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Due anni dopo:

Io e Izuku arrivammo alla stessa conclusione: Shigaraki Tomura era stato inghiottito da All for one. Che ne fosse stato consapevole o meno non riuscimmo mai a capirlo, ma a quanto sembrava Tenko era impaurito. Da come aveva spiegato Izuku, anche lui, nelle vestigia del One for all aveva avuto l'impressione che Tomura gli chiedesse aiuto, ma solo a me l'aveva mostrato in modo tanto palese. Per questo motivo ritrovai la mia strada, gli ideali che avevo perso totalmente dopo la battaglia. 

Io e tutti i miei amici eravamo diventati pro hero, ma io continuavo a sentire una sensazione di inadeguatezza, in quella società. Ormai quasi nessuno confidava più negli eroi, le persone si arrangiavano praticamente da sole e questo comportava un numero di vittime destinato sempre ad aumentare. Molti pro hero avevano anche lasciato, schiacciati dal peso della storia di Endeavor e dall'omicidio che aveva commesso Hawks. Se i primi due hero della società erano in grado di commettere certe atrocità, di cosa sarebbero stati capaci quelli più in basso?

Sospirai, indossando il costume da hero, ancora completamente nero. Da che era un costume in grado di aiutarmi nella mobilità, ora era diventato un simbolo, il simbolo dell'oscurità che si nascondeva negli eroi. Ne andavo fiera, perché dopo due anni avevo finalmente la mente lucida e un mio pensiero personale. Per questo la mia attività secondaria, dopo il lavoro, consisteva nel cercare Shigaraki Tomura, che era ancora rintanato chissà dove.

Dopo un ennesima battaglia Izuku era riuscito a separarlo da All for one, con l'aiuto della piccola Eri che aveva riavvolto i due villain, fino a spezzare l'intruso, che non aveva più possibilità di rigenerarsi, non avendo più un corpo tangibile. Nonostante questo l'eroe Deku aveva lasciato a Tenko il modo di scappare. Moltissimi pensavano l'avesse fatto perché stremato dalla battaglia. Solo in pochi, me compresa, avevano capito che gli aveva lasciato una via di fuga volontariamente.

Mi guardai allo specchio di casa mia, continuando a rimuginare. Finalmente ero riuscita a prendere un appartamento per me, così non avrei pesato sul mio sensei. Lui e sua moglie erano entrati in profonda crisi dopo che lei gli aveva imposto di smettere di fare l'eroe. Ma Ken Takagi non avrebbe mai mollato, non sarebbe mai stato un codardo. 

Il telefono squillò, mentre stavo mettendo gli stivali, così mi ritrovai a inciampare nei miei stessi piedi e caddi rovinosamente con il culo per terra, ma riuscii a rispondere alla chiamata ugualmente.

"Ehy, Whip crack, ti stiamo aspettando da venti minuti, quanto ci metti a farti bella?" Risi al telefono con Red Riot. Ero nella sua stessa agenzia, insieme al biondino esplosivo. Con gli anni si era addolcito fino al punto di diventare iperprotettivo, anche se non mancavano certe sfuriate dal nulla. 

"Arrivo Eiji, dammi cinque minuti!" Mi alzai da terra e mi diressi in fretta dabbasso, per prendere le chiavi di casa e della moto, e fiondarmi in strada. 

"Te ne do due, scartina!" Sentii il biondino incazzato dall'altro capo del telefono e chiusi la chiamata senza ribattere. 

                                                                                          ***

Best Jeanist ci spiegò nel dettaglio la missione per quella sera. 

Un killer sessuale di ragazzine senza quirk stava facendo mattanza. I corpi senza vita di quelle ragazze venivano ritrovati in stato pietoso, pieni di tagli, cosa che ci fece intuire che il bastardo avesse qualche quirk di lame. Erano due mesi che lavoravo con Best Jeanist in persona a quel caso, ma solo adesso aveva deciso di coinvolgere i miei due colleghi, nonché amici. Intuivo che volesse proteggermi, anche se sapeva benissimo che ero in grado di difendermi da sola. Ma siccome non eravamo mai riusciti a coglierlo sul fatto, il pro hero si era trovato costretto a coinvolgermi attivamente nella cattura di quel maiale, lasciando il compito di pedinarlo a qualcun altro. 

"Stanotte voi due andrete come clienti nel locale notturno dove ci ha indicato il nostro infiltrato. Da quello che mi ha raccontato tutti i mercoledì sera il maledetto si fa trovare in quel night per bere e guardare le ballerine di pole dance. Ed è qui che entri in gioco tu, Whip crack. Ora che si fidano abbastanza di te dovrai fare quello che hai fatto esattamente fino a ora, ballare sul palco. Lui non ti ha mai vista perché abbiamo fatto combaciare i turni, quindi sarà una piacevole novità per lui." Si strinse il Jeans all'altezza del naso con due dita, come se gli costasse fatica chiederci di partecipare a quella missione. In effetti due settimane prima ero entrata a far parte dei dipendenti del night club, aiutata dall'infiltrato che aveva parlato di me al proprietario. Era stato un colloquio disgustoso da sostenere, ma per fortuna l'avevo superato. Ero felice che Dynamight e Red Riot venissero con me quella sera, mi sarei sentita più al sicuro. 

"Da quanto tempo sei infiltrata Maeko?" Mi voltai verso Eijiro e mi grattai la testa in imbarazzo. 

"Due settimane" Sarei riuscita a ballare su quel palco davanti a loro due? Certo, ci eravamo spesso trovati in situazioni imbarazzanti, come quando a Red riot scappava urgentemente durante una missione e si calava i pantaloni davanti a noi, o come quando condividevamo una stanza d'hotel e me li ritrovavo mezzi nudi davanti agli occhi, appena usciti dalla doccia. Ma stavolta sarebbe stato diverso. Stavolta avrei dovuto ballare in lingerie davanti a loro e onestamente mi sentivo a disagio. Cercai di ricacciare quella sensazione dalla mia testa e mi concentrai sulla missione, la priorità era dare a quel bastardo di uno stupratore un bel calcio nei coglioni. 

                                                                                  ***

Appena entrata nel locale mi fiondai dal barista, che poi era il nostro infiltrato, e mi feci fare uno shottino della merda più alcolica che aveva. 

"Sai che non puoi bere in servizio, non mettermi nei casini" Quel coglione non capiva il mio nervosismo, sempre ligio al dovere. In quelle settimane non aveva avuto nemmeno il coraggio di guardarmi ballare, per non creare problemi sul lavoro, così diceva.

"Ne ho bisogno" Dissi in modo sbrigativo, ed era vero. Lui finalmente si rese conto che ero un fascio di nervi e si decise a darmi quel dannato drink, sbuffando sonoramente. Lo ingoiai tutto d'un fiato, pentendomene subito perché sentii la gola andare in fiamme.

Subito dopo mi diressi verso le quinte del locale, seguita da due ragazze che in quelle settimane mi erano state molto vicine. Mi avevano insegnato ad ammiccare ai clienti e ballare, riuscendo anche a fare un po' di pole dance. Avevo l'ansia e mi sudavano le mani, ero in piena agitazione e una delle due se ne accorse subito.

"Ehy piccolina, non essere nervosa, devi fare quello che fai ogni sera, ballare!" Cominciò a scuotere il bacino in modo sensuale e allo stesso tempo davvero comico. I suoi occhi verdi erano allegri ma io sapevo che non era davvero quella la vita che desiderava. Mi aveva spiegato che era l'unico lavoro che una quirkless come lei era riuscita a trovare per pagarsi gli studi. Si chiamava Mila. L'altra ragazza invece amava il suo lavoro, l'aveva scelto per emanciparsi e scegliere da sola la propria vita, per distaccarsi dai genitori tradizionalisti che le impedivano di respirare. Lei si chiamava Osuya. 

"Fosse facile, voi siete davvero sciolte sul palco, io mi sento ancora a disagio" Ad entrambe avevo raccontato la stessa balla. Ero lì perché non avevo un titolo di studio valido in Giappone, avendo passato l'infanzia in Europa, e non avevo altre opzioni per mantenermi. Mi facevo chiamare Shisa.

"Ragazze è quasi l'ora. Shisa preparati, sei la prossima!" La voce del broker mi arrivò all'orecchio come una stilettata. Mi asciugai le mani sul mio jeans scuro e mi diressi nei camerini, dove mi aspettava il mio perizoma striminzito, un reggiseno di pizzo e la guepiere. 

 Presi un respiro profondo e mi preparai per quella serata infernale. 

Il giorno in cui Shigaraki Tomura tornò a essere Tenko ShimuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora