Entrai in classe sentendo ancora quel disagio, come il primo giorno.
Ero una studentessa della Yuei ormai da tre mesi, ma ancora mi sentivo un'estranea in quel posto, in quella classe. Malgrado avessi stretto diverse amicizie, avevo comunque la sensazione di essere saltata su un treno già in corsa. Le giornate erano frenetiche, gli allenamenti estenuanti e le notti troppo lunghe. Spesso mi chiedevo quanto sottili fossero le pareti delle stanze, se qualcuno riuscisse a sentire le mie urla nel cuore della notte. Perché malgrado stessi cercando di reprimere a ogni costo il mio orribile passato, appena il sole tramontava quella sensazione di disagio ritornava a farmi visita, come una mano mostruosa che si posa sul collo fino a strozzarti.
Nessuno sapeva chi ero davvero, nemmeno i miei nuovi amici.
Nessuno avrebbe capito un'aspirante hero piena di demoni.
"Bene ragazzi, oggi vi allenerete in squadre da quattro persone. Le regole sono semplici e gradirei che le rispettaste." Guardai il professore, intuendo che fosse più stanco del solito. Aveva gli occhi rossi e dopo la sua frase guardò Bakugo, che rispose con un "Tsk".
Mi venne istintivamente un sorriso.
"Oi, che cazzo hai da ridere, comparsa?" Il biondino si sporse dal banco, posando gli occhi su di me. Avevo imparato a conoscere i suoi scatti d'ira improvvisi, l'immenso orgoglio e quella voglia di rompere il cazzo sempre presente in lui.
"Smettila di fare il coglione, porcospino ciclato, se hai qualcosa da sfogare fallo in palestra" Non avevo un carattere scontroso, ma quella mina vagante faceva sempre formicolare un po' le mie mani.
"Smettetela di fare i poppanti e venite a pescare i numeri da qui" Il professore indicò un recipiente pieno di carta. Ci alzammo per ordine alfabetico e quando ognuno di noi ebbe pescato ci sedemmo al nostro banco, in assoluto silenzio, data l'occhiata gelida di Aizawa.
"Chi ha pescato lo stesso numero sarà in squadra insieme. L'obbiettivo di questo allenamento è riuscire a stendere i propri compagni di squadra o renderli inoffensivi, non abbiate timore a farvi male ma cercate di non far saltare in aria la palestra"
Ancora un occhiata verso Bakugo.
***
"Non posso credere di essere in squadra con voi perdenti!" sbraitò il solito biondo, mentre si sistemava il costume da Hero e si metteva in posizione d'attacco.
In effetti nemmeno io mi sarei aspettata di trovarmi in squadra con lui, Todoroki e soprattutto Izuku. Mi tornò il formicolio alle mani, che prontamente ignorai.
Il mio costume cominciava a starmi stretto sulle spalle e sulle cosce, segno che avrei dovuto apportare delle modifiche al mio completo di pelle totalmente nero. Sorrisi al pensiero di aver sviluppato una muscolatura tale da dover cambiare delle piccole cose nella struttura del mio costume.
"Ehy Maeko, ti auguro buona fortuna!" Il sorriso splendente del mio amico mi rendeva sempre calma, anche il formicolio alle mani cessò del tutto. Gli scompigliai i capelli verdi e vidi il biondo ciclato innervosirsi. Che cretino.
"Izu, non andarci piano, perché io non lo farò." Lui annuì e si mise in posizione.
Eravamo praticamente in cerchio, tutti in posizione d'attacco tranne Todoroki, che era in posizione di difesa. -che hai in mente principino?- pensai, prima che Aizawa desse il via alla ressa.
Feci uscire le mie fruste dai polsi, ringraziando come sempre mia madre per quel quirk meraviglioso, e le attorcigliai intorno agli avambracci. Vidi Todoroki che dirigeva una lastra di ghiaccio verso di me, mentre Bakugo era concentrato su Izuku. -tutti così prevedibili- convenni.
Rilasciai le fruste dai miei polsi schioccandoli sul pavimento, un attimo prima che il ghiaccio mi investisse. Mi alzai dal suolo con la forza data dal rinculo e cominciai a girare su me stessa dandomi la spinta per abbattere le mie fruste nel muro di ghiaccio di Todoroki, che si frantumò in mille pezzi. Appena i miei piedi toccarono il suolo scattai in avanti verso di lui, che aveva già alzato la mano sinistra nella mia direzione.
"Non posso lasciartelo fare principino!" Urlai, consapevole che se mi avesse colpito con il fuoco sarebbe tutto finito in pochi secondi. Approfittai del suo tentennamento per avvolgergli il busto con una delle mie fruste, mentre con l'altra schioccai il pavimento per darmi lo slancio. Sentivo l'adrenalina, la sensazione di poter fare qualsiasi cosa con il mio quirk. Mentre scendevo verso il bicolore avvolsi la frusta intorno all'avambraccio e lo presi in pieno con un pugno, facendolo volare a terra.
Aizawa mi guardò annoiato, ma segnò un punto per me.
"Todoroki, la tua prima mossa è troppo prevedibile, so che non pensi mentre lo fai, ma il nemico osserva tutte le tue strategie" Gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi. Era un ragazzo molto riservato, Izuku mi aveva raccontato che agli inizi era anche un po' presuntuoso, ma con il tempo si era addolcito, cominciando anche a sorridere, di rado.
"Grazie Maeko, farò attenzione." Un calore sulla mia schiena mi fece schiantare contro il suo petto, mi aggrappai ai suoi avambracci, incazzata come una iena. Bekugo mi aveva colpito alle spalle.
"Codardo, ti faccio a pezzi!" Urlai girandomi, vedendo il suo sorrisino strafottente. Mi aveva provocata apposta. Controllai velocemente la situazione, vedendo Izuku con un ginocchio a terra e il naso pieno di sangue. Allungai la frusta destra il più possibile, mentre Bakugo tornava ad attaccare il verdino, e lo scagliai contro le rocce che facevano da ostacolo in palestra.
Lo sentii imprecare ma non gli badai, anche io volevo vedermela con Izu, e quel biondino del cazzo non mi avrebbe fermata.
"Combatti con me" Lo sfidai, notando che arrossiva appena. Era il ragazzo più dolce che avessi mai conosciuto, ma non per questo ci sarei andata piano.
Vidi i lampi verdi tipici del suo quirk attivarsi, e subito avvolsi le fruste intorno agli avambracci, fino alle mani. Izuku era specializzato nel corpo a corpo, ma anche io non ero da meno.
Era veloce, era potente, ma sapevo che non ce la stava mettendo tutta. Sentivo Bakugo alle mie spalle, incazzato come una iena per avergli rubato il giochino, mentre tentava di liberarsi dalle macerie che gli erano crollate addosso. Per colpa sua mi distrassi per un millesimo di secondo, tempo che Izuku utilizzò per colpirmi la spalla.
Avrebbe potuto farla a pezzi, se solo avesse voluto. Ma anche lui, come Todoroki, aveva esitato.
Sentivo la rabbia cieca salirmi agli occhi, le pulsazioni aumentare e per un attimo capii come si sentisse Bakugo. Feci un salto indietro e frustai Izuku sulla schiena con una forza che non sapevo di possedere. Lo sentii urlare e lo presi con entrambe le fruste, stringendolo fino a farmi diventare le nocche delle mani completamente bianche. In quel momento la rabbia era l'unica cosa che provavo. Lo schiantai tra le rocce, ancora, ancora e ancora, fino a quando non rimase incastrato tra la macerie. In quel momento mi calmai, correndo da lui e sentendomi una merda. Ma Izuku doveva imparare una lezione importante, che io avevo appreso mio malgrado, facendo del male a me stessa in passato. Non avrei permesso a lui di fare lo stesso errore.
"Che ti prende eh? Pensi che un villain solo perché ti vede esitare ti risparmierà? Non me ne frega un cazzo se è un allenamento, tu devi dare il massimo, a prescindere da chi affronti! Questa non te la perdono Izuku Midoriya. Che faresti se mi facessero il lavaggio del cervello come hanno fatto con i Nomu? Esiteresti come un coglione solo perché sono io? Mi lasceresti distruggere e uccidere perché sei troppo sentimentale?" Il mio petto si alzava e abbassava velocemente, sentivo di essere in piena crisi isterica, ma non avrei permesso a quel coglione di esitare mai più.
"M-mi d-ispiace Maeko" Tossì e dalla sua bocca uscì un rivolo di sangue, Aizawa chiamò recovery girl e mi guardò malissimo, ma segnò comunque il punto a me.
"Vai nell'ufficio del preside, Yamada" Disse soltanto, mentre Bakugo imprecava che ero una fallita e avevo evitato il combattimento con lui.
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Il giorno in cui Shigaraki Tomura tornò a essere Tenko Shimura
Fanfiction"Anche se questa società eroica crollerà, anche se mi alzo per governare gli inferi, quel peso nel mio cuore non se ne andrà mai. È per questo che odio tutto. Ogni cosa vivente e che respira mi sfrega nel modo sbagliato. Quindi perché non distrugg...