Quando suonó l'ultima campanella Allison si precipitó subito al bar e si sedette ad un bel tavolino un po' appartato nell'area verandata che dava sul campo da football. Si passó una mano tra i capelli per essere certa che fossero ancora in ordine poi accavalló le gambe ed inizió a battere le unghie sul pianale del tavolino con fare impaziente. Rafael arrivó pochi minuti dopo << ciao, scusa il ritardo >> << tranquillo, sono ioche sono arrivata in anticipo >>. Sentí lentamentetutta la sicurezza che aveva provato prima sciamare, cercó di non lasciarla scivolare via cosí, cercó di aggrapparvisi in vano, perché in pochi istanti sparí del tutto. << Allora... va tutto bene? Insomma ieri.... >> << oh sí, ho solo litigato con Sara perché mi ha nascosto un >> si bloccó di colpo, non ricordava che cosa fosse successo. Strinse le mani intorno al bordo del tavolo sforzandosi di visualizzare i fatti della notte precedente: aveva litigato con Sara, ci aveva litigato perché le aveva nascosto qualcosa, qualcosa che teneva nel cassetto dei trucchi... rivide se stessa aprire di soppiatto il cassetto e frugarci dentro, poi vide Sara che le urlava controper qualcosa che stava facendo ma non riusciva aricordare che cosa, solo che teneva un qualche oggetto in mano e che le era stato strappato via. Ci fu un istante di silenzio e le sembó di vedere una lieve nota di dispiacere farsi strada negli occhi del ragazzo, forse gli faceva pena, doveva sembrare completamente fuori di testa. << Comunque credo che tu debba sapere che vorrebbe chiederti scusa, ti vuole bene... eh beh, é sempre stata molto gelosa del suo cagnolino di peluches... >> "Ah...allora era un peluches..." non riusciva proprio ad immaginare se stessa tirare fuori un peluches dal cassetto dei trucchi dell'amica eppure piú ci pensava e meno riuscivaa formulare una spiegazione sensata. << Hey, ma sei venuto per fare da paciere? >> ridacchió cercando di non pensarci piú, doveva trattarsi di uno dei suoi soliti vuoti di memoria. Stavano diventando troppo frequenti e ne era sempre piú consapevole. << No, certo che no... >> fu interrotto dal cellulare di Allison che aveva inziato a suonare. Rispose, era un numero sconosciuto. << Hey zuccherino >> riconobbe subito la voce << Alvin? >> << Sta mattina sono andato a fare un giro in moto... solo che la strada che prendo di solito era bloccata da un Jeep ferma nel mezzo >> << oh merda, la mia auto! >> Se ne era completamente dimenticata. << Hey, sta tranquilla, ho fatto il pieno e l'ho portatanel mio giardino >> non le diede il tempo di rispondere, aggiunse un << a dopo Selina >> e riagganció. In un altro momento sarebbe di certo rimasta stupita dal favore inaspettato ma aveva tutt'altro per la testa, c'era qualcosa che non quadrava e in un certo senso parlare con Alvin le aveva rinfrescato la memoria. Scattó in piedi, "era un cofanetto per la cipria non un cagnolino di peluches" fu l'unico pensiero lucido che riuscí a formulare prima del caos piú totale mentre i ricordi del sogno con la bambina e la voce misteriosa e dalle luce accecante emanata dalla scatolina le affollavano la mente. Le cadde il cellulare dalle mani e si dovette appoggiare al bordo della sedia per sorreggersi, le girava la testa e sentiva le gambe diventarle sempre piú molli. Di colpo divenne tutto buio e sentí una voce femminile disperata e straziata dal pianto gridare: << no, la mia bambina, no >> cercó di guardarsi intorno ma non riusciva a vedere niente. Dopo qualche frazione di secondo la voceche aveva giá sentito in sogno ripeté la stessa frase " é un reato imperdonabile" facendo sobbalzare la ragazza. Inizió poi a sentire un fastidioso formicolio alle braccia che divenne presto un dolore pungente che aumentava ogni secondo, riuscí a scorgere qualcosa nell'oscuritá che andava via via sciamando, era un groviglio ditubicini trasparenti che terminavano in degli aghi conficcati in tutto il suo corpo, flebo. Una forte sensazione di bruciore alla testa la fece sobbalzare, cercó di muoversi ma capí di essere legata, poi avvertí che il mondo intorno a lei stava in un certo senso sciamando, forse stava perdendo conoscenza, la bocca le si faceva sempre piú impastata e faceva fatica a respirare. << Selina >> farfuglió mentre le palpebre le diventavano sempre piú pesanti, forse stava delirando, magari era impazzita e sarebbe finita in manicomio, ma era certa di non sbagliarsi; chiunque fosse questa Selina doveva aver avuto un ruolo molto importante nel suo passato... forse era sua madre, o forse... Alvin l'aveva chiamata Selina, due volte. << Io sono Selina >> mormoró prima di sentirsi precipitare. La visionesvaní senza lasciarle il minimo ricordo e le paroleche le erano appena uscite dalla bocca si persero nel vuoto. Quando si riprese si accorse che Rafael la stava baciando e per poco non trasalí. Si staccó delicatamente con un'espressione interrogativa stampata sul viso, lui le sorrise poi spiegó: << stavi avendo un attacco di panico e holetto da qualche parte che per farli passare bisogna trattenere il fiato e... non sapevo che altro fare... >> << grazie >> fu tutto ció che riuscí ad articolare, non sapeva che cosa le fosse successo ma era ben sicura che non fosse un attacco di panico e di non dover ringraziare il ragazzo di un bel niente. Cercó di ripercorrere mentalmente quanto accaduto: Alvin l'aveva chiamata e le aveva detto di avere riportato a casala sua Jeep e poi... niente, sapeva che era successo qualcos'altro ma non riusciva a capire che cosa. << Devo andare >> farfuglió prima di correre via andando a sbattere contro un paio di sedie e facendo quasi rovesciare un vassoio pienodi frullati ad una cameriera. Rafael si affrettó a seguirla e la chiamó un paio di volte ma la ragazza non ne volle sapere ne di voltarsi ne di fermarsi, il suo istinto le diceva che se ne doveva andare alla svelta. Raggiunse il parcheggio dove con sua grande sorpresa si accorse che Summer la stava aspettando, pensava che se ne fosse andata alla fine delle lezioni. Non appena la vide le andó incontro con un'espressione da "te lo avevo detto io" stampata in viso. << Stai bene? >> le chiese nonostante sapesse giá la risposta << no Sum, é successo qualcosa ma nonso che cosa, non me lo ricordo >>. Quando si accorse di averlo detto veramente si maledisse credendo che l'amica l'avrebbe presa per pazza eppure non la guardó con gli occhi fuori dalle orbite né le rise in faccia, anzi annuí e le fece cenno di salire in macchina. In quel preciso istante il ragazzo la raggiunse ma si immobilizzó sul posto non appena entrato nel parcheggio. Summer gli lanció un'occhiata glaciale poi salí anche lei e mise in moto per poi sfrecciare fuori dal parcheggio della Californian Academy. Tennero entrambelo sguardo fisso sulla strada pertutto il tragitto, una preoccupata e confusa e l'altra scocciata. Dopo un quarto d'ora parcheggió sotto ad un grande pino e non appena furono scese il telefono della bionda inizió a squillare. << Ciao Allison, ho una notizia >> quella voce di solito tranquilla e allegra sembravapreoccupata o addirittura mortificata. << Ti ascolto >> << beh... vedi, Margaret sta un po' meglio, tra poco la dimetteranno dalla terapia intensiva, ma pensano che i fumi inalati l'abbianodanneggaita... dice sempre cose assurde e mostruose... Allison, mi dispiace tanto >> "cose sul mio conto?" avrebbe voluto chiedergli ma si trattenne, non avrebbe perso la calma cosí facilemente. Fece una piccola pausa, poi disse cióche la ragazza giá immaginava: << io e lei andremo a stare per un po' a New York non appena i medici ci daranno il nullaosta... ti ho comprato una nuova casa in fondo alla strada di quella vecchia.... se passi in ospedale ti do le chiavi >>. Sentí qualcosa spezzarlesi nel petto e gli occhi che iniziavano a bruciare, ma cercó di mantenere un tono di voce distaccato mentre si mordicchiava il labbro inferiore. << Arrivo >> fututto ció che le uscí dalla bocca << grazie di tuttoSum, a presto >> sbofonchió mentre gli occhi le diventavano sempre piú umidi << ma che cos'é successo? >> Non aveva tempo per spiegare enon si sarebbe mai messa a piangere davanti a qualcuno, sarebbe stata una pugnalata al cuore per la sua reputazione cosí si limitó a dirle che glielo avrebbe raccontato dopo prima di salire sulla Jeep in fretta e furia. Solo una volta messo in moto si accorse di averle sempre avute lei le chiavi, quindi si chiese come avesse fatto Alvin aportare lí l'auto... quel ragazzo era un vero mistero con la "m" maiuscola.
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Hell and Heaven
ParanormalAllison Blooms, 19 anni, sembra avere tutto ciò che una ragazza possa desiderare... ma l'apparenza inganna! Adottata dopo aver perso i genitori in un misterioso incidente Allison non ricorda niente dei primi 13 anni della propria vita, cosa che semb...