Confessioni ~ Parte prima

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Simon ~ 3 Agosto 2014, ore 16:30

Ho le mani legate dietro la schiena.

Provando a muovere le gambe scopro che la caviglia destra è incatenata a qualcosa di metallico, forse un tubo per il riscaldamento.

Non riesco ad aprire gli occhi: sono bendato.

Qualche tempo fa in situazioni del genere sarei andato nel panico, ma all'Accademia mi hanno insegnato a mantenere il controllo.

Rilasso i muscoli – per quanto possibile – e sposto in un angolino della mente tutti i pensieri futili, concentrandomi solo sulle sensazioni.

Inspirando avverto l'odore della carta trattata, misto a un lieve profumo di limone.

Aguzzando l'udito al massimo percepisco un basso ronzio, come quello che emettono i computer in stand-by.

Tocco il pavimento con i polpastrelli: è liscio e uniforme, forse è parquet.

Carta, computer, detersivo al limone, parquet: sono in un ufficio.

Okay, ora che ho stabilito dove mi trovo posso farmi prendere dal panico.

Perché sono qui? Che diamine vuole Stephen da me? Vuole forse maledirmi nuovamente? Ma perché, poi? Cosa ho visto di tanto importante? Sono l'unico ad essere stato rapito? Può darsi che abbia sequestrato anche Jace. Dopotutto è suo figlio. E per esperienza personale ho imparato che i cattivi sono sempre "legati" alla loro famiglia.

Isabelle e Clary staranno malissimo! Povera Iz, ultimamente le sto provocando solo dolore e angoscia.

Un cigolio mi avverte dell'apertura di una porta e qualcuno entra nella stanza. No, sono due persone. Una delle due è più leggera e i suoi passi sono felpati, l'altra calpesta il pavimento con forza.

Una mano mi sfiora la guancia, premendomi contro la pelle qualcosa di freddo e sottile.

Il cuore mi salta in gola. È la lama di un pugnale.

Traggo un profondo respiro e mi tranquillizzo al pensiero che non possono uccidermi. Se mi hanno rapito è per un motivo, e se avessero voluto ammazzarmi l'avrebbero fatto già da un pezzo.

La lama scivola lungo la mia gola e si ferma sulla carotide pulsante. «Ciao, Simon, sai chi sono?»

«Mmh, fammi indovinare... forse Stephen?» Alzo il mento con aria di sfida, rischiando di provocarmi da solo un lungo taglio.

«Esatto.»

«Ho vinto qualcosa?»

«Per ora no, ma se collaborerai... sì, otterrai un premio.»

«Ossia?» Mio Raziel, ho un brutto presentimento.

«Libereremo la tua fidanzata.»

«Isabelle! Cosa le hai fatto, brutto stronzo?» Cerco di divincolarmi, ma un paio di braccia possenti mi afferrano e mi tengono fermo. «Dov'è? Se le hai fatto del male, se hai osato torcerle un solo capello, giuro sull'Angelo che la pagherai cara, molto cara!»

Stephen si piega verso di me, silenzioso come un gatto. «Aww, come sei dolce, ti preoccupi per il tuo amore... mi fai venire la carie. Tranquillo, non le ho fatto nulla. Per ora...»

«Cosa vuoi sapere, eh?» gli sbraito contro. «Perché hai quest'ossessione per me? Scommetto che sei stato tu a farmi il malocchio!»

«In realtà no. Non sono stato io. L'ha fatto un mio funzionario. Ma hai ragione, gliel'ho ordinato io.» La lama preme più forte sull'arteria rigonfia di sangue.

Shadowhunters ~ Remembering the PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora