ventuno

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Harry Styles.

Stavo lentamente iniziando a confondere il giorno con la notte, perché, ancora una volta, quando riaprii gli occhi era troppo presto

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Stavo lentamente iniziando a confondere il giorno con la notte, perché, ancora una volta, quando riaprii gli occhi era troppo presto. Sotto le coperte, ascoltavo le voci basse di Niall e Lily nell'altra stanza.

Era strano che riuscissi a sentirle. Rotolai fino a posare i piedi a terra e mi trascinai nel salotto.

L'orologio sul televisore diceva che erano passate da poco le due del mattino. Lily e Niall stavano seduti sul divano, lui disegnava, lei osservava i suoi schizzi.

Quando entrai non si accorsero di me, erano troppo concentrati.

Sgattaiolai a fianco di Lily per sbirciare.
«Ha visto altro?», chiesi, a bassa voce.

«Sì. Qualcosa l'ha fatto tornare nella stanza del videoregistratore, che adesso è illuminata».

Niall disegnava una stanza quadrata, con travi scure sul soffitto. Le pareti erano rivestite di pannelli di legno scuro, fuori moda. Sul pavimento, un tappeto scuro con decorazioni geometriche. Verso sud si apriva un'ampia finestra e a ovest si vedeva l'accesso a un salotto. Un lato dell'accesso era fatto di pietra: era un camino di pietra marrone che dava su entrambe le stanze. Il punto di fuga della prospettiva, il televisore e il videoregistratore, ammassati su un tavolo di legno troppo piccolo, erano nell'angolo più lontano della stanza. Un vecchio divano ad angolo stava di fronte al televisore e in mezzo si trovava un tavolino basso.

«Lì sopra c'è il telefono», mormorai indicando il tavolino.

Due paia di occhi immortali mi fissarono.

«È casa di mia madre».

Niall balzò immediatamente dal divano con in mano il telefono. Io restai con gli occhi sbarrati sulla prospettiva perfetta del salotto di casa mia. Lily, contrariamente alle sue abitudini, mi si avvicinò. Mi sfiorò piano la spalla, e il contatto aumentò la sua influenza benefica. Il panico divenne sfocato e nebuloso.

Le labbra di Niall vibravano, snocciolando parole velocissime, in un ronzio basso impossibile da decifrare. Non riuscivo a concentrarmi.

«Harry», disse Niall. Io seguitai à guardarlo, confuso.

«Harry, Louis sta venendo a prenderti. Lui, Liam e Mark ti porteranno via, per tenerti nascosto».

«Louis sta arrivando?». Quelle parole furono il salvagente che mi teneva a galla nel diluvio.

«Sì, con il primo volo da Seattle. Abbiamo appuntamento all'aeroporto, dopodiché te ne andrai via con lui»,

«Ma, mia madre... sta cercando mia madre, Niall!». Malgrado la presenza di Lily, l'isteria trabordò nella mia voce.

«Lily e io resteremo qui a proteggerla».

«Non posso cavarmela, Niall. Non potete restare a guardia di tutti i miei cari per sempre. Capite cosa sta facendo? Non segue soltanto le mie tracce. Appena ne avrà l'occasione, farà del male a qualcuno a cui voglio bene... Niall, non posso...».

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