Amore Proibito

24.Mi mancano

10.08.1966

Passo le giornate a osservare i miei figli sapendo che con me ne avrò solo uno. "Egle" mi chiama Era. "Mi mancano" le confesso con le lacrime che scorrono. "È umano provare questi sentimenti ma tu hai dei doveri più grandi di crescere dei bambini. Tom riuscirà".
"Ha chiuso Audrey e Cercie in camera, costringe Theo a imparare le arti oscure e ogni volta che parlano o pensano un propio pensiero li chiude nelle celle sottoponendoli a torture. Come posso vivere sapendo che i miei figli soffrono?".
"Buttai mio figlio, Efesto, giù dall'Olimpo perchè brutto. Non sono certo la persona migliore per dirti che è normale che i nostri figli soffrano ma è realmente così. Cosa pensi che cambierebbe se tu fossi con loro?".
"Potrei proteggerli. Lascerei che ciò che fa a loro venga fatto a me".
"Tu sei una dea Egle. Una dei 12, diventati 13. Sei potente e lui lo sa. Tutto questo dolore non fa bene ne a te ne al bambino".
"Mi odieranno" affermo. "Lascia allora che lui non lo faccia. I tuoi figli non ti odieranno. No se sarai con loro" mi dice uscendo dalla sala.

16.08.1966

Sdraiata nel letto dei dolori, grido mentre Era mi assiste nel parto del quarto figlio. Nascono altri due gemelli: Thomas e Ismene. Mentre li presento agli dei, mio nonno Zeus mi chiama con tono serio. "Egle," pronuncia il mio nome con gravità, "devo parlarti."

Gli altri dii escono ed Era prende i gemelli. "Qualcosa non va?" chiedo ancora distesa.
"Si tratta di Tom e di mio figlio".
"Che ha fatto?!".
"I tuoi genitori...sono scesi nell'Ade per la sua mano" mi dice facendomi annebbiare la mente. Non può averlo fatto. "Dimmi che non è vero".
"Mi dispiace Egle. Puoi sempre scendere negli inferi. Ade ti darà il benvenuto come una dea".

Era torna con i bambini che metto nelle loro culle. "Puoi sorvegliarli per un po'?" le chiedo gentilmente. "Egle non sei lucida".
"Non posso non interviene".
"Lascia che il tempo faccia il suo corso" mi dice ancora.

Tom non può avermi fatto questo.