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Cassie continuava a lanciare occhiate furtive al fratello, stava bevendo veramente troppo.
Si avvicinò a Zac senza lasciare che Dylan la sentisse.
《Non è meglio portarlo a casa? Non credo gli faccia bene bere ancora》.
Zac guardò l'amico e annuì, levandogli la birra dalla mano.
《Ehi! Quella è mia》imprecò Dylan arrabbiato.
《Per stasera hai bevuto abbastanza amico, ora tua sorella ti riporta a casa》disse facendo un cenno verso Cassie.
Dylan si girò verso di lei come se non avesse capito a chi si stesse riferendo.
《Oh... Mia sciorella...》 Sbiascicó scendendo malamente dallo sgabello.
Vederlo in quelle condizioni le fece uno strano effetto.

Sembrava completamente un'altra persona, così fragile e indifeso.
《Ma hai ancora un sacco di clienti, sicuro che non hai bisogno di una mano?》 Chiese Cassie guardandosi intorno.
《No tranquilla, occupati di lui. Ne ha più bisogno》.
Cassie riportò il grambiule nella stanzina e lo piegó accuratamente, mettendolo sopra un mobile sulla destra.
Ma perché aveva bevuto così tanto? Era vero che ancora non lo conosceva quasi per niente, ma non si aspettava di certo di vederlo ridotto così durante la sua prima serata di lavoro. Sospirò e scosse la testa, uscendo dallo stanzino. Si diresse a passo spedito verso Dylan che tentava di rimettersi la giacca malamente.

《Amico non ti ho mai visto in queste condizioni... Cerca di riprenderti》disse Zac aiutandolo a vestirsi.
《Scenti tu... Tu non puoi dirmi coscia fare... Non sciai cosa sto pasciando》 un sonoro hic lo costrinse ad interrompersi e Cassie colse l'occasione.
《Bene capo, noi andiamo. Scusa per il disturbo》disse la ragazza, portandosi un braccio del fratello su una spalla e avviandosi verso porta.
《Domani passo a vedere come sta》 rispose il biondo un attimo prima che Cassie uscisse dal locale.
《Non c'è bisogno che mi aiuti. So camminare da solo》 disse Dylan qualche minuto dopo.

《Ah si? Beh.. prego allora, cammina pure》 rispose Cassie sfilandosi il braccio di dosso.
Neanche un momento dopo il corvino cadde rovinosamente a terra, imprecando.
《Si in effetti cammini davvero bene》 concordó Cassie scoppiando a ridere.
《Oh zitta... Tutto questo è anche per colpa tua》.
《Colpa mia?》.
Cassie lo guardò accigliata.
《Come potrebbe essere colpa mia?》.
《Perché tu sei mia sorella!》Sbraitò Dylan con gli occhi vacui.
《Questo lo so. Ma cosa c'entra col fatto che sei ubriaco?》 Chiese esasperata.
Dylan parve ricordarsi qualcosa e cambiò subito atteggiamento.
《Niente. Dico moltissime stronzate stasera, sono ubriaco. Per favore mi aiuteresti ad arrivare fino a casa?》 Chiese sforzandosi di dire le ultime parole il più gentilmente possibile.

《Uomini. Chi vi capisce è bravo》 sbuffò Cassie aiutandolo ad alzarsi e rimettendosi in cammino.
《Già...》 Bofonchió Dylan con lo sguardo perso nel vuoto.
Il resto della passeggiata - o del trascinamento - fu totalmente silenziosa. Appena arrivarono sul porticato di casa, Cassie lo adagiò contro la parete e aprì la porta. Lo dovette alzare nuovamente e lo portò al piano di sopra, nella sua stanza.
Appena aprì la porta rimase stupita, dire minimalista era un eufemismo.
C'era un letto matrimoniale, una finestra, una scrivania con un computer e un armadio. Niente poster, niente libri, niente di niente.

Lo portò fino al letto e cercando di farlo sedere gli cadde sopra rovinosamente. Cercando di rialzarsi si trovò faccia a faccia con due meravigliosi occhi verdi, se non fosse stato per le sopracciglia scure, avrebbe quasi potuto pensare di star guardando uno specchio.
Il contatto col fratello le mandò in tilt il cervello, quegli occhi erano come una calamita e il corpo sotto di lei... Beh era marmo puro.
Dylan le scostò gentilmente una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio, sospirando tristemente.
Era così bello... Cosa poteva affliggerlo così tanto da scolarsi quasi tutte le scorte del bar?

Quando la mano del fratello si fermò sulla sua guancia, Cassie smise di respirare. Il pollice le sfioró il labbro inferiore facendola sussultare.
Una strana sensazione si impadronì di lei aveva voglia di... Baciarlo? Sbatté gli occhi velocemente e si alzò di scatto, corse verso la porta e andò in camera sua.
Appena si mise sotto le coperte iniziò ad ansimare, le mancava il respiro.
Per un instante aveva davvero voluto che suo fratello la baciasse?
Sono malata. Cosa c'è che non va in me?

Le loro bocche erano state a pochi centimetri di distanza, se solo avesse voluto avrebbe potuto baciarla in qualsiasi momento, fortunatamente era riuscito a trattenersi. L'effetto dell' alcol stava iniziando a svanire.
La sensazione della pelle calda della sua guancia e del suo labbro soffice, però non volevano abbandonarlo.
Per un attimo aveva visto il desiderio negli occhi di lei che si era trasformato in terrore subito dopo.
Dannazione. Che sto facendo? È mia sorella... Non devo più bere così tanto quando c'è lei.
Aveva di nuovo bisogno di scopare. Da quando era arrivata Cassie una smania terribile lo divorava. Avrebbe dovuto darsi una calmata, oppure le sue amanti non avrebbero voluto vederlo mai più.

L'ultima volta aveva morso Tara così forte da farle venire un livido. Non era riuscito a trattenersi, aveva sfogato tutta la sua frustrazione su di lei e non era giusto. Per quanto fosse masochista quella volta aveva esagerato.
Cassie lo faceva impazzire, doveva trovare una soluzione perché altri due giorni senza la madre non sapeva proprio come avrebbe dovuto gestirli.
Prese un respiro profondo e un potente conato di vomito gli risalì fino alla gola.
Che splendida serata! Pensò ironico fra sé andando a vomitare nel bagno in fondo al corridoio.

Cassie sentì sbattere la porta del bagno e si avvicinò silenziosamente. Quando sentì i conati del fratello, il primo istinto le suggerí di entrare, ma quando l'immagine di loro due sul letto le balenò in testa decise che non era una buona idea. Con un nodo al petto tornò in camera sua e si sforzò di dormire.
Era stata una giornata stressante e piena di emozioni, il sonno la raggiunse immediatamente, portandola in un luogo oscuro e tenebroso la cui unica fonte luce erano due splendidi smeraldi verdi.

Un Amore SbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora