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Tornai al cottage il mattino successivo, portando una quantità di cibo tale da sfamare un esercito. Mi sentivo meglio, dopo la serata con i miei tre hero preferiti. Era come se avessi ritrovato la forza che mi mancava da settimane.

"Mi hai mentito quando hai detto che gli hero vivevano come pezzenti, questo cottage sembra uscito da un romanzo" Sorrisi a Tenko, che già di prima mattina aveva voglia di rompere il cazzo.

"In effetti non ci ho speso un centesimo, era di mia madre" Ripensai al giorno in cui lessi il testamento di mia madre. Non aveva nulla, tranne quel cottage ai piedi di un piccolo fiume, che a sua volta aveva ereditato da mio nonno. Era un po' una staffetta di famiglia affidarlo di generazione in generazione. Staffetta che si concludeva con me visto che durante la battaglia con Shigaraki avevo perso l'utero. Tornavo lì nei rarissimi momenti di pausa dal lavoro, per riposarmi e trovare un po' di pace. Sperai che i due villain riuscissero a provare le stesse cose che provavo io quando ci tornavo. 

"Ho portato il cibo, ora vi preparo la colazione. Il fiammifero è ancora nel mondo dei sogni?" Mi muovevo normalmente nel salotto, ma sentivo che Tenko era a disagio. Lo vidi annuire e guardarsi intorno guardingo, come se fosse fuori posto, in quel luogo tanto pacifico e pulito. Mi fermai per raggiungerlo, posandogli le mani ai lati del volto. 

"Ehy, che succede?" Sembrava tormentato, pensavo non mi avrebbe mai detto cosa gli stesse passando per la testa, infatti mi sorpresi quando invece parlò.

"Mi sento strano, non dovrei essere qui" Gli sorrisi dolcemente, sembrava davvero un bambino spaventato in quel momento.

"E dove dovresti essere, in una topaia senza nemmeno la doccia? Tenko, tu non sei un mostro, sei solo un essere umano. Meriti di stare qui così come lo merito io, cerca di ficcartelo in quella piccola testa tormentata" Puntò i suoi occhi nei miei. Voleva fidarsi di me, lo voleva disperatamente, ma semplicemente non ci riusciva.

"Vieni con me" Lo presi per il polso e lo trascinai fuori, fino al piccolo laghetto che rincorreva la foresta. Mi tolsi le scarpe e gli dissi di fare lo stesso. Dopo un attimo di titubanza e uno sguardo crucciato decise di seguire il mio consiglio. Lo trascinai fino al fiume, l'acqua era dannatamente fredda, ma lui non sembrava notarlo. 

"Ci sei mai andato al mare, Tenko?" Scosse la testa e mi rattristò il suo sguardo spento. -quante cose non hai visto della vita, quante belle sensazioni non hai provato?-

"Quando tutto questo sarà finito, ti ci porto io" Una piccola promessa, che impilavo sulle altre, l'ennesimo mattoncino per costruire qualcosa che non aveva mai avuto. 

Lo schizzai con l'acqua quando lo vidi perso nei pensieri, facendolo ridestare da qualsiasi cosa lugubre stesse pensando in quel momento. Fece per lanciarmi un sasso ma quello gli si sgretolò nella mano, così il suo sguardo tornò cupo. Mi ricordai della piccola scatolina che avevo nascosto nelle buste della spesa e gli chiesi di rientrare. Lui fece semplicemente quello che gli dissi, come se quel fiume non gli desse più il sollievo di prima. 

Cominciai a rovistare nelle buste della spesa, con lui seduto sul divano a fare zapping nella tv al plasma. Mi frapposi tra lui e il televisore, con la piccola scatola rettangolare tra le mani. 

"Lo so che è presto per il tuo compleanno, ma qualche tempo fa chiesi a una mia amica del supporto di creare una cosa, quindi ecco, questo è per te" Lo vidi davvero sorpreso. -non hai mai ricevuto regali, Tenko?-

Lui scartò il pacchettino con attenzione, per paura di fargli fare la stessa fine del sasso di poco prima e quando aprì la scatolina mi guardò confuso. Due cerchi di metallo neri e niente altro. 

"Indossali e premi il pulsante" Lo invogliai, per poi guardarlo eseguire le mie indicazioni. Una volta premuto il pulsante quelli si aprirono e si avvolsero a sue tre dita, erano guanti.

Il giorno in cui Shigaraki Tomura tornò a essere Tenko ShimuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora