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Cassie si svegliò qualche ora dopo con un gran mal di testa.
Non appena si alzò, la coperta le scivolò fino alla pancia. Quando si ricordò di non aver preso alcuna coperta un piccolo brivido le percorse la schiena. Doveva essere stato suo fratello, non c'era altra spiegazione. La piegó con cura e la mise sopra la poltrona alla destra del divano.
Questa proprio non ci voleva. Fra poco devo andare al locale, ho dormito troppo. Pensò guardando l'orologio a pendolo appeso alla parete.
Non sapendo come avrebbe dovuto vestirsi, si mise dei semplici pantacollant neri con una gonna di jeans, una maglietta bianca a maniche corte aderente e sopra un gilet sempre di jeans.
Si piastró i capelli, mise un ombretto scuro, l'eyeliner, il mascara e il lucidalabbra.

Si guardò allo specchio soddisfatta e si diresse verso la porta.
Visto che suo fratello non era - di nuovo - in casa, decise di andare a piedi.
Nel pomeriggio aveva visto che era a soli quindici minuti di distanza, i vantaggi di stare in una piccola cittadina di montagna.
Si mise le converse bianche, prese la borsa a tracolla e si chiuse la porta alle spalle.
L'aria della sera era fresca, inspirò a pieni polmoni e si rilassó.

Il profumo degli alberi di pino le invase le narici, non lo avrebbe mai pensato ma, quel posto le iniziava a piacere molto.
A passo svelto si diresse verso il centro della cittadina e quando arrivò davanti al locale, notò Zacharias, appoggiato ad un lato dell'edificio, a fumare pensieroso.
《Buonasera》 disse Cassie abbozzando un sorriso.
Zac si riscosse dai suoi pensieri e, non appena la vide, sorrise.
《Sei in anticipo》 disse spegnendo la sigaretta sul bordo del marciapiede.

《Ero ansiosa di iniziare》 rispose Cassie guardandosi la punta della scarpe. Essere così vicina a quel ragazzo la metteva in soggezione, era davvero molto bello, quasi quanto suo fratello.
E questo pensiero adesso cosa c'entra?
Due dita le alzarono delicatamente e si ritrovò a fissare due splendidi occhi blu.
《Guardami negli occhi quando parli con me, per piacere》 disse gentilmente abbozzando un sorriso.
《Scusami》rispose Cassie sempre più imbarazzata, quella situazione stava diventando alquanto strana.

《Dai andiamo dentro che ti spiego quello che dovrai fare》disse Zac aprendole la porta.
Passandogli vicino gli sfioró gli addominali con un braccio e venne percorsa da un brivido. Un'immagine di Zac senza maglietta, sopra di lei le balenò in mente facendola diventare rossa come un peperone.
É il tuo capo, non mi sembra il caso. Andò vicino al bancone e aspettó che Zac la raggiungesse, si era il suo capo, ma era davvero una gioia per gli occhi.
Indossava un maglioncino blu scuro con le maniche risvoltate fino ai gomiti e dei jeans scuri che gli fasciavano le gambe muscolose.

《Cassie? Mi stai ascoltando?》 Disse Zac alzando un sopracciglio.
《Si scusami》 rispose cercando di concentrarsi su quello che stava dicendo.
《Smettila di scusarti e presta più attenzione》.
Iniziò a snocciolarle tutta una serie di compiti che avrebbe dovuto svolgere durante la serata, tra cui prendere le ordinazioni e servire ai tavoli.
La squadrò da capo a piedi e annuì compiaciuto.
《Come abbigliamento direi che ci siamo, vai di là che Ania ti darà un grembiule》disse indicandole una piccola porta in legno sulla sinistra, vicino ad un vecchio jukebox.

《Ania?》Chiese Cassie perplessa. Quando era andata la mattina si era convinta - per qualche strano motivo - che lui lavorasse da solo, ma in effetti sarebbe stato impossibile mandare avanti un'attività del genere senza un aiuto.
《Si è la mia contabile e fino a oggi faceva anche da aiuto cameriera, ma se tu sarai in grado, potrà tornare alle sue mansioni originali》 rispose Zac.
Cassie annuì e si diresse verso la porta indicata dal biondo.
Bussò delicatamente e aspettò che Ania la intimasse ad entrare, non appena la vide rimase piacevolmente sorpresa.

Era una signora sulla quarantina, molto bella e leggermente sovrappeso, con i capelli castani e gli occhi color nocciola.
《Sei quella nuova?》Chiese squadrandola da capo a piedi.
Cassie annuì e si presentò, Ania fece lo stesso.
《Capisco perché Zacharias ti abbia assunta... Sei proprio il suo tipo》 disse facendole l'occhiolino.
Io il suo tipo? Ma se è un Dio greco sceso in terra... Pensò Cassie stupita.
《Non essere imbarazzata, stavo scherzando. Ecco il grembiule è quello - indicò un indumento nero piegato sulla scrivania - per stasera ti affiancherò io, se vedo che te la cavi bene, nei prossimi giorni ti lascio da sola》continuò Ania sorridendo.
《Va bene, grazie》 disse Cassie legandosi il grembiule in vita e tornando da Zac.

La serata procedette in modo tranquillo fino a mezzanotte, quando Dylan entrò nel locale e si sedette al bancone ordinando una birra.
Appena lo vide Cassie si immobilizzò, sapeva che suo fratello era praticamente un cliente fisso ma, aveva sperato, che almeno la sua prima sera non si presentasse.
《Ciao sorellina 》 esclamò con un sorriso malizioso, facendole una radiografia che la fece arrossire.
《La smetti di dire sorellina in quel modo?》 Rispose Cassie sbuffando.
《Quale modo?》 Chiese il corvino innocentemente.

《La smetti di distrarre la mia cameriera?》Si intromise Zac, dandole modo di svignarsela verso due ragazzi che volevano prendere delle ordinazioni.
《Ecco me l'hai fatta scappare》 brontolò Dylan finendo la birra.
《Dammene un'altra perpiacere》.
《Sicuro che sia il caso?》 Chiese il biondo alzando un sopracciglio.
《Credo che sia assolutamente il caso》 sentenziò Dylan seguendo con lo sguardo la sorella che rideva con due buffoni qualche tavolo più in là.
《Da quando fai entrare certa gente?》 Chiese all'amico guardando in cagnesco i due ragazzini.
《Cole e Dan? Stai scherzando? Vengono quasi tutte le sere》rispose Zac confuso.

《Sono troppo piccoli per stare qui》.
《Hanno l'età di tua sorella veramente》 ribatté Zac.
《Anche lei probabilmente è troppo piccola per stare qui》 disse Dylan finendo la seconda birra.
Zac la guardò da lontano soffermandosi un po' troppo in determinati punti e scosse la testa.
《A me non sembra proprio》 concluse con uno strano luccichio negli occhi.
Dylan sentì una rabbia cieca montargli dentro mista a... Gelosia? Era geloso di sua sorella?
《È mia sorella, non la porterai a letto come una delle tante》disse intercettando il suo sguardo.
《Ma senti da che pulpito...》Scherzò Zac non avendo notato il tono rabbioso dell'amico.
《Dammi un'altra birra che è meglio》disse Dylan, cercando di mandare via quella strana sensazione di possesso che aveva iniziato a sentire.

Un Amore SbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora