CAPITOLO 26

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"dovrai supplicarmi"

"dovrai supplicarmi"

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Elio


Benjamin, il ragazzo di prima non la smetteva di fissarmi, non riuscivo neanche a bere un po' d'acqua poiché mi sentivo estremamente in imbarazzo e davvero angosciato dalla situazione , il suo sgardo mi scrutava da capo a piedi,concentrandosi su punti in particolare.
Ero ancora accanto ad Ares, non mi smossi dal mio posto, ero la sua ombra proprio come mi aveva chiesto, di fare.

Vidi lo sguardo di Ares puntarsi in quello del ragazzo che non faceva altro che sfidarlo, o almeno credo.
<<Ares.>> lo richiamai, ma lui non si curò di darmi retta.
Eravamo seduti ad un tavolo, lui inizialmente conversava con alcuni uomini accanto a noi, ma poi aveva iniziato a guardare Wilson.
Non sapevo come attirare la sua attenzione, cosi giocai la sua stessa carta.
Poggiai la mano sulla sua gamba, ricevetti subito una sua occhiata.
Presi a muovere la mano su e giù, creando persino cerchi immaginari con le dita, finalmente prese a guardarmi <<Cosa pensi di fare?>> sussurrò al mio orecchio stando attento a non sembrare troppo sospetto.
Lo guardai e ghignai.
Spostai la mano sulla patta dei suoi pantaloni, lui scosse la testa e sorrise, non ebbe razioni esagerate, finché la mia mano non prese a muoversi.
<<Potremmo riaprire questo "argomento" più tardi? Magari nella mia camera da letto? >> lo guardai fingendo di pensare mentre continuavo a muovere la mano con insistenza, mantenendo un ritmo lento.
<<E se ne avessi voglia ora?>> gli sussurrai all'orecchio <<Non ho problemi a scoparti su questo stesso tavolo,in questo esatto momento.>> sogghignò <<Forse non qui, sarebbe meglio in un posto più appartato.>> scostai la mano, e lui roteò gli occhi annoiato.

<<Ti va di seguirmi al giardino? a breve ci sarà uno spettacolo di fuochi d'artificio.>> mi sorrise Wilson, Ares mi era sfuggito di vista dopo che Hermes lo aveva allontanato per dirgli una cosa che probabilmente voleva non sentissi.
Mi guardai attorno spaesato ed indeciso.
<<O-okay, solo non saprei dove sia finito Ares-, dovrei->> lui mi bloccò <<Ci raggiungerà poi.>> sorrise, io sospirai pesantemente e accettai di seguirlo.

Arrivammo nel giardino e lo vidi accendersi una sigaretta.
<<Quindi tu saresti un nuovo arrivato nella famiglia Harvey.>> Costatò, ed io annuì<<Esattamente.>> mi tenni comunque a debita distanza.
<<Stai con lo stronzo?>> sgranai gli occhi, chi intendeva? chi sarebbe lo stronzo di cui parlava?
<<C-Chi intendi?>> domandai ingoiando il nulla <<Ares Harvey.>> ammise <<Perché lo chiami cosi?>> domandai stupito <<Lo conosco da quando ero un ragazzino, fidati di me Elio, è uno stronzo egoista del cazzo.>> parlava come se si trattasse di una questione più che personale <<Cosa ti avrebbe fatto per farsi odiare così tanto?>>domandai incorciando le braccia <<Sai, ci sono molte cose di cui non sei a conoscenza, cosa losche, che riguardano Ares e tutta la nostra stupida famiglia... Ma, non vorrei essere io a dirtele.>> sogghignò, iniziava già a darmi sui nervi.
<<Ma che maleducato.>> imprecò all'improvviso, porgendomi la sigaretta, stavo per dirgli del mio odio profondo per il fumo, ma qualcuno parlò al posto mio.
<<Lui non fuma.>> sentì una presenza avvicinarsi e poi posizionarsi proprio dietro di me.
<<Credo che lui sappia parlare.>> lo provocò <<Parla solo con chi cazzo decido io, intesi ?>> mi voltai per guardarlo, e feci per dire qualcosa, una qualsiasi, ma la mia voce fu sovrastata nuovamente <<E che cazzo sarebbe? la tua puttana?>> il ragazzo mi afferrò il viso <<Potresti passarmelo per un po', potrei usare la tua puttana in modi utili.>> strinse la mascella e nel mentre la presa di Wilson si fece più stretta, <<M-Mi s-sta facendo male...>> parlai con un filo di voce.
Ares aveva ancora le mani nelle tasche, era più che arrabbiato, i suoi occhi erano diventati fiamme.
<<Lascialo.>> calò il capo togliendo le mani dalle tasche <<Altrimenti?>>strinse di più, con una mano cercai di aggrapparmi alla giacca di Ares, ma lui la scostò con strana gentilezza, che non si addiceva affatto al momento.
Ora avevo più che paura.
In pochi secondi, un pungo fu sferrato proprio sulla faccia di Wilson, che mi lascio andare, Ares era più incazzato del solito.
Il ragazzo cadde, Ares poggiò il piede su una delle sue mani, proprio quella con cui mi aveva toccato, <<Puttana o non, impara solo una cosa, le mie cazzo di cose, non si toccano, le mie puttane, non si toccano, quel fottuto ragazzo, non si tocca.>> si rivolse poi a me <<È questa la mano con cui ti ha toccato vero?>> non mi diede il tempo di rispondere, prese a premere con forza la sua scarpa lucida sul povero osso del ragazzo, che intanto aveva già spasmi di dolore, prese ad urlare, la musica era forte, quindi suppongo non si udì nulla dentro al locale.

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