CAPITOLO 18

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"Non toccarti"

"Un giorno dopo"

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"Un giorno dopo"

Una volta uscito dalla doccia, indossai dei pantaloni con diverse sfumature di blu e con diversi quadrati su di esso, un maglioncino e via.
Scesi di sotto e aspettai seduto a tavola che Hermes finisse di cucinare, Nemesi intanto non era ancora tornata.
<<Serve aiuto?>> domandai alzandomi dalla sedia.
<<Non preoccuparti, richiama solo quei due, falli scendere di corsa, è quasi pronto.

Salì nuovamente le scale e mi avviai alla camera di Eros <<È pronto marmocchio.>> Richiamai Eros, evitando di aprire la porta, visto che odiava quando aprivano la porta della sua stanza senza preavviso.
<<Arrivo!>> urlò.

Andai poi nel corridoio opposto, dove era situata la camera di Ares.
Non mi feci problemi ad aprire e davanti mi ritrovai un Ares dormiente.
Cavolo era la prima volta che lo vedevo dormire da quando ero qui.

Avevamo ancora un conto insospeso, mi avvicinai al letto e lo osservai per qualche secondo.
"Era davvero bello" pensai.
Forse in fin dei conti non avevo tanta voglia di svegliarlo, stava riposando così beatamente, mi sarei sentito in colpa poi, dannazione... perché dovevo essere così debole?
In silenzio raggiunsi la porta ed evitai di fare anche il più minimo dei rumori.

Tornai in sala da pranzo.
<<Ares dorme, mi dispiacerebbe svegliarlo, tu hai più coraggio, va tu.>> presi posto a tavola <<Io ho già cucinato, devo scappare via, dovevo essere fuori casa già venti minuti fa, Eros va tu.>> ordinò Hermes <<Esci anche questa sera?>> domandai << Le donne pagano ogni giorno per avermi accanto, quindi si.>>
<<Che razza di donnaiolo.>> scherzai <<Pff, che esagerato, mi vivo solo la vita.>> sorrise mentre si allacciava le scarpe << Quindi per te le donne sono la vita?>> sorrisi <<Come per te i tuoi ragazzi e i tuoi stupidi libri.>> bleffò <<Lascia stare i miei libri!>> mi finsi offeso <<E tu il mio organo genitale preferito.>> continuò alzandosi, solo ora costatavo la sua altezza, cavolo era una sottospecie di giraffa, alto e con molti, molti muscoli.
<<Eros non dovrebbe darti fastidio, oggi esce con quel ragazzino, è diventato un suo amico.>>
<<Il ragazzo dell'altra volta?>>
<<Esatto.>> sorrisi ricordando quella volta.
Eros era nel panico già da quando aveva solo mandato un messaggio per la posizione, quella volta si comportò da vero galantuomo sotto miei consigli, e oggi probabilmente lo aveva invitato a mangiare un gelato come gli avevo consigliato.

<<Hermes!>> urlò Eros dalle scale, Hermes lo guardò confuso, il suo tono di voce era talmente alto da poter svegliare tutto il vicinato.
<<Devi accompagnarmi, ora! cazzo se faccio tardi...>> Hermes sbuffò e gli rivolse un cenno d'assenso.
Meglio ancora essere soli a questo punto.

La cena si era ormai freddata, non avevo tanta fame così riordinai tutto e sistemai il cibo toccato a malapena, in un recipiente che riposi poi nel frigo.
Nel frattempo il mio telefono squillò.
James, misi il vivavoce.
<<Hey stronzetto, come te la passi?>> domandò <<James? stai fumando?>> parlai roteando gli occhi, sembrava...fatto dal tono di voce <<Solo qualche canna con un vecchio amico, saluta.>> passò il telefono ad un'altro ragazzo <<Ulala, che sbadato, ciao!>> Lucas <<Seriamente vi state facendo insieme?>> domandai più che irritato <<Volevi essere invitato?>> balbetto Lucas <<Smettetela subito, cavolo, dove siete? >> non mi risposero <<Elio, posso farti una domanda?>> parlò James <<Se butti via quella merda, si.>> ero preoccupato, ma non come sempre, erano sicuramente a casa di Lucas, Camille sarebbe arrivata a breve e li avrebbe uccisi entrambi, anche da parte mia, su questo ero tranquillo.
<<Allora, alla fine ti sei scopato il tuo fratellastro...?>> trattenni un risatina, il tono era più divertente di quel che credessi, Ares dormiva, quindi non c'era nessun problema.
<<I termini>> lo richiamai comunque <<Lo sai Lucas, si è masturbato sul fratellastro... certo, se lo vedessi anche tu però, fidati che un pensierino ce lo faresti, anche io l'ho fatto>> risero entrambi <<Non è da te...la nostra principessina si è convertita?>> scherzò Lucas <<A lui lo hai detto?>> domandò James <<N-no, ovvio che no, non ci parliamo da quella sera.>> Mentì spudoratamente, proprio in quel momento la porta di Lucas si spalancò, entrò Camille e nella videochiamata udì gli strilli frustrati della ragazza alla vista di quei due, sorrisi e salutai Camille, chiudendo poi la chiamata, provai a poggiare il cellulare sul bancone ma per sbaglio feci cadere un bicchiere "che idiota" scossi il capo.

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