CAPITOLO 51

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"L'ho fatto"

                        ELIO

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                        ELIO

La vita è buffa.
Questa stessa sera sta provando a portarmi via una persona stranamente importante per me, come aveva già fatto una volta, nello stesso e identico modo, non è buffo? stesso atroce modo addirittura.

Vedevo immagini chiare passarmi velocmente davanti ma non mi focalizzai su nessuna di esse.
Asher correva praticamente con la sua nuova auto, mentre james evitatava di rivolgergli la parola e cercava di confortare in qualsiasi modo, fallendo miseramnete.
il senso di colpa ed il vuoto che stavo provando in quel momento erano incomparabili, non avevo paragoni, immagini figurate, metafore per poter descrivere quel dolore.
era tutta colpa mia.
avevo esagerato? avevo sbagliato di nuovo?
mi ero arrabbiato per un motivo più o meno valido, ma mi detesto comunque così tanto, perché?

Arrivammo in ospedale, io riuscì ad uscire da quell'auto con una forza che non credevo di avere, ero debole, sconfortato, quello che provavo era un misto di emozioni che sfumavano rabbia per me stesso alla delusione, ero rimasto senza parole, semplicemente mi ero scordato di saper parlare.
Darmi colpe era l'unica cosa che sapeva farmi star meglio.

Entrammo nel reparto e lì vidi tutta la famiglia riunita, Eros, Hermes e stranamente anche Nemesi corsero ad abbracciarmi, tutti e tre insieme, ci stringemmo l'uno nelle braccia dell'altro, Hermes mi carezzò i capelli, imitando il modo in cui lo faceva spesso suo fratello, ares.
Trattenni le lacrime, ci provai, affondai nelle loro braccia mentre Hermes continuava a sussurarmi parole di conforto, << Si riprenderà, tornera tutto come prima, te lo prometto piccoletto.>> scoppiai letteralmente stringendomi più forte a lui <<È-È tutta colpa mia.>> sussurrai tremando <<No, non è affatto colpa tua>> presero a piangere anche loro, persino Nemesi, abbassarono tutti il proprio scudo e scoppiammo insieme in un pianto sincero e distruggente, sentivo dolore sin dentro le ossa.
Dopo un bel quarto d'ora abbandonai le loro braccia e mi diressi verso mia madre che mi scrutò con le lacrime agli occhi.
<<Perdonami>> scossi il capo ancora sommerso dalle lacrime, non riuscivo a tenerle il muso in quella situazione, come avrei potuto? che razza di egoista sarei stato?
<<È okay.>> tirai su col naso e rivolsi un cenno a John, Uno degli assasini di mio padre.
<<Perdona anche me Elio...>> parlò l'uomo.
In quel momento pensai, cosa avrebbe fatto mio padre? beh, lo avrebbe perdonato, io non ruscivo a pensare lucidamente in quel momento,e non ero sicuro di riuscir a "dimenticare" o anche solo  fingere di poter avere un ipotetico rapporto civile con lui, lottai contro me stesso per riuscire a non sputar fuori un "no" deciso...non era la cosa giusta.
Mio padre avrebbe detto "l"odio ed il rancore sono per le persone incapaci di vedere oltre i limiti che si sono imposti, per le persone cattive, non per noi Elio, noi non siamo così, vero? esistono le seconde possibilità, sempre." schiusi gli occhi e mi decisi ad annuire, un semplice movimento rigido dall'alto verso il basso, lui poggiò una mano sulla mia spalla.
<<A breve i medici ci daranno notizie.>> annunciò mia madre.

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