26. Il mondo magico sarà mio

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02.09.1966

Prendo i gemelli tra le braccia e, con risolutezza, mi dirigo verso l'Olimpo.

"Zeus," chiamo nel tempio, presentandomi davanti alla maestosità del re degli dei. "Il destino dei miei figli è in pericolo. Tom è intrappolato tra le tenebre che lo guidano e il suo cuore che è ancora lì."

Zeus mi osserva con occhi saggi. "Egle, discendente degli dei, hai il potere di influenzare il destino della tua famiglia. Tuttavia, l'amore è il ponte che collega il divino e l'umano. Devi cercare di far fiorire questo ponte."

"Ma come?" chiedo con sincerità. "Tom rischia di scatenare una guerra, devi scegliere saggiamente cosa fare. La saggezza è una virtù, e tu, come discendente degli dei e dea stessa, possiedi la forza di plasmare il destino in modi inimmaginabili."

Decido di tornare da Tom. Appena rientro nella stanza, trovo mio marito ancora immerso nei suoi pensieri. Mi avvicino con delicatezza, sostenendo lo sguardo penetrante del mio amato.

"Tom, dobbiamo parlare," inizio con calma, cercando di comunicare la serietà delle mie intenzioni. "Non c'è nulla da discutere," risponde con freddezza, ma vedo una fitta di dolore nei suoi occhi sempre più rossi. "Siamo genitori, Tom, e il nostro amore è stato una forza potente. Non dobbiamo perdere quello che abbiamo costruito. Possiamo superare le difficoltà insieme, ma devi aprirti a me."

Il suo sguardo si abbassa, e posso percepire la lotta interna che sta affrontando. "Non so se possiamo tornare indietro," mormora, ma c'è una lieve traccia di incertezza nella sua voce. "Non dobbiamo tornare indietro, Tom. Possiamo andare avanti, insieme," ribadisco, cercando di far emergere la speranza tra le parole. "Egle, non è così semplice," sussurra, ma noto che la rigidità nel suo tono si è ammorbidita. "Lo so, Tom. So che ci sono ostacoli, ma dobbiamo affrontarli insieme. I nostri figli hanno bisogno di entrambi, di unione, non di divisione," dichiaro, cercando di colpire il suo cuore con parole che vanno oltre la razionalità."Gli dei sono dalla nostra parte"

Un silenzio intenso pervade la stanza. I suoi occhi incontrano i miei, e per un istante, sembra che la barriera che si è creata tra di noi possa essere attraversata. "Allora torna dai tuoi dei e lasciami regno sul mondo magico" sibila come un serpente velenoso. Si avvicina a me prendendo il mio viso tra le sue mani "Il mondo magico sarà mio, con o senza il tuo consenso," afferma con determinazione.

Di fronte alla determinazione fredda di Tom, sento il richiamo dell'Olimpo. In un attimo, il mio corpo si dissolve in una cascata di foglie lucenti, e al mio posto lascio i suoi figli.

Mi ritrovo nell'Olimpo, circondata dalla maestosità degli dèi. Zeus, mio nonno, mi guarda con occhi saggi, consapevole del peso delle mie scelte. Senza dire una parola, mi avvicino al trono degli dèi, accettando il mio posto tra loro.

Guardo dall'alto Tom, ancora immerso nel suo desiderio di potere mentre una balia si occupa dei nostri figli.

Mi avvicino a Ares, il dio della guerra, che mi scruta con sospetto. "Ci sarà davvero una guerra?" gli chiedo preoccupata. Ares mi osserva con la sua imponente figura da dio della guerra. "La guerra è un inevitabile danza che il mondo spesso intraprende, Egle," risponde con voce profonda. "Le scelte di tuo marito potrebbero innescare conflitti, e il destino dei mortali è spesso intrecciato con la loro stessa rovina."

"Posso fare qualcosa per evitare il conflitto?" chiedo, sperando in qualche consiglio divino che possa placare la tempesta imminente. Ares sospira. "L'influenza degli dèi è potente, ma la volontà umana è altrettanto forte. La tua presenza qui può portare equilibrio, ma è nelle mani degli uomini decidere il loro destino."

Con un cenno di ringraziamento, mi allontano da Ares, consapevole che il destino del mondo magico pende su un filo sottile.

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