Shoyo era soddisfatto, non solo aveva affrontato la sua paura, ma l'aveva disintegrata, si girò un ultima volta verso la sua ex squadra che ritirava le proprie cose e sorrise. Non sentiva più nulla,nessun panico, nessuna ansia. E tutto questo grazie alle persone che lo avevano sostenuto, che lo avevano accolto e accettato senza pregiudizi, tutto questo grazie a quelli che ora erano la sua famiglia.
Aone osservava Hinata, era tranquillo, nonostante stesse osservano i suoi ex aguzzini Hinata era tranquillo e sorridente, così decise di essere forte e coraggioso proprio come quel ragazzo che tanto aveva imparato ad ammirare. Si avvicinò lui e gli prese la mano.
-Shoyo- lo chiamò piano per attirare la sua attenzione
-Si Aone?- gli chiese dolcemente mentre lo osservava con un dolce sorriso sul volto rilassato.
-Mi ero ripromesso di non dirti nulla, almeno finché non fossi pronto, ed ora tu hai affrontato i tuoi demoni e li hai sconfitti, perciò io credo che ora, ora anche io posso essere coraggioso e dirti quello che mi sto tenendo dentro un po'.-
Prese un respiro profondo e fissò i suoi occhi in quelli di Hinata che lo guardava tra il confuso e l'ammirato.
–Hinata Shoyo, tu mi piaci, mi piaci dal primo giorno che ci siamo visti, durante la nostra prima partita da rivali, e poi tu ti sei trasferito nella mia scuola, e quel giorno, quel primo giorno in metro, ti sei seduto vicino a me, mai nessuno si siede vicino a me- commentò con uno sguardo triste.
–La gente ha paura di me, anche se non parlo, anche se non faccio nulla, ma tu, tu non hai mai avuto paura di me, tu mi hai stretto la mano con un sorriso a quel primo nostro incontro, tu ti sei seduto vicino a me quel giorno in metro, tu ti sei fidato di me e affidato a me da quel giorno in poi, e io, io ho continuato giorno dopo giorno a sentire i miei sentimenti crescere. Quello che era piacere, simpatia, affetto è diventato qualcosa che non sapevo nemmeno potessi provare.-
Hinata lo fissava con le lacrime agli occhi mentre in silenzio continuava a fissare ed ascoltare il ragazzo dinnanzi a se.
-Mi sono innamorato di te, Shoyo, della tua gentilezza, della tua cortesia, del tuo sorriso, dell'affetto che mi hai dato senza mai chiedere nulla in cambio, mi sono innamorato di te giorno dopo giorno, mentre ti osservavo lottare, con tutte le tue forze, mentre nonostante la sofferenza non ti sei lasciato abbattere, e nonostante tutto il dolore che hai subito, tu hai scelto di stare al mio fianco, al fianco di una persona che di solito provoca paura incondizionata, mi hai dato una voce, la dove io non l'avevo, averti al mio fianco mi ha dato il coraggio di aprirmi di non essere solo il muro spaventoso della dateko.
Mi ha fatto capire che i miei compagni di squadra non mi avrebbero allontanato se avessi parlato.
Tu mi hai dato il coraggio ogni giorno, e mi hai dato il sorriso. Mi hai dato la speranza.
Hinata Shoyo, io sono profondamente innamorato di te.- un ennesimo sospiro mentre ancora con gli occhi fissi in quelli di Hinata che ora stava singhiozzando tra le lacrime
-vorresti farmi l'onore di diventare il mio fidanzato?- chiese con tutto il coraggio che aveva in corpo.
I due ragazzi erano talmente tanto concentrati su loro stessi da non rendersi conto di quanti occhi avessero puntati addosso, tutta la dateko, gli spettatori sugli spalti e persino il karasuno erano li ad osservare quella scena in religioso silenzio. Hinata lasciò la mano che Aone gli aveva tenuto per tutto il tempo, si mise in punta di piedi e affondò il suo viso nell'enorme torace dell'albino. E tra un singhiozzo e l'altro non faceva che ripetere una sola parola. –Si!-.
Un applauso assordante riportò i due ragazzi alla realtà ed alla consapevolezza di ciò che li circondava.
Futakuchi stava abbracciato a Moniwa mentre piangevano e sorridevano al tempo stesso, Mai singhiozzava mentre con il telefono in mano aveva ripreso tutta la scena, il coach rideva di gusto ma si vedeva chiaramente commosso. Koganegawa saltellava qua e la lanciando urletti decisamente poco virili.
Oikawa dagli spalti non faceva altro che urlare "sei un grande chibi chan, Aone se lo fai soffrire ti castro" con Iwaizumi che lo minacciava di morte se non avesse smesso. E gli sconfitti della karasuno che ancora umiliati e feriti sentivano forse per la prima volta la vergogna di ciò che avevano fatto passare a quel ragazzino. Takeda sorrise alla scena e mentalmente fece i suoi migliori auguri al suo ex alunno, anche lui non senza colpe nel cuore mentre i tre dimenticati, applaudivano e fischiavano in apprezzamento della scena, mentre mettevano lo zaino in spalla pronti per fuggire da quell'incubo per loro durato ben due anni.
Il primo anno del Karasuno invece osservava la scena in silenzio, con un po' d'invidia nel cuore, e tanta voglia di rivalsa, sperando che, ora che quelli del terzo anno fossero andati via, la situazione si sarebbe calmata almeno un po'.
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REVENGE!
FanfictionIl giovane Hinata Shoyo viene bullizzato nel karasuno, la madre lo convincerà a cambiare scuola dopo un episodio che lo manderà all'ospedale, deciderà così di andare in una delle scuole che i suoi senpai odiano di più La Dateko. così nascerà il suo...