Riuscii a preparare qualcosa, con quel poco che c'era in frigo, uova, riso e delle patate. Creai anche una specie di salsa che mi sembrò abbastanza buona da essere approvata.
Preparai il tavolino ripiegabile che avevo scoperto dietro al pianoforte e cercai di dargli una parvenza di civiltà. Ero assolutamente certa che da anni non mangiassero attorno a un tavolo come una famiglia, quindi cercai di fare le cose per bene. Gesti, non parole, si dice così no?
Ero sola in quel salotto arrangiato, così mi lasciai un po' andare, cominciando a canticchiare una melodia che mi era tornata in mente. La prima volta che l'ascoltai ero con Izuku e Shoto, nei corridoi della scuola. Una ragazza di un altra classe mi passò accanto con quella canzone a volume alto sul telefono. Mandai Shoto a chiederle il titolo, perché sapevo che con il suo fascino da bello e dannato quella tipa avrebbe ceduto. Se fossi andata io mi avrebbe mandata a fanculo, come minimo.
Io e Izuku ci accucciammo dietro al muretto che svoltava in un altro corridoio e ridacchiammo mentre Shoto cercava di fare il figo con quella ragazza, cosa che gli riuscì davvero male.
Katsuki apparì alle nostre spalle e gli saltai sulla testa per farlo accucciare e zittirlo, dicendogli solo di godersi la scena. Quando si rese conto di quanto fosse impacciato Shoto, scoppiò a ridere fragorosamente, mandando a puttane il nostro appostamento. Il bicolore non mi parlò per due giorni interi, ma io avevo finalmente la mia nuova canzone preferita nella playlist.
"Perché sorridi?" Touya mi si affiancò, facendomi sobbalzare. Non l'avevo nemmeno sentito raggiungermi. Se avesse voluto farmi del male sarei morta senza nemmeno accorgermene, fantastico.
"Oh, niente, ricordavo di una figura di merda che avevo fatto fare a tuo fratello ai tempi del liceo" I suoi occhi si accesero di curiosità e ira. Il fatto che nominare Shoto gli provocasse quel tipo di sentimento mi fece incupire. Il bicolore era una persona meravigliosa, ma non potevo pretendere che Touya lo sapesse. Enji li aveva fatti crescere praticamente in due mondi diversi, non si conoscevano davvero.
"Tu sei molto più sciolto con le ragazze" Cercai di sviare, dando briciole di informazioni, tentando in qualche modo di fargli capire che tipo fosse, suo fratello. Leccai via dal mio dito un residuo di salsa che ci era rimasto appiccicato. Lui mi disse di non provocarlo, mettendomi le mani sui fianchi e baciandomi tra i capelli.
"Dio, che schifo, due moine e ti ecciti come un adolescente" Tenko Shimura fece il suo ingresso del cazzo in cucina. Sospirai, portando il cibo in tavola.
Mangiammo in silenzio e sperai che ai due piacesse la mia cucina, anche se si fidavano così poco che ero stata costretta ad assaggiare ogni cosa, sotto i loro occhi attenti, prima di darla a loro.
"Era una vita che non mi cucinavo un pasto vero, non mi ero resa conto di quanto facessero schifo quei panini alle macchinette. Sono stata brava dai!" Mi feci i complimenti da sola perché di sicuro i due stronzi di fronte a me non li avrebbero mai fatti. Mi appoggiai allo schienale della sedia, mettendo entrambe le mani sulla pancia.
"Voi eroi non avete i camerieri che vi ronzano intorno anche per pulirvi il culo?" Cominciai a ridere alle parole di Tenko, ma che idea distorta aveva di noi?
"Beh, magari i primi dieci figli di puttana in classifica, ma sicuramente non io. Già è tanto se riesco a mangiare tra un turno e un altro" Sorrisi, ripensando a Best Jeanist che ci trattava come piccoli orfanelli di strada, ma i due villain non sembravano contenti della mia risposta.
"Perché fai quella vita allora?" Ancora Tenko. Era curioso, quando mai un hero si era esposto così con lui?
"Perché ho fatto una promessa, quel giorno. Perché tutti meritano di essere salvati" E in fondo era il mio motto da Hero, tutto quello che avevo scelto di diventare. L'idea principale me l'aveva data Ochaco, un giorno in classe, quando mi disse che se gli hero salvavano le persone lei avrebbe salvato gli hero.
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Il giorno in cui Shigaraki Tomura tornò a essere Tenko Shimura
Fanfiction"Anche se questa società eroica crollerà, anche se mi alzo per governare gli inferi, quel peso nel mio cuore non se ne andrà mai. È per questo che odio tutto. Ogni cosa vivente e che respira mi sfrega nel modo sbagliato. Quindi perché non distrugg...