CAPITOLO 43

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"Compromesso"

                         ELIO

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                         ELIO

Quella mattina mi risvegliai nel mio letto, nella mia camera che senza la sua presenza sembrava più spoglia.
Nel letto al mio fianco non c'era nessuno, Ares sosteneva dovessimo mantenere per un po' le distanze agli occhi delle nostre famiglie se volevamo evitare disastri.
Inutile dire che non ho chiuso occhio, ero ormai abituato ad addormentarmi e svegliarmi con lui.
Oltre a lui come pensiero fisso, non facevo che pensare a quell'uomo.
"Louis sarebbe fiero di te."
Cosa significava?
Mi aveva scambiato per qualcun'altro?
Ma allora come conosceva il nome di mio padre?
Età una casualità?

Schiacciai la faccia nel cuscino, volevo solo fermare il processo forzato della mia mente, fermarla, sentivo come se mille persone stessero discutendo nella stessa stanza nello stesso momento, le voci squillanti e i toni troppo alti.

Mi forzai ad alzarmi dal letto mentre mi sfilavo la maglia per cambiarla.
In un gesto di stanchezza mi riggettai sul letto con il maglione che mi ero cambiato semi alzato.
Sentì poi lo schiudersi della porta e poi dei passi furtivi dopo il richiudersi dell'oggetto in legno.
Sorrisi, capì subito di chi si trattasse.

Senti due labbra morbide poggiarsi sulla parte bassa della mia schiena mentre le mani afferrarono il maglione solo per tirarlo all'insu.
<<Mi sei mancato.>> socchiusi gli occhi e sorrisi mentre la sua bocca percorreva la mia schiena.
<<Hai controllato se ce ancora qualcuno?>> domandai <<"Mi sei mancato anche tu Ares.">> roteai gli occhi quando accennò alla risposta che voleva ricevere, feci per voltarmi ma me lo impedì <<Su dillo.>>  disse mentre prendeva a giocherellare con l'elastico dei miei pantaloni , ghignai divertito <<Solo perché devo andare a scuola sia chiaro, Mi sei mancato anche tu Ares.>> mi lasciò l'elastico e mi fece voltare.
<<Sei libero per una settimana circa.>> suonò come un'affermazione, non era una domanda.
<<Avrei scuola->> provai ma mi poggiò un'indice sulla bocca <<Ho detto che sei libero.>> incarcò un sopracciglio <<Sei malato, con certificato.>>ghignò, scossi la testa.
<<Cosa dovrei fare una settimana senza scuola?>> roteai gli occhi <<Stare con me.>> fece spallucce <<Ti serve sapere poche cose, uno: la destinazione ti sarà sconosciuta, ma prepara le valigie->> sgranai gli occhi <<Un'altro viaggio?>> lui fece di si col capo <<Esattamente, non interrompermi biondino.>> roteò gli occhi divertito <<Due: non si fanno domande, e se qualcuno della nostra famiglia domanda ho su una bella storiella tu limitati a dire che siamo stati io e Hermes, tu non sai nulla>> annuì ancora confuso <<Non mi è dato sapere più nulla?>> sbuffai divertito, lui mimò un "no" silenzioso.
<<Dovrei portare vestiti caldi? ad esempio maglioni...oppure maglie estive?>> probabilmente aveva capito fosse solo un modo per ottenre più informazioni, i viaggi non erano probabilmente destinati ad essere i nostri punti di "forza", dato l'ultimo non avevo poi così tanta voglia di partire, e se avessi rovinato nuovamente tutto?
Se avessi combinato casini come al solito?
Se lo avessi deluso?

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