11 #Superstar - Il diamante nella perla

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Frequentavo volentieri la Corte dei Giullari, quella taverna che possiede un palco aperto ai viandanti. Lì dentro le risorse concesse da mio padre per la scuola artistica, in qualche maniera, non sembravano spese in birra, sebbene di fatto fosse così.

Non ci crederete ma proprio in quella taverna trovai una delle migliori lezioni sulla vita dell'artista e la sentii dalla bocca irruvidita di un mercante, uno vestito da ricco ma macchiato dal tempo, come non gli interessasse più.

«Le idee vincenti nascono quando infrangi un preconcetto assassino di sogni. I preconcetti sono la scorza ruvida di un'ostrica che, una volta aperta, si rivela piena di perle.» Quell'uomo parlava rivolto al palco mentre io, rischiando di mettere il petto nella pietanza, mi sporgevo sul tavolo per ascoltarlo. Diceva: «non tutte le ostriche contengono perle, anzi, come non tutti i preconcetti sono calunnie. Tuttavia, si racconta che, da qualche parte, capitò a un ragazzo di aprire un'ostrica e trovare una perla, quindi aprire la perla e trovarci un diamante.»

«Magnifico, quali sarebbero dei buoni preconcetti da infrangere oggi?»

«Non ne ho idea, non sono un veggente, ma quand'ero giovane mi sembrava di esserlo. A quei tempi mettere su una compagnia errante di commedianti era una follia, dopo il tracollo di Bardo Maximus, che nessuno sopportava più di vedere sul palco, e dopo il tramonto delle mitiche elfe danzanti, anche loro all'improvviso odiate da tutti, quando dissi di voler guadagnare con gli spettacoli nelle taverne mi risero in faccia.»

«Quando ti ridono in faccia significa che hai fatto centro.»

«Sì, se sei un comico. Beh, io mi impuntai sull'idea della compagnia di commedianti, ma non ero sciocco, avrei fatto qualcosa di originale. C'era una comunità sulle rive del mare accanto al porto della città, una comunità di sirene. I cantanti andavano ad ascoltarle, le pagavano per imparare il mestiere, fossi stato in loro avrei ringraziato il cielo che quegli esseri non potessero lasciare l'acqua, col loro canto mi avrebbero tolto il lavoro.» Il mercante schioccò le dita. «Ed ecco l'idea: portare una sirena nelle taverne dell'entroterra.»

«Perché non era venuto in mente a nessuno?»

«Sai quanto costa una vasca in cui si può immergere una persona? E magari non troppo angusta, non vogliamo mica inscatolarla. La vasca per la mia sirena fu l'investimento più grande del progetto, spesi quasi tutto e, col senno di poi, fu la decisione migliore della mia vita. La ordinai di legno, sì, ma anche di vetro: gli avventori delle taverne avrebbero visto la sirena dai capelli alla coda, altrimenti tanto valeva mettere una cantante qualsiasi nascosta per metà in una botte.»

«Allora come convinse la sirena a venire?»

«Un momento, tu sai quanto pesano tre metri quadri d'acqua? Tre tonnellate. Anche riempiendo la vasca a metà durante il trasporto, sarebbe stato impossibile salire per i sentieri delle montagne. Questo non mi piaceva, senza contare che l'acqua della vasca va cambiata, non ci crederai ma la sirena spurga i propri bisogni come qualsiasi animale e non aspetta mica quella volta a settimana che possiamo immergerla nel laghetto di un torrente.»

«Ora devo sapere come la convinse a venire, rapita?»

Il mercante si carezzò la barba, sembrò cercare di nascondere dietro la mano un ghigno di soddisfazione, di nuovo schioccò le dita: «non mi serviva la migliore delle sirene, me ne bastava una che cantasse. Camminando avanti e indietro per la costa, seppi di una sirena che cantava ogni giorno per un elfo che non le dava retta. Mi feci amico quell'elfo e il gioco era fatto. Vuoi sapere come trasportai la vasca?»

«E l'elfo? Insomma, la sirena era innamorata dell'elfo?»

«Prima ti spiego questo: per portare la vasca comprai due troll. I troll hanno lo stomaco più piccolo di quanto si creda, è facile chiedersi con cosa riempiano quei muscoli, beh, bisogna capire che non tutte le parti del troll sono muscoli, anzi maggior parte sono di puro sasso, il cervello per primo. Tuttavia bisogna scegliere il troll giusto: assolutamente vietato acquistarlo di notte, rischi che te ne rifilino uno che si trasforma in pietra sotto il sole, molto più rischioso ma comunque buono procacciarlo personalmente, ammesso che se ne trovi ancora qualcuno nella selva intorno alle città. Alla fine però, se si ha denaro, come al solito conviene fidarsi del rivenditore amico, quello che costa di più ma quando esci dalla bottega ti saluta convinto che tornerai, perché sa che sarai soddisfatto.»

Mermay - Stories 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora