Figli

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Tessa ~ Los Angeles, 2 Agosto 2014, ore 8:10 

«Se proprio pretendi che ti dica la verità, non ho assolutamente voglia di muovermi da qui per andare a New York. Ma i nostri servigi sono stati richiesti da un Herondale, e con loro non si discute.»

Alzo gli occhi al cielo e mi volto sul fianco sinistro, fissando lo sguardo sul corpo statuario – e completamente nudo – di mio marito. «E quindi se un qualsiasi altro Shadowhunter fosse stato in pericolo di morte e ci avesse chiesto aiuto, tu non avresti mosso neanche un muscolo?»

«No. E dai Tessa, devi ammettere che la telefonata di Jace ci ha interrotti sul più bello... Willow risucchia tutte le nostre energie, e da quando è nata non abbiamo più fatto l'amore. Eravamo quasi al punto cruciale quando BAM! squilla il telefono e siamo costretti a rispondere. Se fosse stato un altro Shadowhunter l'avrei mandato tranquillamente a quel paese.»

«Hai ragione, non nego che l'avrei fatto anch'io senza pensarci due volte. Purtroppo però dobbiamo andare... Oltretutto sono curiosa di vedere com'è cambiata la mia città.»

«Ma se ci siamo stati due anni fa per l'anniversario di matrimonio!»

«New York è imprevedibile. Anche quando ero bambina non facevo in tempo a memorizzare il colore di un palazzo che meno di una settimana dopo era cambiato del tutto. Lo sai che nella metropolitana c'è un tizio che suona il violino?»

«Cosa? Anche nel Ventunesimo secolo si suona il violino? Quello tradizionale, intendo, non quello... eclettico.»

Rido e gli tiro uno schiaffetto sul braccio. «Elettrico. Si dice elettrico. Hai visto i video di Lindsey Stirling? Quella ragazza è un asso col violino, ha fatto le cover di un sacco di canzoni pop e ha anche scritto parecchi brani.»

«Parla la mia lingua, per favore! Saranno pure passati sei anni, ma non mi sono ancora abituato a questo mondo tecnologico. Vi scambiate messaggi in meno di un millisecondo, parlate in tempo reale con persone che stanno dall'altra parte del globo e il buon vecchio quotidiano è stato rimpiazzato dal telegiornale... cose da pazzi.»

«Finiscila di lamentarti, oppure ti regalo un iPhone per Natale e ti costringo ad ascoltare la musica rock!»

«No no, quella roba spaccatimpani noo!»

«Taci e prepara le valigie. Io faccio velocemente il bagnetto a Willow e chiedo ad Emma se le può fare da babysitter.»

Jem sbuffa e si alza dal letto, infilandosi i jeans – sono riuscita a convincerlo a cambiare stile – e cominciando a riempire di vestiti un grosso baule. Io faccio altrettanto, buttando a caso qualche maglietta, tre o quattro pantaloncini e un paio di cardigan in un'altra valigia, poi esco dalla stanza, entro nella cameretta di Willow e la prendo in braccio.

«Ciao piccola, fatto un bel sonnellino? Spero di sì, e spero anche che tu non abbia sentito la mamma e il papà mentre facevano... beh, c'è tempo per spiegarti cosa. Magari tra una quindicina d'anni lo saprai.» La versione in miniatura di Jem si aggrappa al mio collo e afferra con una manina paffuta una ciocca dei miei capelli.

Mi sfugge un sorriso malinconico al ricordo di Lucie che compieva lo stesso gesto, più di un secolo fa.

Ma Lucie, al contrario di Willow, assomigliava molto di più a me, con l'unica eccezione degli occhi, di una sola sfumatura più chiari di quelli di Will. Io e Jem abbiamo deciso di chiamare nostra figlia Willow proprio in suo onore, per mantenere vivo in noi il suo ricordo.

«Ehi piccola peste, così mi fai male!» Lei sembra capire e apre il pugno, lasciando andare la ciocca, e sposta la manina sulla mia guancia, per asciugarmi una lacrima. Anche i suoi occhi si fanno lucidi, e mi guarda come a dire 'Mamma, perché stai piangendo?'

Shadowhunters ~ Remembering the PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora