CAPITOLO 8

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"Until i found you"

                                     ELIO

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ELIO

Quando aprì la porta di casa però, sulla poltrona di casa c'era ad aspettarmi proprio lui.
Alexis.

Cosa ci faceva lui qui?
Credevo fosse andato via.

<<E così mi hai gia rimpiazzato? persino con lui? lo sai che fai schifo?>> ringhiò guardandomi, si alzò e si avvicinò a me, istintivamente feci un passo all'indietro, intanto Ares era lì in piedi a guardare ogni singolo movimento di Alex.
<<Sei una lurida->> fu bloccato dall'imponente figura di Ares, che si posizionò proprio davanti a me, compendo interamente la mia visuale.
<<Dicevi?>> lo incitò a continuare.
<<Non metterti in mezzo, idiota!>> sbraitò alexis .
<<Oppure? >> lo sfidò lui, che si era messo in testa? voleva farlo incazzare? bhe, effettivamente ci stava già riuscendo.
<<Tu spacco la faccia come ho fatto anche l'ultima volta in università , ricordi?>> Ares sorrise, ma non perché fosse "felice" o divertito di quello che gli aveva appena detto, voleva infastidirlo, e nel mentre continuava a ridere di gusto <<Intendi quando te ne sei uscito con la gamba spezzata?>> continuò a sorridere sfacciato.
Mi spostai, mettendomi di fianco ad Ares, che percorse ogni mio spostamente con lo sguardo.
<<Levati di mezzo, è una questione privata, te lo chiederò un'ultima volta.>>
<<No, da qui vai via tu.>> lo spinse facendolo indietreggiare.
Alexis si avvicinò ancor di più a lui pronto a sferrargli un'altro pugno, lui gli bloccò il polso tra le sue mani, vidi Alexis contorcersi dal dolore una volta che Ares prese a stringere e a contorcere il suo polso.

<<Ares fermo! Basta!>> gli urlai aggrappandomi alla sua mano per staccarlo da Alex.
<<Fermo! Ti prego!>> pregai io, lui lo fece, lasciò andare il ragazzo.
<< Ti odio cazzo!>> mi sputò in faccia Alex prima di afferrare la sua giacca e andare via.

Diverse lacrime calde iniziarono a rigarmi il viso, abbassai lo sguardo sul pavimento, racchiusi le mani in pugni ben serrati con le braccia che pendevano accanto al mio bacino.

<<N-non dovevi m-metterti in mezzo!>> gli urlai, intanto che lui si sedeva sulla poltrona dove prima era poggiato Alex.
<<Davvero pensi che il modo in cui ti tratta sia giusto?>> chiese inserendo le mani nelle tasche dei suoi jeans per afferrare il pacchetto di sigarette che portava sempre con lui, un semplice pachetto di winston blu, a cui da sempre non prestavo molta attenzione.

Ne accese una e prese ad aspirare, vidi le nuove di fumo grigio disperdersi nell'atmosfera mentre le lacrime non cessavano e la mia vista si offuscava maggiormente.

<<Non sono affari tuoi!>> gli urlai pronto ad andarmene, rivolgendogli le spalle <<La prossima volta lascerò che ti colpisca,ti gridi contro o peggio ti uccida, forse sarebbe meglio>> mi bloccai << Lascerai che mi colpisca? si certo...>> sussurrai.
sentì i suoi passi raggiungermi <<Cosa vuoi dire con questo?>> chiese <<Mi assomiglia così tanto che non riesci a fregartene di me? vero?>> domandai, mi voltai e lì incontrai i suoi occhi, così profondi, da come mi guardava avevo capito, gli ricordavo lui, voleva proteggermi come avrebbe dovuto fare con Logan.
<<Un'altra cazzata e giuro che->> non lo feci continuare, e mi voltai.
<<Logan? è così che si chiamava giusto?>> serrò la mascella all'udire di quelle parole, spostò il suo sguardo prendendo a fissare un punto impreciso del muro alle mie spalle.
<<Non pronunciare il suo nome.>> ringhiò, posizionando nuovamente gli occhi sulla mia figura.
<<Non sono lui, Logan forse aveva bisogno di te, ma io no, ricorda.>> continuai, ignorando le sue minaccie precedenti e ripetendo il suo nome, lo vidi scaldarsi ancor di più e così in una frazione di secondo fui sbattuto violentemente contro il muro.
<<Non devi parlare di lui.>> mi afferrò per i capelli costringendomi ad alzare lo sguardo ed essere sicuro che imprimersi alla perfezione le sue parole in testa,che le marchiassi a fuoco nella memoria.
<<Tu non sarai mai lui.>> continuò.
<< Allora colpiscimi! su avanti sfoga la tua rabbia su di me! io non sono Logan, giusto?! allora fallo!>> gli urlai, costringendolo a liberarmi dalla presa sui capelli.
Presi a strattonarlo, lo spinsi più e più volte, continuando ad urlargli contro come un pazzo.
<<Non ho intenzione di farlo.>> ammise, era rimasto stranito dalla mia reazione, ma non ci mise molto a spingermi a mia volta, facendomi quasi cadere <<Perché no?>> gli chiesi <<non lo so.>> rispose semplicemente prima di "correre" via, uscendo con passo svelto, scordò persino il suo tesoro,le Winston sul tavolo.

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