Capitolo. 23. Io appartengo a Ciro Ricci.

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Perla, era turbata.

La violenza, in generale la turbava sempre.

Così prese le cuffiette e uscì in giardino, mentre ascoltava musica.

Dicevano che la musica, che si ascoltava influiva sui nostri sbalzi di umore.
Ed era veramente così, per Perla.

Lei, era persa nella melodia.
Quando sentì, la presenza di qualcuno.
Lei sobbalzò.

:<<Sh.
Stai tranquilla, sono Diego.
Piacere.
Tu sei Perla?>> disse Diego.

Lei annuì

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Lei annuì.
:<<Come fai a sapere il mio nome?
Sei una semplice guardia. >>
:<<Lo so, da quando sei venuta qui.
Ti ho osservata da lontano.
Sei una ragazza speciale. >> disse Diego, cercando di prendere una cuffietta.
:<<Piace anche a te Elisa? >> disse Diego, alludendo alla canzone.

Lei, gli levò le cuffiette dalle mani.
:<<Scusami, ma un po' meno. >> disse Perla, stizzita.
:<<Mi piacciono le ragazze difficili.
Mi fanno venire voglia di insistere.
Sei stupenda e sprecata, per stare con quello là.>> disse Diego.
:<<Secondo me, stai tu sprecando tempo.
Io appartengo a Ciro Ricci. >> disse Perla, alzandosi.
:<<Comunque grazie per prima. >> disse sorridendo Diego.
:<<Non c'è di che.
L'avrei fatto per chiunque. >> disse Perla, alzandosi con un espressione fredda.

Ciro, nascosto aveva sentito la conversazione ed era soddisfatto della risposta di Perla.

'' Io appartengo a Ciro Ricci. ''

Quando lei, si ritirò in casa.
Lui si precipitò da Diego.

:<<Agg capit.
Vu murì?
Accussì giovane?
(Ho capito.
Vuoi morire?
Così giovane?) >> chiese Ciro, serio.
:<<Che re, tin paura ca essa sape ca nu val nient?
Che re, tin paura ca essa sape ca nu tiene nu core?
To giur ca essa diventa mia.
(Che c'è, hai paura che lei sappia che non vali niente?
Che c'è hai paura che lei sappia che tu non tieni un cuore?
Te lo giuro che lei diventa mia. ) >> disse Diego, beffardo.
:<<Tu me si stat semb ingopp o cazz.
(Tu mi sei sempre stato sul cazzo.) >> disse Ciro, che gli diede una delle sue solite capate.
Anche Diego, gli mollò un destro.
Mentre Ciro, gli diede un ceffone sonoro.

Ad interrompere, quel duello cavalleresco fu Attilio Conte.

:<<Che cazz sta succeren?
(Che cazzo sta succedendo?) >> urlò Attilio, separandoli.

:<<Io difendo tua figlia.
Questo mi ammazza di botte. >> disse Diego, facendo l'innocente.
:<<Guarda le donne degli altri. >> disse Ciro, il più educato possibile, davanti al padre di colei che amava.
:<<Abbiamo già troppi problemi.
Mia figlia è fidanzata con Ciro.
Diego di te, mi fido.
Siamo stati nella stessa cella.
Non complichiamo le cose. >> disse Attilio.
Poi aggiunse
:<<Ciro, seguimi.
Dobbiamo incontrare tuo padre. >> disse Attilio.

𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒏𝒐𝒎𝒃𝒓𝒂. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊 // 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝑭𝒖𝒐𝒓𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora