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Durante la cena, io e Leclerc non parliamo molto, ma Sainz parla abbastanza per tutti e tre.
Stiamo mangiando il dolce quando suona il telefono di Charles.
Si scusa e si allontana, dicendo che ci saremmo visti l'indomani.
:'Allora, come sei arrivata in Formula 1? C'è non per essere sessisti è solo che, boh è strano"
:'Mh, una storia lunga" rispondo sbrigativa.
Non mi piace parlare di me alle persone.
:'Oh andiamooo, qualcosa in più?"
Notando che rido e non rispondo Sainz continua:'Facciamo così, ti faccio delle domande, e tu rispondi si o no, schietta e senza farti problemi"
Lo fisso per un po' poi annuisco.
:'Dunque, sei mai stata in Spagna?"
Annuisco mentre mangio il dolce.
:'Più di 3 volte"
Annuisco ancora.
:'Vivi da sola?"
Ripeto il gesto.
Continua così per un oretta, la sala è ormai vuota.
Usciamo continuando questo interrogatorio.
Saliamo fino al nostro piano, lui abbassa un po' la voce tenendo conto dell'orario.
Mentre ci avviciniamo alle nostre stanze, il suo telefono suona.
:'Uff, dovrei lasciarla, magari entro il prossimo GP."
Deduco che stia parlando della sua ragazza, ma non so che rispondere.
:'Scusami, devo rispondere, ci vediamo domani mattina? Io e Charles pensavamo di andare nella piscina dell'hotel dopo l'allenamento con alcuni altri piloti, se ti va di rggiungerci" mi fa l'occhiolino ridendo e si volta tornando verso l'ascensore.
Io mi incammino verso camera mia, noto un uomo delle pulizie poche camere più in là.
Alza lo sguardo e mi fissa, io lo saluto con un cenno e un sorriso.
Poi mi volto verso la porta della mia stanza.
Mentre estraggo il cartellino dalla tasca, sento qualcuno che si avvicina.
Non ci faccio caso, fino a quando non noto l'uomo proprio di fianco a me.
Cerco di mantenere la calma e mi volto a guardarlo:'Posso aiutarla?"
:'In effetti si, potresti darmi quella chiave e io non ti farò nulla, altrimenti me la prenderò da solo e ti farò qualcosina" termina la frase con un sorrisino.
Sento qualcuno fischiettare ed il mio asslaitore mi fa segno di non fiatare avvicinandosi al mio collo.
Noto che lo sconosciuto che fischietta è quello dell'ascensore.
Lui mi guarda, passa continuando a fischiare senza fermarsi.
Ciò che accade dopo, lo ricordo in modo confuso.
Il mio assalitore torna ad allontanarsi un pochino da me, in poco tempo lo sconosciuto che fischiettava lo colpisce alle spalle.
L'uomo che poco fa mi stava baciando il collo contro la mia volonta sbatte la testa, colpendo anche me.
Ricordo solo una grande fitta alla testa.
Poi mi sono svegliata poco dopo in camera.
All'inizio mi spavento, non so cosa sia successo esattamente.
Apro gli occhi lentamente, vedo lo sconosciuto dell'ascensore davanti a me.
:'Ben tornata tra noi"
Lo guardo confusa, toccandomi la testa avvertendo un forte dolore.
;'Prima che tu chieda, quello è stato arrestato, dopo averlo, anzi avervi, colpiti l'ho portato di sotto ed hanno chiamato la polizia. Avrei chiamato il tuo ragazzo ma non mi dici chi sia"
Fa spallucce sorridendo mentre dice questa frase.
:'Ti ringrazio, ma non c'era bisogno che tu rimanessi qui. Non devi farne parola con nessuno, per favore"
Lui mi interrompe:'Non vuoi che il tuo ragazzo lo sappia?"
:'Non ho un ragazzo e non voglio che i miei amici e colleghi sappiano di questo incidente, ora ti prego esci da questa stanza"
Mi alzo andando alla porta, lo fisso e lui si alza sbuffando.
Si avvicina e poco prima di uscire si gira a guardarmi, qualche centimetro tra di noi:'Tanto, prima o poi saprò chi sei"
Se ne è andato subito dopo.

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