CAPITOLO 41

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"Sempre al tuo fianco"

                       ELIO

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                       ELIO

James mi colse di sorpresa, ero ancora in pigiama ed estremamnete esausto.
Avevo passato tutta la notte a rimurginare sull'accaduto di qualche giorno fa, di cui il mio  migliore amico era ancora allo scuro e probabilmente sarebbe rimasto così , poiché mi avrebbe ucciso e probabilmente avrebbe fatto lo stesso con Ares.

Ares continuava ad essere distante e freddo, si rifiutava spesso di dormire nella mia stanza e parlare con me, diceva di essere impegnato e non avere tempo.
Avevo probabilmente capito cosa cercava di fare, voleva proteggermi standomi alla larga.
Lo avevo letto in molti libri, molte pagine racconatvano di ciò che stava accadendo a me, dove lui scappava per proteggere la protagonista, ma nella realtà sembrava essere un'altro tipo di dolore.
Il suo essere distaccato e la sua fredezza mi ferivano, mi facevano sembrare invisibile, un'estraneo ai suoi occhi, estremamente spenti in questo periodo.

La sera stessa avrebbe dovuto tenere l'ennesimo incontro ed io a quanto pare "non ero il benvenuto", mi disse che era meglio se stessi a casa, iniziò a respingere tutti i miei tipi di suppliche, volevo stare con lui e sostenerlo, ma me lo impedì categoricamente.
"Non posso permettere che ti succeda altro" continuava a ripetermi.
Ma sapevo benissimo che era stata colpa mia, io mi ero ficcato in quel casino, io mi ero fidato di Benjamin e ne avevo pagato le conseguenze.
Ero stato uno stupido.

Mi preparai alla svelta, sotto la pressione di James, che continuava a starmi dietro ricordandomi di muovermi.

<<Lo sapevi che Kane aveva un fratello?>> mi voltai incredulo <<Un fratello?>> ripetei confuso <<Evander kane.>> ricordavo quel nome ma non sapevo minimamente dove lo  avessi già sentito.
<<Che lavoro fa?>> domandai, ero assolutamente sicuro di averlo sentito nominare prima.
<<Credo avvocato o qualcosa del genere.>> annuì mentre cercavo di collocare quel nome ad un volto <<Lavora con Jonathan, è un'amico di famiglia suppongo.>> continuò a parlare addentando un toast che mia madre gli aveva offerto.
<<Sembra come se lo conosca, ho già sentito il suo nome da qualche parte.>> continuai  a stringere le meningi per cercare di ricordare.
<<Sarà una casualità.>> suppose James.

<<Oggi è sabato.>> mi ricordò  James cambiando argomento <<Cosa facciamo stasera?>> domandò <<Qualcosa di estremamnete divertente.>> si rispose da solo <<Aspetta!>. quasi urlò <<Ho un'idea fantastica!>> continuavo a guardarlo in modo confuso <<Ricordi quando da piccoli ci allenavamo con le moto? >> era passato molto tempo ma il ricordo era ancora abbastanza vivido, usavo quel passatempo come valvola di sfogo, sino a due anni fa.
<<E che intenzioni hai?>> domandai <<Sai ancora cavalcare una moto?>> ghignò.
La mia paura per le moto non era una cosa molto superficiale , odiavo la velocità in se ma due anni fa ho smesso di amare i motori definitivamente, quando per sbaglio feci un'incidente in moto a causa della velocità stessa e da quel giorno smisi di usarle, era una valvola di sfogo ma mi ero spaventato a morte, temevo di morire, così avevo smesso.
<<Non ne sono sicuro.>> ammisi grattandomi il capo <<Sai, vorrei non restarci secco, insomma->> ma lui mi zittì poggiando l'inidce sulla mia bocca <<Ti farò passare questa stupida paura, fidati di me, ti divertirai.>> era più eccitato di me <<Non avevi detto che Kane odia quando esci  di casa dopo una certa ora?>> gli ricordai <<Dopo ieri notte, non credo gli dispiaccia uno strappo alla regola.>> sgranai gli occhi "dopo ieri notte?" cosa intendeva dire.
<<Beh, abbiamo sco->> fui io a zittirlo visto l'entrata improvvisa di Jonathan nella stanza e la schiettezza assurda del mio amico.
<<Giocato a carte eh?>> domandai <<Chi l'ha vinta?>> sembrava essere un sorta di "discorso in codice" <<Ovviamnete io.>> ghignò ed io sorrisi afferrando il significato che si celava dietro quel "ovviamnete io".
Sapere di loro due insieme, non mi aveva sorpreso, insomma, tutti quanti avevamo ormai captato la tensione fra i due, sarebbe comunque finita così.
Continuai a sorridere tra me e me mentre lui continuava a raccontarmi i dettagli.

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