esiste. Dove pensi che siamo?》rispose sua madre ridendo.
Non l'aveva mai sentita ridere, forse quando era piccola ma non lo rammentava più. Era una risata dolce e melodiosa, adesso capiva perché suo madre si fosse innamorato di lei. Era una delle risate più belle del mondo.
《C'è l'Hope college a Holland la cittadina qui vicino》continuò la madre riportandola alla realtà.
《Quanto dista da qui?》.
《Una quarantina di minuti circa. Se vuoi possiamo andare a dare un'occhiata domani mattina》propose Cora entusiasta.
《Non lavori?》chiese Cassie stupita.
《No. Domani è il mio giorno libero. Allora, ti andrebbe?》.

Cassie ci pensò su qualche secondo prima di annuire.
Sua madre lasciò cadere le posate nel piatto e si precipitò ad abbracciarla. Sembrava veramente felice, quasi come se già si fosse iscritta.
《Però nessuna aspettativa, ok?》chiese Cassie per sicurezza.
Cora fece cenno di no con la testa, tornando a inforchettare gli ultimi residui di cibo che aveva nel piatto, canticchiando fra sé e sé.
Chissà cos'avrebbe pensato Dylan a quella notizia.
E questo adesso cosa c'entra? Disse l'antipatica vocina nella sua testa. Stava iniziando seriamente ad odiarla.
Alla fine era pur sempre suo fratello, anche se aveva detto determinate cose, non voleva che uscisse per sempre dalla sua vita.
Lo aveva appena ritrovato e sebbene l'inizio non fosse stato dei migliori, avrebbero sempre potuto rimediare.

Non dei migliori eh!? La sbeffeggiò quell'irritante vocina.
La zittì per l'ennesima volta, salutò la madre e si preparò per andare a lavoro.
Mentre si dirigeva a passo spedito verso il pub ripensò alla conversazione avuta a cena.
L'università. Papà sarebbe felice di sapere che voglio continuare gli studi. Pensò Cassie sospirando tristemente.
L'unica cosa che avrebbe voluto sarebbe stata vederlo un'ultima volta, per poterlo salutare e dirgli che se la sarebbe cavata e che avrebbe fatto tutto il possibile per condurre una vita degna, rispettosa e che lo avrebbe reso fiero di lei.

La serata procedette senza intoppi, anche se Cassie quella sera era totalmente assente. Faceva le cose in maniera meccanica e spesso era distratta. Fortunatamente, però, tutto filò ugualmente liscio. Alla fine del turno, si congedò velocemente dal suo capo senza quasi guardarlo. Era piena di pensieri e speranze per quello che l'avrebbe attesa il giorno seguente.
Doveva farsi delle aspettative? Veramente voleva riprendere a studiare? Come avrebbe fatto col nuovo lavoro?
Forse avrebbe dovuto accennare qualcosa a Zac ma, fino a che non fosse stata completamente sicura della sua scelta, non ne avrebbe parlato con nessuno. Tranne, ovviamente, a sua madre che già ne era a conoscenza.

Sentí vibrare il telefono nella tasca posteriore dei jeans e lo tirò fuori incuriosita.
Chi mai potrà essere a quest'ora?

Sconosciuto: Tutto bene?

Cassie: Non ho il tuo numero... chi sei?

Sconosciuto: Sono il tuo capo, Zac! Stasera a lavoro ti ho vista pensierosa...

Cassie perse un battito quando lesse l'ultimo messaggio. Alla fine Zac le aveva scritto! Fece un paio di respiri per calmarsi e dopodiché iniziò a digitare velocemente sulla tastiera touchscreen del suo Iphone.

Cassie: Scusami Zac! Non avevo il tuo numero... cmq tutto bene, grazie. Ero solo un po' stanca.

Mentì spudoratamente.

Zac: Va bene, mi sono preoccupato inutilmente allora, meglio così! Ad ogni modo, ti andrebbe di riproporre il pranzo della scorsa settimana questo sabato?

Cassie: Molto volentieri!

Zac: Ti passo a prendere alle 12.

Cassie: Perfetto! Buona notte capo 😉

Zac: Notte ⭐

Cassie smise di trattenere il respiro ed esultò mentalmente.
Zac. Mi. Ha. Chiesto. Di. Uscire.
Ancora non riusciva a crederci, dopo una settimana finalmente le aveva scritto. Per un attimo si dimenticò tutti i pensieri negativi che l'avevano afflitta fino a quel momento e so dedicò a quell'unica dolce emozione positiva.
Un calore che non si aspettava di provare più dopo la morte di John, iniziò a irradiarsi dal petto agli arti, trasmettendole una sensazione di calma e tranquillità.
Forse finalmente la sua vita stava riacquistando un equilibrio e lei ce l'avrebbe messa tutta affinché le cose proseguissero lungo quella via.

Per un secondo la sua mente tornò a Dylan ma, scacciò immediatamente qualsiasi pensiero le si stesse per formare nella testa e percorse gli ultimi metri prima di arrivare a casa. Aprì lentamente la porta di ingresso per fare meno rumore possibile.
Si recò in bagno dove si lavò velocemente e, dopo essersi messa il pigiama, si distese sul letto e si addormentò all'istante per la stanchezza di quell'improbabile giornata.

Un Amore SbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora