MATURE CONTENT. (IN REVISIONE)
Quando la mamma di Harry si risposa e manda a vivere il figlio con il padre, nella piovosa cittadina di Forks, a Washington, Harry non prevede affatto che la sua vita possa subire grandi cambiamenti.
Almeno fino a qua...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
C'era voluto molto meno di quanto mi fosse sembrato, malgrado il terrore, lo sconforto, il cuore a pezzi. I minuti scorrevano più lenti del solito.
Lily era ancora assente, quanto tornai da Niall. Avevo paura di restare nella stessa stanza con lui, paura che intuisse qualcosa... e paura di nascondermi da lui per lo stesso motivo.
Pensavo di avere perso la capacità di sorprendermi, torturato com'ero dai miei pensieri, ma mi sorpresi eccome, quando vidi Niall piegato sulla scrivania, ai cui bordi si teneva aggrappato.
«Niall?».
Non reagì, continuò soltanto a ciondolare il capo lentamente, con gli occhi annebbiati, vuoti... Pensai subito a mia madre. Era già troppo tardi?
Corsi al suo fianco per prendergli la mano.
«Niall!», saettò la voce di Lily, ed eccola lì accanto, a coprire le mani di lui con le sue, sciogliendole dalla presa sul tavolo. Dall'altra parte della stanza, la porta si chiudeva con uno scatto cupo.
«Cosa succede?», chiese lei.
Lui si voltò e nascose il viso nel suo petto. «Harry», disse.
«Sono qui accanto», risposi.
Si voltò di nuovo, fissandomi negli occhi con uno sguardo stranamente vacuo. Mi resi conto all'istante che non voleva parlare con me: aveva risposto alla domanda di Lily.
«Cos'hai visto?», chiesi, ma la mia, piatta e disinteressata, non suonava come una domanda.
Lily mi fulminò con uno sguardo. Io cercai di fingere distacco, e attesi. Gli occhi di lui saltavano dal viso di Niall al mio e sentivano il caos... perché avevo intuito cosa avesse visto Niall.
Mi sentii avvolgere da un'atmosfera tranquilla.
L'accolsi di buon grado e la sfruttai per disciplinare le mie emozioni.
Anche Niall si riprese.
«Niente, niente», rispose infine, incredibilmente calma e convincente. «La stessa stanza di prima».
Poi si rivolse a me, composto e tranquillo: «Volevi fare colazione?».
«No, mangio qualcosa in aeroporto». Anch'io ero calmissimo. Andai a fare una doccia. Come se possedessi le facoltà ultrasensoriali di Lily, avvertivo il desiderio pressante - e ben nascosto - di Niall di restare sola con lei. Così che potesse raccontargli che stavano sbagliando qualcosa, che avrebbero fallito...
Mi preparai con scrupolo, concentrandomi su ogni singolo dettaglio.
La sensazione di pace creata da Lily mi aveva invaso e mi aiutava a mantenere la lucidità, a pensare al piano. Frugai nella borsa in cerca della calza con i soldi. Me la svuotai in tasca.