La coscienza di sé viene dallo specchio, se mi sentisse il professore di Filosofia ne farebbe un dramma, ma io ho voglia di parlare per conto mio. Gli altri hanno una chiara idea della tua identità, gli basta vederti e sentirti, come si fa con una forchetta o con un sasso. Nessuno dubita dell'esistenza di un sasso, l'unico che potrebbe dubitarne è lui stesso.
Nella Settimana Enigmistica ci sono tante metafore della mia vita, sarà perché alle elementari, dopo pranzo, dalla nonna c'era solo quella da sfogliare. Il mio corpo e la mia anima si possono mettere in due vignette diverse e a una prima occhiata nessuno direbbe che ci sono dettagli in comune. Avendo una mia foto divisa a metà sul lato mancate non saprei cosa aggiungere, a copiare per simmetria mi sentirei estremamente bugiarda.
Per nonna sono sempre stata un rebus che non ha voglia di completare, per mamma un cruciverba senza le indicazioni e per tutti gli altri un bel visino, la bella copertina di un libro in lingua sconosciuta. Papà invece è molto più simile a me, guarda la maschera che ho come volto e si lascia convincere che sia tutto lì, nulla di storto, nulla di complicato, nulla di cui preoccuparsi.
Disturbo dissociativo di identità, vorrei avere un terapista solo per rubargli quelle parole di bocca, solo per ricevere da lui, finalmente, un'etichetta: disturbata. Un'etichetta per smettere di chiedermi: perché d'un tratto mi chiedo che faccia io abbia? La vedo su una vetrina ma non capisco dove quella ragazza stia andando, forse lo ricordo ma non ricordo il perché.
Quando gli specchi non c'erano la gente come capiva la propria identità? Guardando nel viso degli altri suppongo. Se agli altri non piacevi allora eri il brutto, se gli altri sorridevano eri il simpatico, ma se gli altri ti guardavano strano, come mi guardano mamma, nonna e i miei compagni di classe, allora cos'eri?
«Alice.»
Tiro il fiato di colpo, i ragazzi pronunciano poco spesso il mio nome, sarà per quello che mi suona così strano: «Dimmi.»
«Non ho nessuno con cui giocare a SeO, non è che ti va di farlo tu?»
«Vieni da me dopo che hai scoperto di non avere nessuno.»
«Non fare così.»
«No, non ci gioco. E poi dove lo trovo?»
«Su internet, SeaOnline, è una realtà virtuale ambientata sott'acqua.»
«La cosa più strana che...»
«Puoi interpretare il personaggio che vuoi tu.»
Rimango a bocca socchiusa su una frase di dissenso che non riesco a finire, ci sto riflettendo e il mio compagno di banco l'ha notato. Gli butto a terra l'astuccio, lui lo raccoglie e quando torna dritto sono già immersa tra le pagine del libro. Non ne parliamo più.
Esco da scuola, seguo la via pedonale verso casa, guardo una vetrina, c'è molta gente riflessa ma io non mi vedo. Ci devo essere, sono ancora abbastanza sana da non dubitarne, ma, solo per ipotesi, se potessi riconoscermi in una qualsiasi di quelle persone chi sceglierei?
C'è una signora dalla vita abbondante ma una gonna decorata a fiori, un uomo con le maniche arrotolate su dei bicipiti segnati di vernice e bruciati dal sole, vedo una bambina che scivola via su un monopattino e poi una ragazza con lo zaino su una spalla, il viso da bambolina e una salopette che non cambia da tre giorni.
Non mi sento nessuno di quelli, ma non vuol dire che non vorrei scegliere, corro a casa, chiudo la porta di camera mia e accendo il PC, abbasso le tapparelle, come quando voglio sognare di trovarmi in un film, questa volta però devo immergermi in un mare, quello di SeaOnline.
Due ore di download, il mio fastidioso compagno di banco non ne aveva parlato, c'è un dettaglio però: anche se il programma non si può ancora avviare, posso già costruire il mio personaggio. Dai capelli alla misura dei fianchi, decido tutto io. Sarà diversa da me, irriconoscibile, avrà solo la mia anima e una coda da sirena, in fondo è SeaOnline. Mi dovrò tuffare nel mare, meglio così, sarò ancora più lontana da quella maschera di ragazza che ho indosso ora.
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Mermay - Stories 2022
Short StoryUn racconto sulle sirene per ogni giorno di maggio. Un disegno sulle sirene per ogni giorno di maggio. Abbiamo deciso di affrontare il famoso Mermay dedicato ai disegnatori aggiungendo una categoria: scrittori! Dopotutto siamo artisti anche noi e le...