CAPITOLO 6

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"perché io non posso?"

                                                                                 
                                                                                                       ELIO

Alexis ci avrebbe aspettatto a destinzaione, non vedevo l'ora di rivederlo per chiarire, ma da un lato ero anche molto preoccupato, avevo paura che lui e Ares avrebbero finito per ammazzarsi a vicenda.

Non  ci volle molto per arrivare, anche se a parer mio andare in spiaggia a dicembre era un suicidio!
Ripensando anche al fatto che non ci andavo da quando mio padre...bhe è morto, ero il doppio più preoccupato, non ho mai imparato a nuotare, odiavo il mare per quello, e se sarei affogato? cosa che probabilmente sarebbe accaduta, sto soffocando al solo pensiero dell'acqua.

Quando  arrivammo, una gentile signora dai capelli rossi ci accolse nella casa in cui  saremmo stati per le due settimane successive,
era come una specie di domestica al quanto capì.
La casa si affacciava su un molo, eravamo interamente circondati dal mare, fantastico direi!
Feci un giro per la casa, le stanze erano enormi, come il resto della casa d'altronde, credo inoltre che questa famiglia abbia una strana ossessione per l'oro, la camera di Jonathan e mia madre era quasi completamente oro, la sua tonalità era spezzata da un colore molto scuro,il nero.

Scelsi la mia camera,intanto Alexis era già lì, volevo chiarirmi, così presi a parlare e a scusarmi ripetutamente.
<<mi stai ascoltando?>> chiesi , era seduto sulla poltrona accanto ai due letti singoli, chiusi la porta della camera, e nel frattempo continuai a fissarlo, non mi prestava attenzione, piuttosto sorrideva al cellulare mentre le sue dita piggiavano ossessivamente sul display.
<<Alexis con chi stai messaggiando?>>
<<che ti importa?>> rispose freddo senza neanche guardarmi.
<<messaggi di nuovo con quella ragazza?>> la mia era un domanda sarcastica.
Circa due mesi fa, mentre guardavo una cosa sul suo cellulare, una ragazza lo contattò , era una foto, di lei e lui in condizioni poco caste, decisi chissà perché di non dirgli nulla, preferì  tenermi tutto dentro, mi avrebbe probabilmente ragirato, la cosa brutta e che ne sono consapevole, sono consapevole del fatto che riesca a manipolarmi in tutti i modi, e solo che non trovo la forza per lasciarlo andare.
Alexis scattò  in piedi << di cosa stai parlando?>> capì il mio stupido errore, sono abiuato con lui a parlare senza pensarci due volte, erano quelli i miei sbagli.
<<oh di nulla..>> cercai di rimangiarmi  le mie stesse parole.
Ero in piedi d'avanti al letto, mentre svuotavo le valige, fui voltato bruscamente, Alex mi afferrò per le spalle, con una presa ben salda.
<<di cosa stai parlando?  di quale ragazza stai parlando?>>
<<perché ce ne sono altre?>> Cavolo! dovevo smetterla di parlare a vanvera.
Fui spinto bruscamente sul letto alle mie spalle, ero disteso e tentai di alzarmi sui gomiti, lui si distese su di me facendo peso sulle sue braccia per non schiacciarmi completamente sotto il suo corpo robuso.
<<lo sai che per me sei l'unico vero?>> bugia.
allora chi erano quelle ragazze? Fisici perfetti, vita perfetta... cos'hanno loro che io non ho? perché non mi ami come io amo te ?
Non risposi così, ma mi limitai ad acconsentire con lo sguardo basso per evitare di far notare gli occhi lucidi, pronti ad esplodere in un mare di lacrime.
Rimanemmo in  questa  posizione  per qualche secondo, mi abbracciò, mentre il suo cellulare continuava a squillare e vibrare, tornò poi sulla poltrona, mentre io rimasi disteso girato dall'altro lato, cercando di spiegare a me stesso, dove cavolo avessi sbagliato.

Andammo poi in spiaggia, io indossavo una felpa con quaranta gradi all'ombra, gli altri erano in acqua anche Alexis che "giocava" con Nemesi, vedevo i loro sguardi quando si incontravano l'uno con  l'altro, quando lei si strizzava il pezzo di sopra del costume-
i miei pensieri  furono interrotti  all'arrivo della persona che meno volevo vedere.
<<perché cazzo indossi una felpa in spiaggia.>> disse mentre  si accendeva l'ennesima sigaretta di quella giornata.
Come faceva Ares a fumare tutte quelle sigarette?
<<come fai a fumare cosi tanto? non ti fa male?>>
<< e a te non fa male vedere il tuo "ragazzo" con la voglia di svutarsi le palle nel culo di mia sorella?>> come aveva potuto dirlo?  Che linguaggio! razza di idiota! lo avrei sotterrato nella sabbia.
<<Ares va al diavolo!>>
<<Non ti ho mai sentito dire una "parolaccia", tu eri uno che seguiva il catechismo e imparava a memoria il credo?>>
<<che diavolo di problemi hai? non mi piace questo linguaggio tutto qui!>>
<<sai, dico che durante il sesso dire "accippicchia sto per venire" suona strano non credi?>>
<<incredibile, non ti vergogni a parlare cosi?>>
<<e tu a scopare con quel deficiente?>>
<<ora non ti rispondo più, non mi interessa minimamente ciò che pensi!>>
<<ti do sui nervi,biondino?>>
<<il mio nome è Elio e comunque si.>> fummo interrotti dal suono della risata di Nemesi accompagnata da quella di Alexis.
Lo  guardai, ma sembrò infischiarsene, e continuò a toccare Nemesi, abbracciarla e stringerla a se, e lei se la rideva.
Fai con comodo Alexis sono solo qui davanti a te, il tuo ragazzo, non so se ricordi!
Ares mi guardò e sogghigno, si alzò, e cammino verso l'acqua, lasciando cadere il mozzone si sigaretta sulla sabbia, lo raccolsi come sempre e lo vidi tuffarsi, e nuotare arrivando accanto ad Eros, che intanto ci stava provando con una ragazzina.
I due iniziarono a giocare, o meglio a lottare, bhe se fossi stato  io lì dentro, probbilmente avrei  avuto voglia di soffocarlo sott'acqua , non sopportavo il modo in cui si rivolgeva a me e i gesti, insieme al comportamento lunatico che aveva.

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