CAPITOLO 37

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"Speranza"


                     ELIO

Lo studio di Ares era a dir poco spazioso, pieno di ritocchi neri ed oro, ed una poltrona dietro la scrivania che incuteva paura solo a guardarla.

Ero accanto a lui, mentre lui sistemava alcune carte.
<<Mi sto annoiando.>> sbuffai <<Altri cinque minuti Biondino.>> ammise non distogliendo lo sguardo dai pezzi di carta tra le sue mani.
<<Posso aiutarti? faremo prima.>> continuai a sbuffare, lui sospirò e scostò di poco la poltrona dalla scrivania, lasciando poi due colpetti sulla sua gamba destra.
Sospirai alzandomi, accettando naturalmente l'invito.
<<Fa il bravo.>> mi accomdai sulle sue gambe  e roteai gli occhi, a tutti gli effetti mi aveva scambiato per un moccioso.

Qualcuno bussò.
i miei occhi si fiondarono sulla porta, quelli di Ares erano ancora troppo impegnati <<Chi è?>> rispose  dopo vari secondi, col suo solito tono duro.
<<Il signorino Benjamin.>> vidi Ares leccarsi il labbro <<Fallo entrare.>>.
Feci immedietamente per alzarmi dalle sue gambe ma lui mi inchiodo su di esse, trattenendo il mio bacino con forza e stringendo la mia gamba con prepotenza.
Lanciai un'occhiataccia ad Ares tentando ancora di alzarmi, ma lui riuscì ad impedirmelo in tutti i modi possibii.
Lasciai un sospiro di sconfitta e ormai Benjamin era già seduto di fonte a noi.
Calai il capo estremamente in imbarazzo.
<<Alza la tua fottuta testa.>> mi sussurrò il raagzzo sotto di me.
Ma non lo feci.
Il ragazzo sospirò e con due dita sole mi costrinse ad alzare il capo, e puntò il mio sgaurdo dritto su Benjamin.
<<È maleducazione tenere il capo basso con una persona di fronte a noi.>> Puntualizzò Ares.
Avrei voluto seriamnete colpirlo in quel momento.
Gli occhi di Benjamin mi bruciavano addosso.
<<Cosa volevi dirmi?>> aveva un ghigno stampato in volto, come se avesse la vittoria tra le mani, il suo trofeo.
Mi infastidì molto il modo in cui mi stava trattando, voleva solo puntualizzare agli occhi di Benjamin chi alla fine avesse avuto la meglio sull'altro, che chiaramente in quel caso era lui, con l'unica differenza che io non ero un cavolo di trofeo.
<<I-Io e mio padre andremo via questa stessa sera, e volevo porgerti i nostri saluti.>> era a dir poco arrabbiato, Ares continuava però a ghignargli in faccia.
Scossi il capo.
<<Rimarrete per la cena?>> fui io a parlare, era davvero stupido e davvero di cattivo gusto ciò che stava facendo Ares.
Sentì la sua presa sulla mia gamba raffozzarsi, anche se non potevo vederlo, sapevo che i suoi occhi mi stavano letteralmente trapassando la schiena e sqarciando l'anima dall'interno.
<<Se per voi due va bene perché no.>> sorrise subito il ragazzo <<Certo->> provai ma fui interrotto <<Che no.>> continuò Ares <<Elio cerca solo di essere gentile ma, io non vi voglio qui.>> sentenziò duro, roteai gli occhi <<Perché non ascolti il biondino per una volta.>> si scrollò una risata il ragazzo di fronte a noi, cercai di sorridere anche io, ma il ragazzo sotto di me faceva di tutto tranne che ridere.
<<Come cazzo lo hai chiamato?>> tenne un tono calmo, e ciò mi preoccupò  ancor di più.
Accostai una mano sulla sua, la sua presa iniziava a farsi troppo insistente, cercai anche di calmarlo in quel gesto, ma fu tutto totalmente inutile.
<<È solo uno stupido nomigliolo.>> parlò calmo banjamin <<Ti ho dato il permesso di rivolgerti così a lui?>> continuò <<Ares->> tentai <<Porta il dovuto e fottuto rispetto cazzo.>> parlò solo di rispetto, ma ormai a tutti in quella stanza era chiaro che quello che lo aveva infastidito maggiormente era il nomiglio che già lui mi aveva dato in precedenza, solo lui poteva chiamarmi in quel modo, e sentire qualcun'altro chiamarmi così lo aveva fatto innervosire parecchio.
<<E ora vattene.>> lo cacciò letteralmente, il ragazzo senza esitare si alzò in silenzio e si avvicinò alla porta, dove però si piantò per qualche secondo <<Me la pagherai harvey.>> ringhiò, ricevendo in ripsosta una sola e semplice risata amara, il ragazzo sparì dietro la porta a dir poco umiliato.
Mi alzai  bruscamente dalle sue gambe.
<<Mi spieghi cosa dimane ti prende?!>> sbraitai  <<Lo hai tratatto in un modo esageratamente umiliante, non credi? >> lui contnuva ad ignorarmi guardando davanti a se, il nulla.
<<Ares, parlo con te!>> alzai il tono della voce <<È solo un nomigliolo!>> continuai a non ricevere risposta, di conseguenza continuai a scaldarmi.
<<Ares fottuto Harvey smettila di ignorarmi!>> urlai.
Il ragazzo finalmente voltò il capo, alzandosi lentamente dalla sedia, torregiando sulla mia figuara esile rispetto alla sua.
<<N-Non mi fai più paura dannazzione!>> continuai, lui roteò gli occhi <<Hai intenzione di parlare?>> iniziavo a stancarmi del suo silenzio <<Mi hai preso realmente come una cavolo di sfida tra te e tuo cugino?>> finalmente sputai il rospo, volevo una risposta concreta al dubbio che ormai mi assaliva da diversi giorni.
<<Mi hai trattato come se fossi un cavolo di trofeo davanti a lui.>> ero estremamente contrariato e il fatto che lui continuasse a non rispondermi mi mandava ancor di più sui nervi.
Inclinò il capo e mi costrinse ad alzare il capo con due semplici dita, per la  seconda volta.
<<Biondino, tu sei... il mio fottuto trofeo.>> scostò una ciocca di capelli dalla mia fronte <<Solo io posso toccarti, guardarti, dormire con te tutte le fottute notti, solo io posso spogliarti e baciare ogni fottuto centimetro del tuo corpo, sono l'unico fottuttissimo spettatore...>> si avvicinò al mio viso <<E sono anche l'unico che puo chimarti biondino...>> sfiorò le mie labbra...<<Tu, mi appartieni Elio Owen Lloyd>> piantò le sue labbra sulle mie, era un bacio rude, mi feci trasportare, posai le mani sulle sue guancie mentre lui poggiava le sue sul mio fondoschiena, roteai gli occhi al gesto, afferrò poi il mio labbro inferiore tra i suoi denti...
<<Sei fottutamente mio biondino.>> ghignava, <<Dillo...voglio sentirtelo dire.>> afferrò il mio viso con entrambe le mani, anche se non avrei voluto ametterlo io ero ormai divenuto una sua proprietà...e lui la mia.
<<Sono tuo Ares.>> ammisi finalmente.

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