22. No signore, nulla

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11.11.1969. Theo POV

"Pensi che Tiffany mi noterà mai?" chiedo a Thomas. "Sei il figlio del signore oscuro! Cadrà ai tuoi piedi e se non lo farà potrai farla torturare".
"Davvero confortante" sbuffo. Vorrei che zia Afrodite mi aiutasse ogni tanto...o Eros o chiunque possa farla innamorare di me.

24.12.1960. Egle POV

Io e Tom camminiamo con lunghi mantelli. Ci fermiamo davanti l'arcivescovo che tiene la corona del re. Tom la strappa dalle sue mani e se la poggia in testa. Prende la corona della regina e la poggia con delicatezza sulla mia testa.

Mi prende la mano. "Mio signore, questo non è concesso" balbetta l'arcivescovo. "AVADAKEDAVRA" grida Tom.
Mi porto una mano davanti la bocca per non urlare. I volti di tutti si ricoprono di paura. Il loro re è un assassino.

Ci sediamo sui troni e i fulmini illuminano la sala dalle vetrate e gli applausi.

Un forte dolore sul mio ventre mi fa contrarre. So bene cos'è. "Tom...sto per partorire" gli sussurro.
"Tutti fuori!" orrida poi a gran voce. Mi stendo su una nuvola creata da me e ne creo un'altra per Tom e i bambini.

Era è già nella sala parto e Artemide si propone per tenere d'occhio i piccoli.

"Sono due gemelli" sorride Era lavando e avvolgendo Athys in fasce blu e Amanda in fasce rosee.

31.12.1960

La balia porta i gemelli nella loro stanza qui sull'Olimpo. Diamo la buonanotte ai bambini e torniamo in camera. "Oggi sei un'anno più vecchio" sorrido a Tom. "E tu sempre più bella" mi sorride prendendomi per i fianchi facendomi avvicinare a lui per baciarmi. Mi butta sul letto dove continua a baciarmi mentre sposta i miei tessuti. "Ti amo" mi sussurra prima di entrare dentro di me dopo qualche mese. Va piano. "Ti amo" gli dico tra un bacio e l'altro.

27.01.1961

"Da oggi stesso qualsiasi regno sotto la mia corna dovrà convertirsi agli dei olimpici. L'Inghilterra diventerà un impero sotto il comando dell'imperatore Voldemort" annuncia dal balcone. Lo ascolto restando dentro. "I babbani non avranno alcun potere in questo impero" continua poi.

Mi smaterializzo ai confini di Hogwarts e corro nella sala grande dove tutti sono qui ad ascoltare Tom. Mi blocco tra le porte. "Vostra maestà" dice Silente notandomi. "Dobbiamo parlare preside. È per il bene della scuola". Lui annuisce e mi porta nell studio. "Dovete fare in modo di separare Hogwarts da questa follia".
"Temo proprio di non poter fare nulla. Voi siete la famiglia reale. Informerò nel caso succedesse qualcosa al principe erede. Qualcos'altro?".
"No signore, nulla" concludo uscendo.

"Mamma!" esclama Theo ricorrendomi fuori la scuola. Lo abbraccio, sento che trema. "Andrà tutto bene" cerco di rassicurarlo. "Voglio tornare a casa" piange. "Tornerai presto piccolino mio. Theo, promettimi che sarai forte".
"Te lo prometto mamma" mi sorride e dopo aver ricambiato quel sorriso mi smaterializzo a palazzo.

"Dove sei stata?" mi chiede Tom con rabbia. "A trovare nostro figlio".
"Devi dirmi dove vai".
"Non sono una bambina che devi controllare!".
"Sei mia moglie, la mia regina e la mia dea. Sono imperatore di tutta l'Inghilterra, Canada, Australia e di tutto il mondo magico".
"Theo ha paura! A scuola lo odiano".
"Le maledizioni senza perdono non sono più illegali. Quest'estate le imparerà. Trasferiremo la sede imperiale a casa nostra; questa sarà per discutere con la nobiltà che verrà ristabilita. I Windsor sono stati reintegrati in Irlanda con nuove proprietà. I nati babbani hanno una nuova scuola dove saranno istruiti e verranno integrati come impiegati di fabbriche o camerieri. I babbani potranno continuare ad essere dipendenti dallo stato. Novità finite".
"Eri meglio come insegnante" dico a voce bassa voltandomi. "E tu eri più ubbidiente come studentessa" mi risponde. "Porto i bambini dai nonni; ci raggiungi?" gli chiedo cambiando discorso. Lui annuisce ed io vado nelle mie stanze per cambiare quegli abiti formali con uno più semplice e adatto a me.

Prendo in braccio Amanda e Athys, faccio salire le bambine in carrozza e poi salgo anch'io.
"Mamma. Papà è cattivo?" mi chiede Audrey spaventa. "No tesoro. Papà è solo troppo protettivo. Si sistemerà tutto, vedrai" gli sorrido mentendo sia a lei che a me. Tom è cambiato, il potere gli ha dato alla testa.

I miei genitori ci accolgono con lo stesso sorriso di sempre. "Nonni!" esclamano Audrey e Cercie abbracciandoli. Poi, i miei genitori, prendono in braccio i gemelli. "Lei ti somiglia molto" mi sorride mamma che tiene Amanda. "Dov'è Tom? Abbiamo sentito delle novità" dice poi papà. "Tom viene più tardi. Ha delle faccende reali da sbrigare. È un problema se i bambini restano qui a dormire?" gli chiedo senza farmi sentire dalle ragazze che stanno giocando poco più in là. "Certo che no" mi sorride mamma.

Ci sediamo in salotto. Mi è mancata la casa dove sono cresciuta."Papà!" esclamano le bambine quando Tom entra. "Questi provvedimenti, non pensi siano eccessivi Tom? Voglio dire...molti nati babbani sono in gamba" dice papà mentre ceniamo. "Se proverete a nascondere qualcuno verrete dichiarati colpevoli per tradimento della corona. Visto che sei mio suocero sei ancora in tempo per dire la verità".
"No, non nascondiamo nessuno" balbetta papà. Non l'ho mai visto così debole. "E una piccola precisazione; io sono Voldemort" Le bambine guardano spaventate loro padre. "Cercie, Audrey. Vi va di dormire dai nonni?" gli chiedo con un sorriso.

Loro due annuiscono. "Allora io e papà andiamo. Buonanotte piccole" le sorrido. Saluto anche i miei genitori e mi smaterializzo con Tom nella nostra casa. "Ti prego dimmi che stai scherzando" gli dico senza nemmeno guardarlo mentre provo a trattenere le lacrime. "Ho fatto un'altro Horcrux".
"Io non ti riconosco più. I nostri figli hanno paura...io ho paura". Lui mi fa girare e prende le mie mani portandole al suo cuore. "L'unico motivo per cui non sto uccidendo tutti, l'unica ragione che mi ferma siete voi. Non avete nulla da temere".
"Promettimi che questa follia finirà".
"Te lo prometto" mi dice. Io lo abbraccio scoppiando in lacrime. "Rivoglio il mio Tom...rivoglio il professor Riddle".
"Non mi hai mai perso" mi risponde mentre mi stringe a lui.

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