Prologo.

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Ciro Ricci, fu condannato a trenta anni per omicidio efferato.
Ai danni di Francesco Stiano, il suo fratello di vita e la parte mancante del suo cuore.

Fu trascinato con forza nell'ufficio della direttrice dell'Istituto Penitenziario Minorile di Nisida.
Le guardie conoscevano il passato burrascoso e oscuro dei Ricci.
Sapevano quanto fossero crudeli e spietati.
Per questo volevano divertirsi a maltrattarlo.
Non sapendo di trovare di fronte a loro Lucifero, dai modi apparentemente calmi e gli occhi feroci.
L'abito non fa il monaco.

Il diavolo non veste Prada, ma Versace.

:<<Sei pentito, per il gesto che hai compiuto?
Eri turbato?
Non eri in te? >> disse la direttrice, dagli occhi azzurri.
:<<Mia bella direttrice.
Ero lucido.
Lucidissimo.
Io dimentico, ma non perdono.>>
Poi aggiunse
:<<Lei, come reagirebbe a sapere che il tuo migliore amico ti vuole fottere negli affari e ha messo incinta la ragazza che ami? >> disse Ciro, serio, assottigliando gli occhi.

>>Poi aggiunse :<<Lei, come reagirebbe a sapere che il tuo migliore amico ti vuole fottere negli affari e ha messo incinta la ragazza che ami? >> disse Ciro, serio, assottigliando gli occhi

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:<<Ci sono molti metodi, per svuotarsi dal dolore.
Questo non era il più indicato.>> disse la direttrice Paola.
:<<Questo è il mio.>>
Poi aggiunse
:<<No.
Non mi ha mai abbandonato il dolore. >> disse Ciro.

La direttrice Paola, fece segno alla guardia di portarlo, in isolamento.

Fu schedato come soggetto pericoloso.
Gli diedero anche una specie di bracciale, di colore rosso, per indicare i criminali più feroci del carcere.

Intanto passarono gli anni e Ciro, divenne poco più che un diciottenne.
Comandava all'interno del carcere.
Tutti avevano paura di lui, persino la direttrice.

Ciro, appoggiò le mani vicino alle sbarre di quella piccola finestrella, godendosi il rumore dell'infragersi delle onde, contro la riva e il volo libero dei gabbiani.

Intanto in una casetta stile country, al di là dell'isola.

Perla, era rannicchiata nella sua camera, mentre stringeva tra le mani un paio di perle nere pendenti.

Rileggeva tra le sue mani, la lettera d'addio di sua madre, che scrisse prima che la trovassero morta con il flacone delle pillole depressive vuote.

Mia dolce piccola Perla,
Ti lascio in eredità, queste perle nere, nere come la notte più buia d'estate che illumina la mente.
Le perle perché sono i gioielli più preziosi che una donna possa, possedere.
Tu eri il mio!
Continua ti prego, a suonare il violino, a cantare come un usignolo.
Non sai a quanta gente, solo con il tuo canto, potresti migliore la vita e riscaldare il cuore.
Io ho preferito, innalzarmi su nel cielo, che accettare di morire di cancro.
Tu sei forte, ribelle e coraggiosa.
Io veglierò sempre su di te.
A separarci è solo il corpo ma l'anima non vola.
La tua mamma.

Ripiegò quel foglio ingiallito e stropicciato, mentre una lacrima cadde sull'inchiostro nero.
Perla, era ossessionata da quel colore.

Poi sentì, urlare la sua matrigna e suo padre.
:<<Ha quattordici anni, può benissimo andare a servizio di qualche famiglia facoltosa.
Non le serve la scuola!
Oppure sposare qualcuno che ha una miriade di soldi.
Se scopro che è fidanzata, la rinchiudo in convento! >> disse Annabelle, la sua matrigna.
:<<È comunque, mia figlia.
Come ti permetti? >> disse suo padre Alberto.
:<<Una figlia, che non hai mai amato.
Nata da uno stupro! >> disse Annabelle, la matrigna.

Perla, era stufa di ascoltare sempre quelle stesse parole, ogni giorno come un matra.
Si tappò le orecchie e chiusé gli occhi, immaginando il mare.

Poi quando senti, il rumore del materasso nella stanza affianco, capi che i due stavano facendo sesso.

Così senza farsi sentire, scappò via in riva al mare.
A pochi passi, il carcere minorile di Nisida.
Perla, osservava quella struttura rossa.
Era sicura che anche lì, come lei, vivevano anime in pena.
Così si ricordò le parole che recitava sua madre nella lettera.

Per dare vigore alla sua anima e a quelle povera anime in pena.

Intonò un canto.

:<<Non so dove trovarti
Non so come cercarti
Ma sento una voce che
Nel vento parla di te
Quest' anima senza cuore
Aspetta te
Adagio
Le notti senza pelle
I sogni senza stelle. >>

𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒏𝒐𝒎𝒃𝒓𝒂. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊 // 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝑭𝒖𝒐𝒓𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora