Un giorno l'ammiraglio pirata Roger si stufò dell'egemonia sui Caraibi, era giunta quell'età in cui si ha il bisogno di rompere i confini delle acque conosciute. In questo caso si trattava dell'orizzonte meridionale, tracciò una rotta che puntava contro il sole per passarci sotto e lasciarselo alle spalle. Arrivato nell'ignoto avrebbe deciso dove andare a seconda di quel che avrebbe trovato.
Approntò la sua nave ammiraglia e due gemelle poco meno armate, compose tre equipaggi di persone fidate e ordinò che la sua cabina di comando fosse bella e arredata come la corte di una principessa, infatti Roger non poteva lasciare i Caraibi senza sua figlia. Gin, la piccola sirena, sarebbe venuta con lui. Si raccontava che l'ammiraglio l'avesse avuta dal rapporto con una creatura marina. Nessuno però lo dava per certo, cose avvenute molti anni prima: quella sirena non era più tanto piccola.
Anche Gin si trovava in un'età nella quale si sente il bisogno di rompere i confini, nel suo caso però non erano confini geografici, ma i rigidi confini tracciati dal padre.
«Papà, devo proprio venire?»
«Altrimenti con chi staresti?»
«Non lo so, preferirei non partissi nemmeno tu. Posso almeno nuotare da una nave all'altra? Oppure andare a conoscere la gente nei porti che troveremo?»
«Certo.»
«Intendo da sola.»
«Allora no.»
Per chi non avesse mai sentito di Roger, basti sapere che l'ammiraglio era noto per la capacità di fare l'amore con chiunque, dalle dame di corte ai molluschi, ma per quanto riguardava amare gli riusciva soltanto con lei, sua figlia Gin. Lei lo sentiva e, se non fosse accaduto nulla, forse i confini del padre non li avrebbe mai voluti varcare. Quella vita la appagava, un divano per lei sul cassero dell'ammiraglia, Roger abbastanza vicino da poter allungare un braccio e stringergli il polso, l'orizzonte delle acque oltre la prua e tutto il resto del mondo lontano. Qualcosa tuttavia accadde.
Ci sono abissi nei mari del sud che i grandi velieri sorvolano senza coscienza di cosa nascondano. Nessuna idea almeno finché i loro legni non si spezzano e i corpi del loro equipaggio non spalancano gli occhi nel buio prima di soffocare annegati.
L'ammiraglio Roger puntava le sopracciglia corrugate verso una delle sue navi ausiliarie mentre, senza capire come, pareva che si fosse incagliata in mare aperto. Chiese il cannocchiale, un paio di ufficiali già guardavano nelle lenti ma non spiccicavano parola. Attraverso il tubo Roger vide due tentacoli, grandi e lunghi quanto l'albero maestro, che si avvinghiavano sullo scafo della nave ausiliaria.
«Papà, cosa succede?»
«È una bestia marina.»
«Sirene? Qualcuno con cui chiacchierare?»
«Ne dubito, tesoro», raccolse il megafono e lo mise sulla bocca per lanciare l'ordine: «preparate la batteria di cannoni di tribordo.» Poi si rivolse al timoniere. «Manovra di abbordaggio.»
«Facciamo fuoco sui nostri?»
«Una sanguisuga non molla la presa, bisogna strapparla.»
La nave ammiraglia accostò verso l'altra finché le grida e gli spari della battaglia non si sentirono nitidamente. Roger si protese sul parapetto e ancora col megafono lanciò un avviso: «Stiamo per sparare alla bestia: rifugiatevi nel lato opposto della nave, stiamo per sparare alla bestia.»
«Cannoni pronti» avvisò un ufficiale.
«Ve lo devo dire io quando sparare? Ma è rimasto qualche vero pirata su questa nave? Fate fuoco, maledizione. Semmai ne avrò voglia vi dirò quando smettere. Fuoco!»
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Mermay - Stories 2022
Short StoryUn racconto sulle sirene per ogni giorno di maggio. Un disegno sulle sirene per ogni giorno di maggio. Abbiamo deciso di affrontare il famoso Mermay dedicato ai disegnatori aggiungendo una categoria: scrittori! Dopotutto siamo artisti anche noi e le...