- capitolo 3 -

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I muri esterni un tempo bianchi erano ora sbruciacchiati e ingrigiti dal fumo la cui puzza aleggiava ancora nell'aria. Scavalcó il nastro giallo della polizia che segnava tutto il perimetrodel giardino anch'esso rinsecchito dalle fiamme facendo attenzione a non inciamparci. Salí I gradini del patio sperando che non le si sgretolassero sotto ai piedi e spinse con una mano la porta di legno mezza carbonizzata che si aprí scricchiolando e liberando una vampata di polvere nerastra che per poco non la fece starnutire. L'intonaco delle pareti interne era in gran parte caduto sulle piastrelle del pavimento che erano interamente annerite dalla fuliggine, alcuni travi del soffitto avevano ceduto cadendo espezzandosi a metá e la parete di cartongesso cheseparava l'ingresso dalla cucina era completamente crollata. L'aria era pungente e ricca di un odore acre che le bruciava forte nei polmoni, era l'odore della cenere che le aveva sempre dato alla testa, mentre una sensazione enorme di vuoto la attanagliava. Restó un pó sull'uscio e poi, non curante del pericolo, si decise ad entrare. Avanzava lentamente come se avesse paura che si potesse sgretolare tutto in qualche secondo e si guardava intorno come se cercasse qualcosa. "Sono scampata alla morte due volte e nemmeno me lo ricordo" pensó. Una piccola folata di vento entró dalla porta che aveva lasciato spalancata facendole cadere della cenere sulla testa, ma non se ne curó. Raggiunse la cucina facendo attenzione a non inciampare su nessuna maceria; era la parte rimasta piú intatta, l'incendio non poteva di certo essere divampato dai fornelli come supponeva. Si sedette a terra e chiuse gli occhi, poi respiró profondamente e cercó di visualizzare la scena che aveva raccontato al medico cercando di convincere anche se stessa che fosse stato solo un incidente, ma sentiva che non era  osí, anzi in cuor suo lo sapeva per certo. Avrebbe voluto ricordare, ma ogni tentativo era sempre piú inutile del precedente, si morse il labbro inferiore e disegnó con l'indice nella fuliggine una "A" e poi una "B", anche se Blooms non era il suo cognome. "AB" pensó. "Non ha un significato". Un rumoredi passi la risveglió da quella sorta di stato di assopimento che si era impossessato di lei e il giovane vice sceriffo le comparve davanti con un'espressione corrucciata in volto. Alex Norvillenella sua top 10 dei ragazzi piú carini di Sunset Ville e anche uno dei suoi "ex preferiti". Erano stati insieme sei mesi quando lei era al primo anno di superiori (anche se in realtá sarebbe dovuta essere al secondo peró aveva perso un anno a cuasa della riabilitazione e del trasloco) e lui all'ultimo. Sapeva tutto dell'adozione, ma anche dopo che avevano rotto non l'aveva rivelato ad anima viva. << Oh Allison, non dovresti stare quí, lo sai? >> le porse una mano e la aiutó a rialzarsi, erano rimasti in buoni rapporti. La accompagnó fuori e le mise un braccio intorno alle spalle per cercare di confortarla. Evitó i covenvoli del tipo "come stai? " o "come sta Margaret?" perché sapeva chela ragazza non li sopportava ed arrivó subito al sodo. << Sai com'é successo? >> Le era stato chiesto troppe volte e aveva sempre raccontato    la stessa storiella, non ce la faceva piú, se solo l'avesse sentita un'altra vomta era certa che sarebbe impazzita, cosí si limitó a mugolare un << non lo so >> poi poggió la testa sulla spalla del ragazzo ed inzió a piangere forzatamente; sapeva bene come raggirarlo per non fargli sospettare nulla, anche in quello stato, cosí scossae piena di dubbi, aveva mantenuto intatte le sueabiliá di manipolatrice. La strinse forte a sesussurrandole << Ally... io non dovrei dirlo a nessuno, te lo dico solo perché sei tu... >> rimaseun attimo in silenzio prima di spiegarsi << quest' incendio non ha una logica >> prima che potesse continuare  la ragazza alzó lo sguardo e lo interruppe << si sa da dove é divampato? >> << Sembra dal salotto... ma non sono state ritrovate tracce di cortocircuiti, sembra che sia stato innescato... dal nulla >> sospiró << innescato? É doloso? >> chiese raccogliendo tutto il suo coraggio mentre il cuore iniziava a batterle forte come un tamburo. Un' idea atroce lesolcó la mente, non ricordava che cosa fosse successo, e se fosse stata lei ad appiccare il fuoco? Avvertí una grande vampata di calore invaderle il petto per poi diffondersi fin dietro le tempie. << Non si sá... non sono state trovate tracce di liquidi infiammabili ne di fiammiferi... ma a me pare l'ipotesi piú plausibile onestamente parlando... e dato che era in casa da sola forse... >> << no, non l'avrebbe mai fatto >> taglió corto prima di tornare di corsa in macchina. Erano successe troppe cose quel giorno e finí per arrendersi a seguire le istruzioni datele da Edward.

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