La sua jeep CJ5 del '76 rossa e nera risaltava un sacco in mezzo a quelle auto nuove di zecca e tirate a lucido, prive di... di un'anima, ma come può una macchina averne una? La jeep di Allisonperò ce l'aveva eccome, sapeva di California degli anni ottanta, ma anche di surf, di viaggi, di rock, di libertà, di estate, di feste sfrenate... e anche un po' di Blody Mary, quell'odore però era emanato da una grande chiazza sul sedile del guidatore che la ragazza non era mai riuscita a ripulire completamente. Margaret aveva cercato di convincerla per anni a lasciarsi comprare una macchina nuova e lussuosa, probabilmente perché si vergognava che la sua figliastra girasse per la città con quello che lei definiva un rottame ma non c'era mai stato verso di convincerla, quando aveva visto la jeep abbandonata nel parcheggio dietro alle palestre della scuola con un cartello "vendesi" appiccicato al parabrezza era stato amore a prima vista, forse perché le trasmetteva un sacco di sensazioni che era certa non avrebbe mai provato in vita sua, per esempiola libertà. Aprì lo sportello e saltò dentro in fretta e furia lasciando cadere la borsa sul sedile del passeggero, allacciò la cintura di sicurezza e misein moto poi sfrecciò fuori dal parcheggio a tutta velocità senza voltarsi indietro. Quando Ben tornò alla panchina con una bottiglietta di thé alla pesca e un pacchetto di crackers integrali non trovò nessuno, a questo però era abituato dato che quella ragazza gli sfuggiva sempre da sotto il naso ma non si sarebbe mai stancato di tutto ció, daltronde era tipico dei figli di papà desiderare ciò che non potevano avere.
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Guidó come una pazza infischiandosene dei limiti di velocità (buffo per una che era quasi morta in un incidente stradale) verso il Pacific Coast Mall o PCM come lo chiamavano I ragazzidi Sunset Ville con l'autoradio al massimo. Poi a causa di un'interferenza la radio cambiò stazione in automatico ed iniziarono ad uscire le note di una vecchia canzone rock che non poteva mai ascoltare quando era in auto con Sara che odiavatutto quello che non era pop. Sorrise ed iniziò prima a battere il ritmo con l'indice sul volante e poi a cantare a squarciagola, era perfino intonata.Poco dopo le venne un'idea, non le era mai piaciuto fare shopping da sola, a dirla tutta non lepiaceva stare sola in generale. Prese il telefono e cercò nella rubrica il nome Summer Hills e cliccósu "chiama". Summer si era trasferita in città da un paio di giorni e frequentava la sua stessa scuola (nessuno riusciva a capire come avesse fatto a farsi ammettere tre settimane prima del diploma, forse aveva frequentato una qualche accademia prestigiosa anche se non ne sembrava assolutamente il tipo o più probabilmente era abbastanza ricca da convincere la preside). Era una ragazza carina (molto piú di Sara, ma un po' meno di Allison), capelli rosso mogano e perfettamente lisci, occhi verdi smeraldo e fisico slanciato. Da quando si era trasferita le era capitato si cambiarci un paio di chiacchiere nella ceffetteria della scuola prima che arrivasse Sara aportare via Allison con una qualsiasi scusa. "Ésolo una "porta guai", me lo sento" diceva sempre dopo averla allontanata. Ad ogni modo quell'astio sembrava reciproco, infatti Summer non perdeva occasione di farle lo sgambetto in corridoio e di lanciarle occhiatacce avvelenate in classe, sembrava quasi che si conoscessero giá... << Hey Allison, la perfettina si é distratta? >> Di norma avrebbe preso le difese dell'amica... manon dopo che le chiudeva in faccia a quel modo. << Io vado al centro commerciale a prendermi il vestito per il ballo, ti va di accompagnarmi? >> << Ci vediamo lá tra dieci minuti >>. Summer riagganció e rivolse un sorrisetto alfratello maggiore che se ne stava seduto sul davanzale della finestra con in mano una bottigliadi birra e che sembrava non prestarle la minima attenzione. << Devo fare sempre tutto io >> sbuffó afferrando la borsa che aveva lasciato sopra al letto << non so nemmeno che faccia abbia questa Allison Blooms o come diavolo l'hanno chiamata >> ribatté stringendosi nelle spalle mantenendo un'espressione a metá tra arroganza e disinteresse. << É compito tuo quanto mio >> ringhió sciogliendosi la coda in cui aveva raccolto i capelli, poi prese le chiavi dell'auto e uscí sbattendo la porta, non aveva senso continuare a discutere con qualcuno che nemmeno la stava ascoltando. Parcheggió la Jeep inchiodando e scese subito con un saltello e si stiracchió facendosi scrocchiare la schiena. Poi si controlló i capelli nello specchietto retrovisore dal quale finí per scorgere una macchina bianca dalla forma decisamente troppo stondata con dei fiori rosa dipinti sul baule. Avrebbe riconosciuto ovunque quell'auto dato che era stata lei a dipingerci le decorazioni, era di Sara, che credeva se ne fosse giá andata a fare qualcosa di tanto importante da liquidarla a malo modo, ma evidentemente si era sbagliata, cosa che capitava molto di rado. Mentre aspettava si perse a pensare ai suoi vuoti di memoria e a come fossero diventati sempre piúfrequenti, era davvero orribile avere dei buchi delgenere, la facevano sentire fuori di testa... era peggio di essere sonnambuli, per quanto ne sapeva avrebbe anche potuto uccidere qualcuno oancora peggio rimpilzarsi di schifezze e rovinarsiil fisico... si riscosse subito da quel pensiero cosí stupido, forse guardava davvero troppa televisione come le ripeteva sempre Margaret, cosí inzió a giocherellare con le chiavi per distrarsi. Poco dopo un'auto sportiva grigia metallizzata con gli specchietti fucsia entró nel parcheggio a tutta velocitá per fermarsi a mezzo metro dai suoi piedi. La portiera si aprí e ne uscí Summer con aria soddisfatta mentre si sistemava gli occhiali da sole scuri sulla testa per poi salutare Allison con un gesto della mano. Le due ragazze si avviarono verso l'entrata con passo spedito. << Allora, come sono i balli da queste parti? >> le chiese mentre osservavano una vetrina << una grande tenda allestita nel cortile della scuola piena di figli di papá in smoking, oche in abiti vaporosi e con piú brillantini di una palla da discoteca, bibite esclusivamente analcoliche, sorveglianti scolastici in ogni buco...e poi c'é il tema >> << l'ha scelto la tua amica perfettina vero? >> << Sí e fa davvero schifo... ipersonaggi storici >> sussurró piano come se nonvolesse sentire la sua stessa voce pronunciare quelle parole. << Ho provato in mille modi a convincerla a fare qualcosa di decente tipo Back to '80s o magari Hell and Heaven... >> all'udire quelle parole le si illuminó il volto e la interruppe<< e tu ti vestiresti da angelo o da demone? >> Rimase per qualche istante a fissare il pavimento lucido pensando ad una risposta a quella domanda un pó assurda, non potevano fare nienteper modificare il tema della festa poi disse stringendosi nelle spalle noncuranza << boh che ne so... demone, credo che il rosso mi doni piú del bianco >> << credo che tu abbia proprio ragione >> commentó sorridendo << diamo un'occhiata lá >> disse poi indicando la vetrina di"LEXI&JUSTICE" per poi trascinarla subito dentro, evidentemente non aveva la minima intenzione di aspettare una risposta, forse non eranemmeno una domanda. LEXI&JUSTICE era uno dei pochi negozi in cui non era mai entrata. Appena varcata la soglia furono travolte da un forte odore di profumo alla ciliegia; l'ambiente era piuttosto ampio ed accogliente, le pareti erano dipinte di lilla tenue e sui pavimenti vi erano tappeti bianchi dall'aria molto soffice. Summer addocchió subito qualcosa e corse verso un lunghissimo appendiabiti mentre Allison restóper un altro pó a guardarsi intorno incuriosita. Tornó subito da lei con due top rossi di pizzo e due minigonne nere lucide. Allison rimase un attimo a fissarla spiazzata, aveva intuito subito che cosa avesse in mente ma un po' indecisa sul da farsi. Smise di pensare a quello che la gente si aspettava che lei facesse e si concentró su quello che voleva veramente. Voleva lasciare la cittá subito dopo il diploma, voleva essere libera. << Al diavolo il tema >> trilló mentre si infilava in uno dei camerini liberi per poi tirare la lunga tenda blu scura. << Che si fotta la santarellina >>aggiunse Summer dal camerino affianco. Dopo aver indossato il completo uscí dal camerino e rimase a fissare la sua immagine riflessa nello specchio posto infondo al piccolo corridoio delle sale di prova . << Allora? >> le chiese Summerraggiungendola << ben detto, che si fotta la santarellina! >> appena pronunciate quelle parolesi accorse che non le arrivó la sensazione di disagio che si aspettava da un momento all'altro dato aveva passato tutto il pomeriggio a parlare male della sua migliore amica, non era affatto carino da parte sua eppure non le dispiaceva... anzi, i dubbi ci misero ben poco a tarsformarsi in una risatina. Mentre stavano per pagare il conto notó in una scansia vicino alla cassa un paio di stivali neri con un altissimo tacco a spillo e decisero entrambe di prendere anche quelli, daltronde completavano alla perfezione il look. Mentre tirava fuori il portafogli dalla borsa vide il diario e le tornó in mente l'ultima frase che ci aveva scritto e capí di essere davvero stanca di essere la figlia perfetta di una coppia di successo,l'amica perfetta della presidentessa dle corpo studentesco, la studentessa perfetta con una media ottima, la reginetta perfetta che seguiva ogni singola moda. Aveva bisogno di cambiare, da quando era arrivata a Sunset Ville era stata immediatamente incastrata nel ruolo di "ragazza perfetta" ma ormai non era piú sicura di volerlo essere; la maggior parte delle sue cose era ormai solo un mucchietto di cenere e da dove mettere lebasi d un cambiamento se non dal guardaroba?Gironzolarono tutto il pomeriggio per il centro commerciale e compró parecchie cose tra cui un abito nero con disegnate delle rose rosse aperto sulla schiena e con una fascia di pizzo trasparentein vita, un giubbotto di pelle nero, uno identico peró rosso, un paio di pantaloni pelle con un sacco di finte tasche a zip in stile biker, una maglietta argentata e un paio di decollete color cremesi che indossó subito insieme all'abito. Di norma non si sarebbe mai vestita cosí se non per andare ad una festa e non era sicura che il nero fosse il colore piú adatto per l'inizio dell'estate ma scalciare via quelle orribili ballerine e quei pantaloni rigidi le diede un grande sollievo. Prima di andarsene si infilarono in bagno per scattarsi una foto nello specchio, appena accese il telefono Allison trovó tre chiamate perse di Ben e sbuffó sonoramente << Ben Whatson?! >> ridacchió malignamente Summer sbirciando il nome nel display da dietro alla sua spalla. << Lacia perdere, é solo il mio ex rompiscatole, non lo sopporto piú >> << non stá simpatico nemmeno a me! E attenta che rischi di finirci al ballo! >> Sbiancó al sol pensiero. << Merda! Non ho ancora un accompagnatore! >> bisbiglió sbattendosi un palmo sulla fronte. Le sarebbe bastato scegliere uno dei tanti ragazzi della città equello non le avrebbe certo detto di no eppure più si guardava attorno più si sentiva soffocata da quel senso di mediocritá che ogniuno di loro emanava. << Puoi andarci con mio fratello se vuoi >> la fissò per un momento pensando "hai un fratello?" << Ha tre anni in più di noi >> aggiunse scrollando le spalle. Non seppe cosa rispondere così si sciacquò le mani anche se erano pulite fingendo di non averla sentita. << Andiamo a casa mia e te lo presento >> insistette e tirò fuori dalla borsetta il cellulare perinviare un messaggio al fratello. Ad Allison non piaceva per niente come si stavano mettendo le cose, Summer le era simpatica e non ne aveva voglia di rovinare una possibile amicizia spezzando il cuore a suo fratello ma non ebbe modo di ribattere, la stava già trascinando nel parcheggio, evidentemente Summer non era il tipo da prendere un no come risposta.
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Hell and Heaven
ParanormalAllison Blooms, 19 anni, sembra avere tutto ciò che una ragazza possa desiderare... ma l'apparenza inganna! Adottata dopo aver perso i genitori in un misterioso incidente Allison non ricorda niente dei primi 13 anni della propria vita, cosa che semb...