CAPITOLO 52

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"Torna"


ARES

Tornare a casa fu a dir poco strano, c'era una strana aria di tensione, il ragazzo biondo di cui solo gli occhi mi erano familiari, Elio, forse era quello il suo nome, continuava a guardarmi e preoccuparsi per me come se fossimo grandi amici ma non aveva mai proferito parola.
Ogni qualvolta quel ragazzo incontrasse il mio sguardo ne scorgevo gli occhi lucidi.
<<Che facce da morti cazzo.>> sussurrai cercando di uscire dall'auto, Elio mi corse in aiuto ma piuttosto che accettarlo mi limitai a guardarlo male e scacciarlo, non avevo bisogno dell sua stupida compassione.
Scossi il capo e mi tirai fuori dall'auto.
Vidi il ragazzo rimanerci davvero male e tornare in casa con la coda tra le gambe, ma mi limitai ancora una volta a fare spallucce voltandomi verso mio fratello, <<Sembri invecchiato.>> ammisi scherzando <<Sarà la commozzione celebrale a farti dire certe cazzate.>> mi sorrise rivolgendo ancora lo sguardo al ragazzino biondo.
<<Eravamo amici?>> domandai confuso <<No, più che amici.>> mi sorrise nostalgico, roteai gli occhi e mi feci strada sull'androne di casa.

<<Finalmente cibo decente.>> mi sedetti a tavola lanciando le stampelle da qualche parte.
<<Ci sei mancato tanto figliolo.>> parlò Jonathan io annuì, poi guardai nuovamente quel ragazzino che non aveva toccato cibo per tutto il tempo, notai Hermes cercare il suo sguardo e poi lo vidi sorrdergli una volta riuscito.
"stavano insieme?"
Provai una strana sensazione, un sentimento che non seppi descrivere ma mi sforzai a buttarlo giù insieme al boccone di cibo.
Poi qualcuno bussò interrompendo la cena.
<<Vi sono mancato?>> un ragazzo dai capelli ricci di un biondo simile all'oro, fece capolinea nel salone e si avvicinò ad Elio per scombinargli i capelli passando poi a Hermes ed Eros, non mi ricordavo di lui, non ricordavo neanche che tipo di ruolo avesse nella mia vita e nella mia famiglia.
<<Probabilmente non ti ricordi di me, per tua fortuna, sono James, considerami un buon amico di famiglia.>> annuì ignorando la mano tesa per gioco da parte sua <<Stronzo anche dopo un'incidente del genere, mitico direi.>> roteò gli occhi tornando a chicchierare con Hermes, lottai contro me stesso per far in modo di impedire al mio corpo di alzarsi e togliergli quel sorriso fastidioso a suon di cazzotti sul naso.
<<Scusatemi.>> guardai il ragazzo biondo alzarsi e lasciare il suo posto a tavola, seguì poi con lo sguardo i due allontanarsi e sparire insieme oltre la rampa di scale.

Una volta finito di cenare mi avviai alla mia camera ma mi fermai poco prima di raggiungere la maniglia della porta, feci qualche passo indietro e voltai il capo nella direzione della stanza che doveva essere quella del mio presunto fratellastro.
<<Dovresti essere contento per il fatto che si sia ripreso, e che presto ritornerà in buona forma.>> sorrise il biondo coccolando il capo di Elio poggiato sulle sue gambe, James era seduto su una poltrona, Elio invece aveva il capo poggiato sulle sue ginocchia col volto ricoperto di lacrime.
<<Si james, sono contento, ma ha riaperto gli occhi in un mondo in cui io per lui non esisto.>> pianse ancora più forte, i singhiozzi mi arrivarono chiari, non seppi cosa fare, ma di nuovo quella strana sensazione al petto tornò ad infastidirmi, continuai comunque ad ascoltare la loro conversazione apparentemente intima.
<<Sai che non è colpa tua, non provare neanche a dirlo.>> lo rimproverò il ragazzo <<Cosa sarà di noi adesso? e se non si ricordasse mai più di me? di ciò che è stato? e se dopo ciò mi odiasse?>> si scostò da James e si strinse le ginocchia al petto <<Lui ti ama, e sempre lo farà, fidati di me stronzetto.>> si accomodò anche lui al suo fianco e se lo strinse affianco a se.
Volevo andar via e ci provai, ma le mie gambe erano piantate lì, su quel suolo che lentamente sembra iniziare a muoversi lentamente, non parlava di me.
Mi sforzai a tornare in camera e mi coricai sul letto sfinito da quella gornata e da quei mesi in generale, erano passate circa tre settimane dall'incidente e mi sofrzavo di ricordare ogni minimo particolare della vita che conducevo prima, ancora nessuno mi aveva dato spiegazioni su come ciò fosse accaduto, mi son semplicemente risvegliato lì trovando quel fastidioso ragazzino dal corpo esile e gli occhi azzurrini a gettare lacrime più di chiunque altro, più di Logan addirittura che appena arrivato sembrava spaesato, non sapeva come comportarsi e non mi ha mai neanche baciato.
Fui distratto da un piccolo suono che assomigliava ad un colpetto sulla porta << Chi cazzo è?>> domandai burbero <<Le vecchie abitudini non cambiano>> sorrise mio fratello maggiore <<Cosa vuoi qui?>> mi massaggiai le tempie <<Cerchi ancora di costringerti a ricordare?>> domandò <<Voglio riappropriarmi della mia fottuta vita.>> dissi sbuffando <<È brutto scordare tutto?>> domandò stupidamente <<Fottutamente stressante.>> mi grattai il capo, poi la voce di Hermes si alzò per richiamare qualcuno <<Elio Owen Lloyd!>> urlò ed io trattenni un sobbalzo <<Non voglio che entri qui.>> parlai e ricevetti un'occhiata velata da sconcerto e sconforto <<Ares->> provò ma fu interotto dall'entrata del ragazzo <<Mi hai chiamato?>> teneva lo sguardo basso <<Esattamente principessina.>> il ragazzo sembrò perdere un battito, odiava essere chiamato così? io invece avvertì per l'ennesima volta un tuffo al cuore, quel nomignolo aveva causato confusione dentro di me.
<<Hermes cosa c'è?>> prese voce il biondo <<Ti va di andare con James a procurare ad Ares le sue amate Winston Blue?>> mi sorrise <<Posso farlo da solo, non mi serve lui.>> gli rivolsi un'occhiata disgustata <<Elio va.>> preferì Hermes notando il mio malumore, il biondo annuì concedendosi di guardarmi solo per qualche secondo <<Cazzo spiegami perché sei così dannatamente depresso, ti è morto qualcuno? cazzo evita di entrare qui la prossima volta mi mette di malumore solo averti attorno.>> roteai gli occhi poggiadomi alla tastiera del letto, lui rimase lì fermo sulla soglia <<Hai sentito? Vattene di qui, fuori dai coglioni cazzo!>> gli urlai contro e lui fece come ordinato <<Scusa.>> sussurrò semplicmeente prima di voltarsi e andarsene.
<<Ares, non devi trattarlo così.>> parlo contrariato Hermes <<Per caso te lo scopi?>> domandai di punto in bianco, lui si voltò scioccato prima di alzarsi e avviarsi alla porta, prima di uscire definitivamente, si fermò però qualche istante <<Non trattarlo così, non se lo merita fratellino.>> sospirò scuotedo il capo.
<<Va a confortarlo tu visto che ci tieni così tanto.>> ghignai scuotendo il capo mentre lui si chiudeva la porta alle spalle.

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