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Passai due giorni in quella topaia. Ovviamente Endeavor non mi trovò. Come avrebbe potuto? Non c'era nessuno sfondo dietro di me, nessuna finestra, zero indizi. Pensai ai miei amici e colleghi, a quanto potessero essere in ansia per me in quel momento e la bile mi salì in gola. Sperai che non trovassero i due villain altrimenti li avrebbero ammazzati, soprattutto Izuku e Katsuki, che erano iperprotettivi fino alla nausea, quando si parlava di me. Rivissi le immagini della sera del night, della violenza che il biondo aveva riversato sullo stupratore quando per bloccarlo non ce ne sarebbe stato bisogno. L'aveva fatto per me, io lo sapevo benissimo. Aveva cercato di proteggermi e gli si era fottuto il cervello. -è assurdo sperare che non mi trovino per proteggere questi due stronzi- 

I due villain li vedevo solo per i bisogni primari, come mangiare o andare al bagno, che era l'unica stanza che conoscevo, oltre a questo sgabuzzino del cazzo. Volevo sapere perché non mi avevano uccisa, perché Touya non aveva mantenuto la parola data a Endeavor. Non mi sembrava che stesse scherzando in quel momento. Allora perché? 

La porta si aprì con un tonfo, i due idioti stavano litigando. 

"Che cazzo, almeno non portate i vostri malumori qui dentro, ne ho abbastanza delle vostre lagne" Fare la stronza mi riusciva bene, dopo anni passati accanto a boom boom boy mi resi conto solo in quel momento di quanto fossimo in simbiosi, di quanto lo avessi assimilato sottopelle.

"Sei l'hero più strana che abbia mai visto, dico sul serio" Anche se Touya voleva sembrare sarcastico, alle mie orecchie arrivò come un complimento.

"Felice di farti sorridere, fiammifero" Tenko cominciò a fissarmi, come se volesse dirmi qualcosa che però non sapeva come articolare.

"Beh, siccome sei qui e siccome la grattugia non si decide a parlare, si farà a modo mio. La casa è blindata, per cui possiamo anche scioglierti quei nodi e farti girovagare come un gattino curioso per la casa. Ti terremo d'occhio a turni, come abbiamo fatto fino a ora. Il tuo quirk non tornerà prima di un mese, quindi sotto quel punto di vista fai paura come una mosca nella savana" Gli sorrisi. Allora era davvero curioso di conoscermi, ecco perché non mi aveva ancora uccisa. Lui voleva capire.

"La mia idea era migliore" Sbuffò Tenko, a braccia conserte, prima di allontanarsi dalla stanza.

"Cos'era? Tipo appendiamola a un albero e usiamola come pignatta? Oppure qualcosa tipo metà bruciata e metà a pezzi. Uh, meglio ancora, prima bruciata e poi a pezzi!" Cominciai a ridere delle mie stesse parole, intanto che Touya mi slegava polsi e caviglie e mi diceva che ci ero andata vicina. Dopo due giorni in quella posizione non riuscii a mettermi in piedi, così lui mi sorresse fino al bagno. 

"Lavati e poi vieni nel salotto, in fondo alle scale, proprio lì" Fece, indicandomi un punto alla mia sinistra. Annuii e gli chiesi un cambio, facendomi scoppiare a ridere quando tornò con una t-shirt gigante, con un teschio in mezzo al petto.

"Cazzo, che cringe!" La presi in fretta e mi chiusi in bagno, prima che il villain potesse beccarmi con la palla di fuoco che aveva lanciato nella mia direzione. 

Mi concessi una doccia veloce, perché non volevo perdere più tempo del dovuto. Non sapevo quando sarei uscita di lì, per cui non volevo metterci troppo in cose frivole come mangiare o lavarmi. L'unica cosa che mi concessi furono dei piccoli massaggi ai polsi e alle caviglie e una spazzolata di capelli dopo aver concluso la doccia. Me ne fregai altamente che fossero ancora bagnati. 

Mi affrettai a piedi nudi fino al salone, scoprendo entrambi intenti a mangiarsi un tramezzino.

"Mamma, che tristezza! Vi preparo qualcosa di decente, buttate quella merda" Touya sorrise, in fondo sapevo che mi aveva liberata anche per farmi fare da cameriera. Quel posto era un disastro. Era molto simile al loro primo covo, quello che somigliava a un bar. La differenza era un piccolo pianoforte all'angolo più nascosto della stanza.

"Sapevo che avremmo dovuto ammazzarla, io non la voglio questa lagna a sfondarmi i timpani"

Tenko si alzò dallo sgabello alto posto di fronte all'isola di una minuscola cucina. Fece per andarsene ma Touya lo fermò.

"Eddai Tomura, non ti ricorda un po' lei?" A chi si riferiva? Forse a un altra villain? Toga? Sapevo che era ancora viva, ma pensavo che fosse in contatto con loro. Che le era successo?

"Stai zitto, idiota" Rispose Tenko, notando il mio sgomento. 

"Dov'è Toga?" Mi sfuggì involontariamente. Pensai di aver fatto un errore madornale e lo schiaffo di Touya ne fu la prova.

"Non sono cazzi tuoi, niente di quello che è successo è cazzo che ti riguarda" Ero furiosa, mi aveva messo le mani addosso. Il formicolio alle mani mi fece stringere i pugni, ma non mollai mai il mio sguardo dal suo. Tenko ci guardava annoiato, ma sapevo che fingeva. Lo vedevo dal tremolio della sua mano sinistra, dalla sua testa inclinata a destra, come per cercare sollievo. Sentiva il prurito, proprio come io sentivo il formicolio alle mani. 

"Ascoltami attentamente, fiammifero bruciato male, non starò qui a fare la vittima del cazzo o la prigioniera impaurita, non sono così ipocrita. So cose di voi che nemmeno voi pensate di conoscere, lo so quanto male è stata Toga dopo la morte di Twice, ho visto quanto stava soffrendo. Ero solo preoccupata per lei, quindi smettila di guardarmi come un cane rabbioso, figlio di puttana"

Tenko cominciò a ridere, ma non era una risata divertita. In quel momento mi sembrò il demonio.

"Tu, preoccupata per lei? Sei ridicola, ma guardati. Cerchi di fare la coraggiosa quando uno di noi, o entrambi, potrebbe farti fuori solo sfiorandoti. Il male che ha subito Toga glielo avete inflitto voi, eroi bastardi che vi credete di essere sul tetto del mondo" Allargò le braccia, ricominciando a ridere. In quel momento solo la follia lo guidava. Spinsi Touya di lato e andai verso Tenko.

"Non un altro passo, lo dico per te" Allungò la mano nella mia direzione, ma non fece altro.

Presi il suo polso e ancora una volta lo portai alla mia gola.

"Pensi davvero che me ne freghi qualcosa di vivere o morire? Io non sono una codarda del cazzo. Un hero, quando sceglie di diventarlo, mette in conto che potrebbe morire ogni minuto di ogni giorno. Tu non mi conosci, non sai niente di me, ma sei così gonfio del tuo ego del cazzo da non renderti conto che sono la prima persona nella tua vita di merda a tenderti una mano" La sua mano si spostò dal mio collo al mio viso, ora sembravo una sua caricatura.

"Non ho bisogno certo dell'aiuto di una hero. Non lo vedi? Non c'è più niente da salvare qui"

Schiacciai la mia faccia contro le sue quattro dita, respirando a fondo. Tenko era l'ostacolo più duro da abbattere, tutto l'orrore della sua vita gli impediva di fidarsi, eppure io avevo visto quanto terrore provasse quel bambino, che ancora risiedeva dentro di lui. Avevo visto, attraverso i ricordi dei miei compagni, ogni frammento di scena che lo riguardasse. La sua pena per l'incolumità dei suoi amici era reale, la preoccupazione per Twice era sincera.

"Non mi farò fottere dalla maschera che porti Tenko, perché io ti ho visto, tu mi hai salvata quel giorno, in battaglia. E so che lo ricordi, perché c'eri anche tu, perché il mio quirk non mi aveva fatto mai incontrare nessuno in quei corridoi, ma tu mi hai guardataa e io ho visto il bambino, Tenko, ho visto te salvarmi, buttarmi fuori prima che il tuo amato maestro mi spezzasse. Se pensi che mi fermerò qui, così, dopo due anni, beh, non hai capito proprio un cazzo di me"

Detto questo mi scostai da lui, tornando ai fornelli in religioso silenzio e preparando qualcosa che somigliasse vagamente a una cena. 







Note
Bene amici, siamo più o meno a metà storia. Vi volevo ringraziare per le stelline e le letture.
In questo capitolo Maeko sta tastando il terreno per vedere come entrare nel cuore di Tenko, perché è sicura che lui lo possegga ancora.
E voi che ne pensate?

Il giorno in cui Shigaraki Tomura tornò a essere Tenko ShimuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora