Chrysta

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Alec ~ 4 Agosto 2014, ore 11:50

Non credo ci sia stato un giorno in cui abbia provato un tale nervosismo. Anche Magnus è sulle spine, ma almeno riesce a nasconderlo abbastanza bene.

Mi guarda con apprensione e mi stringe delicatamente la mano. «Fiorellino, se non te la senti possiamo disdire l'appuntamento e tornare tra una settimana. Non c'è fretta.»

Respiro profondamente e mi passo una mano sul viso. «No, tranquillo. Andiamo.»

Ci scambiamo un ultimo sguardo e varchiamo la soglia.

Subito veniamo inondati da un forte profumo di lavanda, misto a un delizioso odore di prodotti dolciari da forno. Sento l'acquolina in bocca. A causa del nervosismo non ho messo nulla sullo stomaco, ma ora sto cominciando a pentirmene.

Magnus suona un campanello posto su una cassettiera di fianco alla porta. Dopo qualche secondo vediamo una donna bassa e tarchiata correrci incontro. Ci stringe la mano e sorride amabilmente. «Buongiorno, voi siete i signori Lightwood e Bane, giusto? Io sono Rhonda, la responsabile di questo... beh, orfanotrofio. Forza, seguitemi.»

Si volta e ci conduce su per una rampa di scale, poi per uno stretto corridoio disseminato di porte chiuse. Apre quella in fondo e ci sussurra di aspettare fuori, ci chiamerà quando sarà il momento.

Colto da un improvviso giramento di testa, mi siedo di colpo su uno dei divanetti lungo il muro. «Magnus, sei davvero sicuro che colei che stiamo per adottare è una Stregona? E poi, perché non prendere con noi una bambina mortale?»

Si mordicchia il labbro e sussurra: «Lo ammetto, è una decisione egoista. Ho pensato che, oltre a perdere te, un giorno avrei perso anche lei, e non posso sopportarlo. In questo modo saremo in due a soffrire, ma ci supporteremo a vicenda. E poi, così avrò un altro ricordo di te. Qualcuno che ti abbia amato come ho fatto io, seppur in un altro modo.»

Mi prende il viso tra le mani e mi asciuga una lacrima, solo la prima di molte altre. «No no amore, non piangere, ti prego. Così fai stare male anche me. Questo dovrebbe essere un momento felice. Ora basta, okay? Basta.» Appoggio la testa sulla sua spalla e tiro su col naso, lasciando che mi accarezzi il viso.

Restiamo così per cinque minuti, o per l'eternità, non saprei dirlo. Quando sto con Magnus è come se il tempo rallentasse infinitamente, come se un giorno durasse un anno.

Una voce squillante rompe l'eterea coltre: «Ragazzi, venite!» Rhonda spalanca la porta e ci fa segno di seguirla all'interno della stanza.

Entriamo in un'ariosa camera dalle pareti verdi e il soffitto bianco; la luce irrompe da tre enormi finestre con i vetri decorati a mano. Magnus si avvicina al vetro colorato e lo sfiora con l'indice, mormorando: «Sai, non sarebbe male farlo anche a casa... ti piacerebbe Alec?»

«Cosa? Oh, sì, è davvero molto carino.»

Qualcuno borbotta: «Pff, gay!»

Ci giriamo di scatto verso destra e notiamo una minuta ragazza dai lineamenti delicati, seduta su un letto parallelo al muro; ha i capelli bruni stretti in un rigoroso chignon. Non so perché, ma mi fa venire in mente la signorina Rottermeier. Ci fissa sprezzante e sbuffa: «E così voi sareste i futuri genitori di Chrysta.»

Rhonda richiude la porta dietro di sé e le lancia uno sguardo di fuoco, sussurrandole qualcosa che non riesco a cogliere. La tipa si alza di malavoglia e si appoggia al muro, senza smettere di sospirare esasperatamente. «Fossi in te, Rhonda, non affiderei Chrysta a questi due. Non merita di crescere secondo il loro... stile di vita.»

Okay. Adesso mi ha fatto arrabbiare.

Osservo con la coda dell'occhio Magnus flettere le dita, come se volesse scagliarle un incantesimo. «Come... cos'ha detto?» sibila cercando di mantenere la calma.

Shadowhunters ~ Remembering the PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora