Adolescenza difficile

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Sono le 20 e sono appena arrivata a casa di Federico, sono andata al lavoro, non pensate male!

Entro nell'appartamento utilizzando tutti quei pin strani per sbloccare le porte e ad accogliermi trovo solo Marlon, Federico mi aveva già spiegato che Mela e Mora erano partite con Benedetta. Quello che mi stupisce, però, è il non trovare proprio il ragazzo, aveva la visita alle 10 e mi sembra strano non sia ancora tornato, provo così a chiamarlo: uno, due, tre squilli e finalmente risponde.

<<Pronto?>>

<<Fede! Allora sei vivo>>

<<Sì, sono vivo. Tutto ok?>>

<<Sì, sì, è che sono arrivata a casa e non ti ho visto. Mi sono preoccupata. Pensi di arrivare presto?>>

<<Siamo in macchina, 10 minuti e sono lì. Ho una fame assurda, prendiamo una pizza?>>

<<Va bene adesso chiamo, margherita, giusto?>>

<<Bravissima>>

<<La visita com'è andata?>>

<<Come pensavo...>>

<<Ahh... dai dopo mi spieghi>

<<Sì... dai ordina da mangiare, tra poco sono a casa>>

<<Mhmh, a dopo>>

<<A dopo Sammy>>

Nonostante la visita sembra non essere andata benissimo, Federico non sembra troppo giù di morale e la cosa mi tranquillizza non poco.

Ordino le pizze e mi metto qualcosa di più comodo mentre aspetto che arrivi a casa.

Mentre sono in camera, però, sento qualcuno imprecare contro qualunque cosa si trovi davanti ai suoi occhi: Federico è arrivato a casa.

<<Ehy...>> gli vado incontro salutandolo.

<<Ciao...>> mormora dopo avermi stampato un bacio sulle labbra.

<<Vuoi farti una doccia e poi mi spieghi tutto?>> chiedo e lui annuisce solamente zoppicando verso il bagno.

Mi siedo sul divano e lo aspetto, nel mentre arrivano le pizze che ho ordinato prima e quando Federico arriva iniziamo a mangiare senza dire una parola.

<<Allora? Mi spieghi un po'?>> chiedo quando ormai siamo già a metà pizza.

<<È proprio come pensavo... lesione del bicipite femorale della coscia sinistra... vedi, il muscolo qui dietro>> mi spiega indicando il punto esatto che si è danneggiato <<2021 finito. Se tutto va bene, se ne parlerà dopo la sosta natalizia>> conclude il discorso e io non posso fare altro che annuire comprensiva.

<<Mi dispiace fede...>> sussurro accarezzandogli prima una mano e poi una guancia <<E come mai ci avete messo così tanto?>> chiedo siccome la mia curiosità ha la meglio.

<<Quando sono arrivato, stavano facendo degli esami anche al tuo amico Weston e quindi erano un po' in ritardo. Quando West aveva finito mi hanno chiamato e mi hanno detto praticamente subito quello che avevano già ipotizzato dopo la partita. Poi mi hanno chiesto di rimanere a pranzo alla Continassa e, una cosa tira l'altra, sono rimasto a fare delle gran chiacchere>> mi spiega il tutto con un sorrisetto malizioso in volto e chiude il discorso con una frase tipica da Federico <<Che c'è? Sei gelosa?>>

<<Ma smettila!>> esclamo tirandogli un tovagliolo addosso e scoppiamo a ridere.

<<Sì, cara Samantha, sei decisamente gelosa di questo gran pezzo di manzo che ti ritrovi di fronte>> continua vantandosi e sfilando le mani lungo tutto il suo corpo. Adesso capite perché l'odiavo?

***

Una volta che ho riposto tutto quello che abbiamo usato per mangiare, mi risiedo sul divano accanto a lui e mi accoccolo sul suo petto.

<<Non c'è niente in tv... cosa metto?>> chiede sbuffando appena.

<<Boh, metti un film a caso>> commento io mentre mi lego i capelli in una specie di cipolla sempre disordinata con dei ricci che scappano da tutte le parti.

Passiamo 10 minuti in silenzio a coccolarci e ascoltare un vecchio film comico che ormai so a memoria, fino a quando non trovo coraggio e decido di parlargli di un lato profondo della mia vita.

<<Ti ricordi la prima volta che sei venuto a casa mia, no?>> chiedo dopo essermi schiarita la voce.

<<Sì, perché?>> risponde Federico puntando i suoi occhi nei miei e facendomi segno di sedermi bene così si può sistemare con la testa sulle mie gambe.

<<Eh... mi hai chiesto se vivessi da sola e ti avevo risposto di no, poi ti avevo introdotto che le cose non sono semplicissime e tu mi avevi detto che potevo spiegartelo quando mi sarei sentita pronta>> lui continua ad annuire <<Beh, penso di essere pronta>>

<<Sammy, sei sicura? Non voglio forzarti>> mi è sempre piaciuto il fatto che lui raddoppi la "m" nel mio soprannome, lo rende speciale.

<<Sì, fede, sono sicura>> prendo un respiro profondo e inizio a raccontare tutta la mia storia. <<Nasco a Torino il 3 agosto 2000, ma questo penso tu lo sappia già, da mamma Laura e papà Emanuele. Mia mamma è sempre stata occupatissima con il lavoro, sin da quando ero piccola, e nonostante anche mio papà lavorasse, era lui a prendersi soprattutto cura di me. Eravamo comunque una famiglia unita, tutto sommato, sono figlia unica e tutte le attenzioni che i miei genitori potevano dare, le riservavano a me, come poteva qualcosa andare storto? Una mattina d'estate, precisamente sabato 11 giugno 2011, quando la scuola era appena finita, stavo andando a fare la spesa con papà nel supermercato infondo alla via, mamma era a casa a preparare il pranzo, sarebbero venuti i nonni a mangiare. Ancora prima che arrivassimo al supermercato, mentre stavamo attraversando le strisce, passa una macchina e rischia di investirmi, se non sono morta io è stato merito del mio papà. Lui mi aveva fatto da scudo e l'auto aveva colpito lui, io ero solo caduta e mi ero sbucciata qualcosa, mentre il mio papà beh, lui era sotto la macchina quasi completamente. Ti puoi solo immaginare cosa poteva pensare una bambina di 10 anni in quella situazione, un'innocente bimba che vedeva suo papà schiacciato da una macchina. Mio padre è stato il classico esempio di genitore che avrebbe donato la sua vita per quella di suo figlio, e così è proprio stato, lui ha donato la sua vita per la mia>> raccolgo qualche lacrima che mi scappa dagli occhi e, dopo aver preso un lungo respiro, ritorno a raccontare la storia mentre accarezzo i capelli di Federico, lui in tutto questo non dice nemmeno una parola ed è proprio quello che volevo <<Da quando mio papà non c'è più, mia mamma ha iniziato a prendersi sempre meno cura di me e quando sono arrivata ai 16 anni, ha deciso che ero abbastanza matura per potermi arrangiare. Proprio nel 2016 lei ha conosciuto il suo attuale compagno e me lo ha presentato subito, un certo Diego che non mi è mai andato, e ancora non mi va, per nulla a genio. Da ormai due anni, lei si è praticamente trasferita in pianta stabile a casa di quest'uomo e così è come se io vivessi da sola. Durante la mia adolescenza, che si sa è il periodo più difficile di una persona, non ho avuto nessuno al mio fianco se non Bianca, lei c'è sempre stata. Adesso come adesso, non so neanche se poter chiamarla mamma una donna come Laura, lei sostiene di aver fatto tutto per il mio bene perché prima o poi avrei dovuto iniziare ad arrangiarmi e vivere da sola, il bello però sta nel fatto che tutto quello che so fare, lo so fare perché me l'ho insegnato mio papà, non lei>> concludo così la mia storia quando ormai sono scoppiata in lacrime. Fa sempre così male raccontarmi e aprirmi con le persone, riaprire vecchie ferite che pensavi ormai chiuse e cicatrizzate da tempo, quando ne parli invece, scopri che non si sono mai chiuse e probabilmente non si chiuderanno mai quindi fa ancora più male, soprattutto quando le persone non ti capiscono.

<<Vieni qua...>> sussurra Federico alzandosi dalle mie gambe e facendomi segno di abbracciarlo <<Sei fortissima, Sammy>> dice ancora lasciandomi un bacio sulla testa.

Wherever I go || a Federico Chiesa storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora