CAPITOLO 44

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"Mi appartieni"







JAMES

Avevo un mal di testa del cazzo, tutte le articolazioni erano doloranti e i miei occhi lottavano per rimanere aperti.
Mi costrinsi ad alzarmi solo all'udire del campanello.
Elio.
Sapevo saebbe venuto, le sue visite non erano frequenti, si presentava solo  quando combinavo qualche "casino", veniva sempre ad accertarsi che Kane non mi avesse ucciso e avessi ancora tutte le ossa al loro posto.

Dopo la bella visita di Elio mi avviai nella cucina dove incontrai il fratello inquietante di Kane.
<<Buongiorno James.>> persino la sua voce metteva soggezzione, ma non me ne curai e feci spallucce salutando a mia volta <<Giorno Kane due.>> mi avvicinai al frigo estraendo da esso una bottiglia di latte <<Credo di averti già detto il mio nome.>> sorrise, questo stronzo sembrava persino più perfezzionista di kane.
<<"Giorno Evander">> miami una voce stridula, per infastidirlo probabilmente,  dar fastidio alla gente era la mia miglior qualita.
<<Kane non ti ha mostarto un po' di buone maniere?>> mise giù il giornale che leggeva <<Chi sarebbe lui per poterlo fare?>> mise su un ghigno <<Allora dovro pensarci io.>> si alzò dalla panca sospirando <<Mio fratello è sempre stato un "buono a nulla", ha sempre fatto fare a me il lavoro piu pesante, un codardo è come lo descriverei.>> aggrottai le sopracciglia <<Queste cose gliele hai mai dette di persona?>> lui annuì <<Tante volte, ma da codardo mi ha sempre e solo rivolto una stupida occhiata.>> si era avvicinato ulteriolmente "Amico hai gli anni di mio padre, non che mi faccia tanti porblemi per l'eta, ma è troppo anche per me." avrei voluto dir qualcosa ai merito alla sua esagerata vicinanza <<Beh se Kane ti ha rivolto solo un'occhiata io non sono lui,  se non ti allontani finirò con lo spaccarti il setto nasale.>> ringhiai quasi, il suo corpo vicino il mio mi provocava solo un senso di gran disgusto.
Una risata amara mi trapassò i timpani, iniziava seriamente a stancarmi.
Feci per voltarmi e allontanrlo  ma mi precedette, mi ritrovai col capo schiaciato sull'isola della cucina fredda, i capelli stretti in una morsa estremente brutale, un brivido di panico mi percorse il corpo, dove cazzo era kane quando serviva?
La presa rafforzò <<Non parlarmi in questo modo ragazzino, non sono Kane, posso ucciderti con le mie stesse mani se voglio.>> fece sbattere la mia testa sul piano prima di lasciarmi andare, ma col cazzo che starei stato al mio posto, trovai la forza di rialzarmi e proprio mentre stavo per colpirlo dritto in faccia qualcuno mi interuppe, suonando il campanello.
Avevo ancora il sangue che colava dal naso a causa dell'impatto con l'acciaio.
Fanculo.
Kane fece la sua entrata in cucina, i suoi occhi saettarono su di me ed il mio naso, poi su suo fratello che intanto aveva ripreso a leggere il giornale.
<<Cos'hai fatto al naso?>> fece per avvicinarsi ma io mi allontanai alla svelta, lo superai urtando di proprosito la sua spalla, salendo al piano di sopra, riuscì solo ad udire la banale scusa che quello stronzo aveva messo su <<È un tale sbadato, ha sbattuto la testa.>> accompagnato da una sonora risata.

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