20 #Diamond - Il trono del più cattivo

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Di Borg non si arrivava mai a conoscere ogni singola bugia. Da tutte le astuzie che aveva imbastito, dalla corona in cartapesta ai travestimenti nel letto del duca, l'unica cosa che si poteva dire per certo è che non era un tipo raccomandabile. Anche se, di fronte a uno specchio, Borg si sarebbe detto un uomo d'intelletto e non, per niente, affatto, un bieco mascalzone.

Questa certezza si crepò un poco quando, approdato sull'isola della strega Glifa e imprigionato nelle sue segrete, venne a sapere che l'isola era assediata da gente che gli dava la caccia.

Il ciclope Monostinco aveva attraversato il mare a piedi per arrivare alle porte del castello, in volo erano arrivati due draghi che parlavano di un singolo tesoro sottratto a entrambi, sulle navi era venuta una truppa di vichinghi che si dicevano diffamati e infine era giunta a nuoto una giovane oceanina che, qualsiasi scandaloso torto Borg le avesse fatto, non osava raccontarlo ad alta voce.

Che Borg fosse felice di tutto questo seguito non c'era da stupirsi, il suo egocentrismo gareggiava solo con la propensione a mentire, tuttavia quel che davvero lo insospettiva era l'oceanina. Una ragazza dalla coda di pesce, la poteva intravedere attraverso le sbarre di una finestrella aperta a picco sul mare. La giovane stava immersa nell'acqua e col mento poggiato sugli scogli, di quell'essere lui non ricordava proprio nulla.

Per gli altri invece poteva elencare ogni singola malefatta. Monostinco per primo, ricordava di quando si trovò prigioniero nella sua grotta e di dove gli infilò un tronco d'albero appuntito. Riguardo i due draghi, ricordarsi di loro gli metteva solo orgoglio, si trattava di quando desiderò rubare una coppa d'oro dal tesoro di uno e, per sopravvivere al furto, decise di rubarne due molto simili, una dal tesoro di uno e una dal tesoro dell'altro, ancora non si erano decisi su chi fosse in diritto di inghiottire il ladro. La truppa di vichinghi invece era figlia di un giochetto meschino da scuola classica, tutti loro conoscevano la leggenda di Loki trasformato in splendida giumenta, sicché fu facile convincerli a venerare per qualche settimana una scrofa che, proprio sotto gli occhi di Borg e solo i suoi, un attimo prima che giungessero loro aveva l'aspetto del dio dell'inganno. Ovvio che se un dio dell'inganno avesse preso forma, in quel momento avrebbe avuto quella di Borg. Nemmeno ricordava a che pro li avesse ingannati, sapeva solo di aver riso.

Uno a uno i suoi potenziali carnefici gli fecero visita, spuntavano coi loro musi inferociti di fronte alla finestrella con le sbarre. Borg non ne faceva caso e se ne stava distante in un angolo buio della cella. Sapeva, il bugiardo inveterato, che le persone con la certezza di vincere non mollavano la presa facilmente, gli piaceva essere il soggetto delle loro attenzioni, ma soprattutto la gente sicura di sé abbassava la guardia più che in ogni altro momento. Non poteva perdere in chiacchiere l'occasione di gabbarli e lasciarli in rada a lungo, nella baia del castello di Glifa, li avrebbe aiutati a familiarizzare. Un nemico comune legava la gente molto più stretta di un matrimonio tra figli e legati assieme si sarebbe liberato di loro.

Rideva di lui la strega Glifa, ogni sera, ogni mattino e ogni volta che avesse voglia di sorseggiare un tè davanti a un "disgraziato", come lo chiamava lei.

«Dicono che per conquistare una donna bisogna farla ridere. È per questo che non mi lasci andare?»

«Ah! Sei bloccato tra le mie grinfie e un roveto di spade vichinghe, fauci e pugni capaci di spappolarti. Guardarti in questo limbo della morte è appagante.»

«Mi ricordi cosa ti ho fatto?»

«Certo. Allora...»

Smetteva di ascoltarla, non gli interessava affatto, tra le storie della gente che lo voleva spappolato Glifa aveva la più noiosa. Vaneggiava su qualcosa di simile al "diritto al trono del più cattivo", insomma qualcosa che esisteva solo nella sua testa. C'era un motivo preciso per cui una strega abitasse in un castello nero, da sola, su un'isola deserta e Borg sapeva che questo motivo non era la sanità mentale. Approdato sull'isola aveva sperato che il motivo fossero i tesori nascosti ma, trascorso qualche mese nelle segrete, di tesori aveva trovato solo il diamante che la strega stessa portava al mignolo.

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