- capitolo 6 -

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Si precipitó fuori di casa, scalza e con indosso solo la camicia da notte di pizzo bianco che aveva trovato nell'armadio alcune ore prima. Nonsapeva che cosa stesse facendo di preciso ma il suo istinto le diceva di andare e basta. Raggiunse la vecchia casa bruciata in una decina di minuti e si fiondó dentro senza esitare, senza avere paura che il soffitto le crollasse sulla testa, tanto quel poco che restava del suo mondo l'aveva giá fatto. Passó un dito sulla cenere che ricopriva l'isola della cucina, poi si diresse verso una parte cadutadel soffitto, si accovacció vicino alle macerie e poi guardó su riuscendo a vedere solo qualche stella nel buio totale della notte. Si rialzó e ricordó che l'incendio doveva essere divampato dal centro del salotto e vi si diresse con una calma quasi spettrale, oscillando tra i resti della casa come se fosse in trance, scavalcando le traviche erano cadute sul pavimento. In effetti in quel momento, mentre camminava tra i ruderi nel cuore della notte, a piedi nudi e con indosso solo una camicia da notte ormai sporca di fuliggine sembrava davvero uno spettro tormentato che infestava una vecchia abitazione. Superó quel cherestava del divano e si raggomitoló in un angolino con la schiena contro il muro, sentiva lepalpebre diventarle sempre piú pesanti. Chiuse gli occhi e ció che avvenne dopo fu molto confuso: una voce femminile stava urlando qualcosa, era arrabbiata, ma le parole erano troppo lontane per essere decifrate con chiarezza,riuscí a distinguere solo "Allison", "ingrata", "limite". Capí in seguito che ad averle pronunciate era stata Margaret. Una seconda voce entró nel discorso, e quella la riconobbe all'istante, era la sua e sembrava essere molto piúalterata di quella della matrigna. Poi l'immagine di se stessa le apparve davanti agli occhi, ma era diversa da quella che vedeva ogni giorno riflessa nello specchio; i suoi occhi erano completamenteneri e stava andando a fuoco. Udí un grido e poi una grande nuvola di fumo nero la fece tossire, latesta le feceva male, molto male, come se stesse per esplodere, cercó di svegliarsi da quello stato di trans, ma si accorse di essere perfettamente cosciente, non era piú intrappolata in quella strana visione o qualunque cosa fosse, eppure il bruciore al petto non se ne era andato e non riusciva a smettere di tossire. Si alzó barcollando reggendosi alla parete che giá era instabile di suo; il muro tremó ed  il legno di cui era rivestitosi spaccó intorno alla sua mano. Abbassó lo sguardo sicura di star sanguinando ma si rese conto di non avere nemmeno un graffio. A pensarci bene non ricordava di aver mai sanguinato e le sembró cosí impossibile, perché le persone normali si ferivano qualche volta e quando succedeva perdevano sangue. Per quanto potesse sembrare un dettaglio inutile sapeva in cuor suo che era importante, cosí corse in cucina inciampando e barcollando e prese un coltello affilato. "Devo sapere" pensó prima di spingere la lama contro il palmo della mano. Comparve solo una sottilissima linea rossa che sparí in pochi secondi facendole credere di essersela solamente immaginata. Nonostante il palmo le bruciasse non c'era nessuna ferita. Si sentí andaredel tutto fuori di testa, si accasció per terra, non sapeva piú cosa pensare, erano successe davvero troppe cose strane e inspiegabili. << Non puó essere >> si accorse solo dopo di averlo urlato e sentí di stare per svenire. Chiuse gli occhi e cercódi pensare in modo razionale, ma non ci riuscí, non c'era piú niente di logico in tutto quello che le stava succedendo, sentiva delle voci, dei sussurri che si sovrapponevano tra di loro. Cercó di capire a chi appartenessero ma non ne fu in grado, l'unica cosa di cui si rese conto era che stavano pronunciando tutte lo stesso nome. Sentí poi una mano appoggiarsi sulla sua spalla: << hey, va tutto bene >> la testa continuava a pulsarle forte. << Selina, Selina guardami >> le scostó una ciocca di capelli da davanti al viso. Laragazza alzó la testa e distese le gambe: << Io sono Selina Lucifer >> bisbiglió senza nemmeno rendersene conto mentre il suo corpo veniva scosso da una serie di brividi. << Lo so >> le sorrise e la aiutó a rialzarsi mettendole un bracciointorno alla vita per sorreggerla. Per un momentosi chiese perché fosse cosí premuroso con lei, poiperó scelse di non volerlo sapere. Sentiva la vistacontinuava a farlesi sempre piú offuscata , era sulpunto di svenire per davvero e probabilmente lo fece.

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