cap 2

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Go go let's go let's go dateko!

Go go let's go let's go dateko

Il tifo della dateko sovrastava ogni altro suono all'interno del palazzetto, Hinata guardò in alto verso la tifoseria dei suoi avversari sorridente, poi fissò il ragazzo davanti a se, suo avversario, e con un sorriso da fare invidia al sole stesso gli disse <<diamine ragazzi questo si che è tifo, siete troppo fighi!!>>. Il castano dal numero 6 davanti a lui sorrise e rispose << grazie lo so!>>. Per poi scoppiare a ridere insieme con quello che dovrebbe essere il suo avversario. Tutti i membri della karasuno guardarono Hinata con intento quasi omicida.

<< Diamine piccoletto i tuoi amici sembrano quasi volerti uccidere!>> Hinata si girò verso i suoi compagni di squadra per un istante per poi tornare con lo sguardo verso il suo avversario <<amici? Quelli non sono miei amici!>>. Lo disse con uno sguardo così serio, da far irrigidire un momento il castano davanti a lui.

Non ebbero il tempo per continuare la conversazione, il fischio dell'arbitro diede il via all'incontro. Battuta iniziale per la dateko, la karasuno fece un'ottima ricezione e a un'alzata per Hinata che si ritrovò davanti ai numeri 6 e 7 in un batter d'occhio. Riuscì a fare il primo punto della partita. "Bene così! Se devo brillare, iniziamo alla grande. Vi abbaglierò tutti!" E difatti così fu, già da metà del primo set tutti gli occhi erano puntati su di lui, il piccolo numero 10 della karasuno. Le veloci mostruose sorpresero proprio tutti quanti, e il primo set terminò 25 a 19 per la karasuno.

Aone e Futakuchi i numeri 7 e 6 della dateko non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso. <<Quel piccoletto è davvero incredibile>> disse il castano rivolto al gigante che come risposta annuì col capo. Niente di cui sorprendersi nessuno aveva mai sentito Aone parlare. Il tempo di cambiare lato panchina e campo, bere un sorso d'acqua e poi la partita riebbe inizio. E Hinata brillava, luminoso, ancora e ancora tutti guardavano lui, tutti parlavano di lui, avversari, pubblico, altre squadre, avevano tutti una sola frase a saltare di bocca in bocca il numero 10. E fu così che anche il secondo e ultimo set finì con la vittoria della karasuno per 25 a 22. Il doppio fischio dell'arbitro a indicare la fine della partita. Un ultimo inchino di ringraziamento e poi tutti sotto rete a stringersi la mano. Quando Hinata stava per andare via, si ritrovò davanti una mano inaspettata, il gigantesco numero sei dallo sguardo sconsolato quasi disperato che allungava la mano per stringere la sua, non disse nulla, Hinata prese con entrambe le sue mani quella di Aone e gli dedicò il più bel sorriso dolce e gentile che avesse, un timido sorriso apparve sul viso di Aone e fu così che i due si separarono tornando alle rispettive squadre.

Come sempre la tranquillità delle partite sarebbe durata poco per Hinata; aveva sbagliato ben due battute e sapeva bene che anche se avevano vinto in pratica solo grazie a lui, quelle due battute non sarebbero passate impunite. Detto fatto, nemmeno il tempo di salire sul pullman per tornare a scuola che uno schiaffo gli arrivò dritto sul collo, Daichi lo fissava con sguardo truce. << appena arriviamo a scuola, devi fare almeno 100 battute, e per ogni battuta sbagliata preparati perché non m'importa se domani avremo una partita difficile contro la seijo, tu sbaglia e io ti spezzo le gambe!>>. Hinata sapeva bene che non scherzava, ma per sua fortuna il coach per una volta prese le sue difese, se difese si potevano definire << Pensaci dopo la partita con il seijo, domani ci servirà intero, poi fai quello che ti pare!>> Daichi sbuffò per poi aggiungere << d'accordo non gli spezzo le gambe ma le 100 battute le fa comunque. >> il coach annuì per poi sedersi vicino al professore.

La pace del viaggio ebbe breve durata dopo solo 20 minuti erano già arrivati a scuola, andarono dritti in palestra e mentre tutta la squadra faceva un meeting post partita Hinata iniziò le sue 100 battute supervisionate da i tre dimenticati, così come si divertivano a chiamarli gli altri membri della squadra, erano gli unici a non bullizzare Hinata, si limitavano a girarsi dall'altra parte piuttosto che difenderlo. Forse per semplice autoconservazione; assolutamente certi che, perso Hinata come capro espiatorio sarebbe toccato a loro tre. Erano stati incaricati di segnare le battute sbagliate, perché ad ogni sbaglio era una botta. L'unico modo che i tre avevano escogitato per proteggere il piccoletto era segnare sbagliate il minor numero di battute possibili, difatti da 30 sbagliate su 100 ne segnarono solo 15. Con lo sguardo Hinata ringraziò Ennoshita per aver segnato solo la metà degli errori, ma 15 erano comunque molti errori ed era sicuro che questa volta non sarebbe riuscito a nascondere i lividi alla madre; o meglio; non sarebbe riuscito a farli passare per normali lividi d'allenamento. La sua ennesima giornata di merda si concluse così pronto già alla giornata di merda che sarebbe arrivata il giorno dopo.

Tornato a casa, andò dritto a letto troppo stanco per fare qualsiasi altra cosa, una cosa non di merda oggi però era successa ed Hinata si ritrovo a pensare ai due ragazzi della dateko. Lo avevano colpito; si erano rivelati degli avversari assurdi, Aone per ben tre volte era quasi riuscito a parare la sua veloce assurda e Futakuchi non era per niente da meno, si erano anche rivelati dei ragazzi simpatici. Con questo pensiero si addormentò. Per la prima volta da quando aveva iniziato il liceo, con un sorriso sulle labbra.




ANGOLO AUTRICE

E così si conclude il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto e che abbiate passato un buon momento insieme a me.

Un bacione a tutti quanti

<3


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