CAPITOLO 36

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"Buon cattivo ragazzo"

                     JAMES

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                     JAMES

<<Per quanto? >> domandai sbuffando alla povera donna che sopportava le mie lamentele dalla mattina stessa, partire? da sola?
<<Non lo so tesoro, e per assicurarci un futuro...e poi, devo dirti un'atra cosa.>> mi voltai, segno che aveva tutta la mia attenzione.
<<Tuo padre...beh, starai da lui.>> sgranai gli occhi.
"Mio padre?"
<<Da lui?>> il fastidio traspariva parecchio dalla mia voce, "Non riconosco neanche il suo cazzo di viso!".
<<James...assumi farmaci abbastanza pericolosi,devi essere->> sbuffai cercando di mantenere la clama <<Controllato? È questo che intendi?>> mi alzai bruscamente dalla sedia e presi a camminare verso il bagno, dovevo stare solo...lucido james, resta lucido.
<<James, ti prego, ascoltami.>> sbuffai fermandomi ad ascoltare la voce implorante di mia madre.
<<Ti prego non odiarmi per questo.>> prese a piangere, cazzo.
Mi avvicinai e la strinsi in un'abbraccio, non volevo che stesse male, ma cazzo, non volevo neanche vedere mio padre e viverci per chissà quanto.

Era la mattina della partenza, e mia madre prima di andar via telefonò mio padre per assicurarsi che non mi lasciasse per strada.
La donna mi passò il cellulare, per la seconda volta quel giorno...ero già stufo della sua voce.
<<Un mio amico e collega, passerà a prenderti tra poche ore, starai da lui per un po', giusto il tempo che io sistemi alcune cose qui e poi sarò da te .>> roteai gli occhi <<Collega? amico? chi sarebbe?>> sistemai le valigie fuori il portico <<Lo conosci, mi ha parlato di te e detto che avete proprio una bella amicizia, quindi ho ritenuto più opportuno->> lo interruppi, raggirava spesso le mie domande e questo aumentava solo la mia voglia di colpirlo ripetutamente in quella faccia di cazzo che si ritrova fino a fargli perdere i sensi.
<<Il suo nome?>> domandai duro <<Kane, Asher Kane.>> i miei occhi si spalancarono, imprecai sotovoce "cazzo, cazzo, cazzo.".
Come potevo dirgli di non voler vivere con quel tipo? non potevo mica dirgli che stavamo per scopare nella sua aula? cazzo... vivere con quel tipo? cazzo ero morto.

Mia madre uscì di casa lasciandomi un bacio delicato sulla fronte.
<<Fa il bravo.>> sussurrò tra i miei ricci sorridendo <<Come sempre.>> sogghignai, lei sorrise ancor di più e si decise ad andar definitvamente via.
C'erano però tanti altri problemi di cui dovevo preoccuparmi, altri mille fottuti pensieri che mi assalivano.
Sarei dovuto stare a vivere da Kane.
Quel tipo mi metteva cosi fotutamente in soggezione, un fascio di mistero che mi avvolgeva letteralmente, era strano, lo conoscevo da meno di una settimana e già mi aveva fottuto il cervello.

Sentì il motore di un'auto spegnersi proprio fuori casa.
Un brvido mi scosse il corpo.
Guardai dalla finestra e spalancai la bocca quando lo vidi uscire completamnete in tiro da niente di meno che "La Voiture Noire" ,presentata come una delle auto più costose e uniche al mondo, una supersportiva di un nero lucido che anche nelle ombre della notte brillava e mettava quella lieve sensazione di inquietudine.
La sua macchina sembrava eccessiva e lasciava tutti terribimente sbalorditi, non seppi definire se in modo positivo o negativo.
Scrutai la sua auto per molto, poi i miei occhi ricaddero sull'uomo dal corpo perfetto,  scolpito come una fottuta statua di michelangelo proprio sul portico di casa mia.
I suoi soliti completi scuri, un piccolo guanto che copriva solo le dita e il palmo, avvolgeva la sua mano, i capelli perfettamente gellati all'indietro, "Dovevano essere davvero lunghi", i suoi capelli senza gel sarebbero potuti essere davvero  molto lunghi.
Il mio osservare nei minimi dettagli quell'uomo durò poco, tristemente poco.
Lo stesso era ormai sul punto di bussare alla mia porta.

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