Mi presento, sono Annika Marica Casiraghi, ma fin da piccola tutti mi hanno chiamato Marica.
Da quando sono nata, ho vissuto per due mesi in Svezia, la mia città nativa, poi, per restare vicino ai miei nonni, mi sono trasferita in Italia.
Anche perché hanno detto ai miei che qui in Italia, ci sono i migliori cardiologi del mondo, si, ho un piccolo difetto cardiaco dalla nascita, il mio cuore risulta troppo piccolo e molti medici, dicevano che forse non sarei sopravvissuta fino al mio primo anno di vita, ma lottando con tutte le mie forze, sono ancora qui, ora ho ventinove anni, e anche se ogni tanto, il mio piccolo cuore fa i capricci, posso raccontare la mia storia.
Il nome Annika arriva dalla mia bis nonna, che purtroppo non ho conosciuto perché è morta una settimana prima della mia nascita prematura, ah, non vi ho detto sono nata al sesto mese per una complicanza nella gravidanza e i medici hanno deciso di farmi nascere prima.
Invece, il nome Marica, lo ha scelto mia sorella perché a quell'epoca c'era un cartone animato dal titolo " i gemelli nel segno del destino" dove la bambina protagonista si chiamava Marica.
Perché fin da piccola mi hanno sempre chiamato Marica? La risposta è semplice perché il significato del nome Marica è "fanciulla splendente" e siccome, fin da piccola ero sempre sorridente allora mi hanno sempre chiamato Marica.
Quando ho iniziato a frequentare l'asilo, mi sentivo diversa, ho iniziato ad isolarmi, giocavo da sola, le maestre, hanno suggerito ai miei di fare dei test sui disturbi di apprendimento, con esisto che soffrivo di dislessia, discalculia e disgrafia. Ho iniziato subito un percorso dalla psicoterapista e dalla psicomotricità che sono durati fino alla quinta elementare.
Da quel momento la mia vita era diventato un inferno, di alti e bassi, mi sembrava di stare sulle montane russe, perché tutti i miei compagni, mi deridevano e mi facevano tanti dispetti, molti di cattivo gusto, come spingermi dalle scale, nascondermi lo zaino. Io mi sentivo ogni giorno che passava la tristezza salire, mi nascondevo nel mio mondo, da li, ho scoperto la poesia, in 3 elementare già scrivevo poesie che ancora oggi, le conservo perché sono pur sempre un ricordo. Si, ho trovato nella poesia una valvola di sfogo e un grande aiuto.
Sono arrivata in quinta elementare, le maestre ha posto la domanda: "COSA VUOI FARE DA GRANDE?". Io avevo un solo sogno, che ancora oggi desidero che si avveri, beh, quello che voglio fare da grande è: essere come GUCCI. Si sogno di diventare una stilista di moda famosa, ma nonostante le scuole professionali di moda che ho frequentato, questo sogno, non si è ancora avverato, anzi, quando ho finito la scuola professionale all'età dei miei vent'anni, avevo fatto domanda per poter lavorare alle Spose di Gio, fatto il colloquio conoscitivo, alla domanda: "CHE ESPERIENZA LAVORATIVA HAI?". Io purtroppo, non avevo nessuna esperienza, solo quella dello stage scolastico, e la lora risposta fu: "NON POSSIAMO PRENDERTI PERCHÉ CERCHIAMO MINIMO CINQUE ANNI DI ESPERIENZA LAVORATIVA". Li, mi sono cadute le braccia, il mio sogno si era spezzato. Mi sentivo inutile, non avevo più voglia di vivere, volevo diventare angelo del cielo. Mi sono posta mille domande senza nessuna risposta. Per tre anni, ho smesso di cercare lavoro perché ero convinta che una dislessica non poteva lavorare, mi sono trasferita a Svezia da amici, per sfuggire dall'Italia, li, ho lavorato per 3 mesi come baby-sitter, una lampadina mi si è accesa, il mio sogno di diventare come Gucci si è trasformato in: VOGLIO LAVORARE CON I BAMBINI, sono tornata in Italia, ho frequentato nel 2018 un corso per diventare assistente all'infanzia, che l'ho concluso con ottimi risultati.
Le scuole medie per me, sono state un vero e proprio inferno, i miei disturbi di apprendimento sono peggiorati, tanto da aver bisogno di un insegnate di sostegno privata. I miei compagni di classe, mi deridevano perché avevo 2 insegnanti privati, e da quel momento sono iniziati gli episodi di bullismo ancora più forti. Mi ricattavano chiedendomi soldi, io non sapevo cosa fare, ho preso la mancia che i miei genitori e mio nonno ma dava e l'ho data tutta a loro. Fino a quando ho parlato con il preside che ha preso dei provvedimenti.
Ho lavorato per un mese nel periodo estivo come baby-sitter. Ma volevo qualcosa di più, ho fatto diversi colloqui per entrare negli asili nidi. Ma... quando credevo di aver un lavoro, è iniziata la pandemia da Covid-19, dove tutti a casa. Li, mi sono cadute le braccia, mi sono sentita ancora più inutile di sempre, volevo morire.
Nel 2020 ho trovato lavoro, che non era il massimo ma almeno potevo dire che ho dei soldi miei. Ho lavorato come addetta alle pulizie per 6 mesi, poi, ebbi un infortunio, e in quel momento la datrice di lavoro, mi trattava male, dandomi a me tutte le colpe, dicendomi che con il mio infortunio gli ho messi nella merda, che è colpa mia se le mie colleghe davano le dimissioni.
Il mio infortunio era serio ma non grave, ho avuto la frattura della caviglia sinistra che ho dovuto sistemarla con una piastrina perché sennò il mio piede sarebbe rimasto storto per sempre.
La mia infanzia, come potete leggere, non è stata tutta rose e fiori. È stata per la maggior parte del tempo una montagna russa, a volte, ho pensato al suicidio, pensando che per non essere più presa di mira dai bulli era la cosa migliore, ma grazie a un amico che poi, era diventato il mio ragazzo ho superato questo periodo.
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Il bullismo
Short StoryQui scrivo delle testimonianze che ho trovato molto significative a me. Spero che vi possono far capire molte cose.